Lamezia, incontro al Tribunale in occasione della giornata contro la violenza sulle donne: “Denunciare è un diritto”

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Lamezia Terme – ‘’Denunciare non è solo un diritto‘’ è quello che si vuole fare emergere nell’incontro di significativo impatto sociale in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne ospitata nella biblioteca del Consiglio dell’ordine degli Avvocati (COA) del palazzo di giustizia lametino. Il tutto si è svolto seguendo le doverose norme dettate dall’emergenza pandemica. ’Importanza e necessità della prevenzione’ il titolo del dibattito. L’appuntamento è stato introdotto da Dina Marasco presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati e da Angela Davoli presidente del comitato pari opportunità(CPO) dell’Ordine forense di Lamezia Terme, presidente dei CPO della Calabria accompagnato dai pertinenti interventi del comandante della Compagnia dei Carabinieri il Maggiore Christian Bruscia, il presidente del Tribunale Giovanni Garofalo, il presidente della sezione penale del Tribunale Angelina Silvestri, a dare un suo contributo il sindaco Paolo Mascaro.

L’incontro è così iniziato con il commento introduttivo dato dall’avvocato Marasco ha voluto definire il convegno odierno come una “doverosa riflessione per celebrare questa giornata nata nel 1999 e, a far parlare di questo fenomeno assai negativo sono già i fatti e le cronache, ormai purtroppo quasi quotidiane, con numeri che fanno venire i brividi perché le violenze di ogni genere sono contro i diritti umani”. “Il legislatore - ha spiegato - davanti a questa enormità di dati ha dato una forte accelerazione alla tutela delle vittime di questo reato, volendo dare uno sprone alle donne che denunciano, perché le donne che denunciano riescono ad uscire dal loro incubo”. L’avvocato Davoli: ha sottolineato l’importanza della collaborazione e la sensibilizzazione svolta con incontri, progetti scolastici e quant’altro per fare fronte a questi disgustosi reati. “Diffondere dunque, sin dalla più giovane età, anche nelle scuole questa cultura del rispetto e della non discriminazione. C’è sempre bisogno di implementare tutti gli strumenti contro i suddetti reati in modo da fare capire che le donne non sono sole”. La dottoressa Anna Fazzari toccando la tematica delle violenze ha dato la sua disposizione a dare, con il centro antiviolenza ‘Demetra’ di cui fa parte, il giusto conforto psicologico. Convinta anche che “la chiave più importante per contrastare ciò è l’educazione alla non violenza e al completo rispetto reciproco”.

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“Pertanto è auspicabile - ha rimarcato - fare tutti una potente rete a partire dalle scuole primarie e rinnovarla con parole e fatti”. Mascaro ha toccato e condiviso le tematiche oggetto di discussione, e ha rimarcato che, “nulla è più bello di difendere i diritti, ed è sacrosanto e giusto che si intervenga sempre di più giurisdizionalmente, ma senza costruire carceri”, la strada da percorrere secondo il Primo cittadino è quella di insegnare positivamente sin dalle famiglie al rispetto delle regole e alla non violenza”. Il presidente Garofalo si ricollega a ciò che è stato detto durante l’incontro, raccontando storie vere in cui in un Tribunale, “sono avvenuti episodi incresciosi di minacce dovuti a pareri discordanti fra marito (che venne poi condannato) e moglie”. “Allora vi erano norme meno restringenti in tema di violenza - ha sottolineato il Presidente - pensando anche al fatto che fino al 1981 è esistito il delitto d’onore (abolito il 5 settembre dello stesso anno) e una violenza contro una donna era punita con solo con 2/3 anni”.

La dottoressa Silvestri, anche lei ben lieta di partecipare all’incontro odierno ha dettagliatamente relazionato in merito e ha spiegato con appositi dati quanto sia fondamentale la prevenzione, “un atto che deve coinvolgere all’unisono diversi piani istituzionali e non perché tutti gli attori devono dare il loro contribuito e combattere la riluttanza delle donne a denunciare un episodio; questa riluttanza, dovuta magari ad una propria questione di etichetta, ‘cosa penserà e dirà la gente di me’, si va a ritorcere sugli attori coinvolti direttamente o indirettamente, magari i figli minori, che hanno assistito all’episodio di violenza, trasmettendo al minore la malsana idea che la violenza sia giusta e normale. A conclusione della giornata il Maggiore Bruscia ha illustrato tramite un video il sostegno proficuo che l’Arma mediante personale specializzato ed esperto dà alle donne vittima di violenza nel quale emerge oltre al fattivo sostegno dei militari, l’importanza della denuncia: ‘Denunciare non è solo un diritto, noi possiamo aiutarvi’.

Francesco Ielà

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