Lamezia, la “Scrittura che cura”: presentato il progetto di riabilitazione psichiatrica del Centro di Salute mentale

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Lamezia Terme – Presentati presso il Chiostro San Domenico i libri scritti dai ragazzi del laboratorio di scrittura creativa realizzati nell’ambito del Progetto di riabilitazione psichiatrica denominato “La scrittura che cura”. "Il percorso che viene fatto ai nostri servizi - ha evidenziato la dottoressa Rosina Manfredi, responsabile Centro di salute mentale di Lamezia Terme- si occupa sia della prevenzione, della cura ma anche della riabilitazione delle persone affette da disturbi psichici. Il percorso è più complesso perché parte dalla presa in carico del paziente e dei suoi disturbi, del suo disagio, per poi arrivare ad un processo di ricostruzione della sua persona". La Manfredi ha quindi parlato del lavoro che c'è dietro al processo di riabilitazione dei soggetti che si rivolgono al Centro di salute mentale.

"Su queste persone - ha aggiunto - lavoriamo perché possano arrivare ad un'inclusione sociale affinché si possa acquisire la possibilità di essere persona all'interno dei luoghi della vita. Certamente siamo ben lontani dai vecchi percorsi della psichiatria anche se ancora dobbiamo fare tutti di più anche perché noi siamo più in ritardo come spesso accade nelle realtà meridionali dove c'è stato un minore investimento di risorse ed energie. Anzi, devo dire la verità che in questo ultimo anno c'è stato un grande investimento dell'Azienda sanitaria di Catanzaro che ha investito anche molto in personale specifico per i nostri servizi. Mi riferisco al personale della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, anche per il fatto che i nostri servizi avevano subito un forte depauperamento di queste figure. Anzi, in alcuni servizi non ci sono mai state queste figure che invece sono fondamentali per poter fare questi percorsi". Sull'aspetto umano e sul reinserimento, la Manfredi non è stata incisiva spiegando in sostanza lo scopo del lavoro portato avanti. "La cura non è soltanto la cura dei sintomi. Oggi noi guardiano meno alla malattia, nel senso che non è che non la prendiamo in considerazione, ma cerchiano di focalizzare la nostra attenzione sulla persona. Non solo persona con carenze e difficoltà, ma pensiamo ad una persona come un insieme di risorse da potenziare e tirare fuori".

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Sul progetto specifico della scrittura e suo inserimento nell'ambito più ampio dei lavoro che si porta avanti, la Manfredi ha sottolineato che si tratta "di un percorso riabilitativo espressivo. Nel passato per esempio abbiamo fatto molto teatro. Noi pensiamo che la scrittura in qualche maniera ha curato molti grandi scrittori. La letteratura ci dice che la scrittura in qualche maniera è diventata anche una cura. La possibilità di riflettere su se stessi, sul proprio vissuto, sulle proprie esperienze. E' un modo anche per recuperare dentro di sé le emozioni, esprimerle, e farci emozionare come ci fanno emozionare questi libri che hanno scritto il gruppo del laboratorio della scrittura creativa. Sono molti anni che questo laboratorio è in piedi. Già nel 2017 abbiamo presentato il libro "Il vento che scorre", che per i nostri pazienti rappresenta un po' un sinonimo del disagio ma anche della possibilità di interpretarlo con una realtà che poi passa, che attraversa la persona da cui poter anche uscirne fuori. Questa esperienza - ha osservato la Manfredi - è un'esperienza di ricostruzione, di recupero di certe possibilità emotive. Abbiano sempre usato il teatro, la funzione che consente di immedesimarsi nei personaggi e quindi calarsi in alcune realtà affettive e quindi questo noi sappiamo che è riabilitazione, recuperare quella dimensione di sé che va recuperata e potenziata".  

Nella sala del Chiostro, esposti i libri scritti dagli utenti del Laboratorio di Scrittura creativa del Centro diurno di Lamezia che rimarranno fino a sabato 4 dicembre. All'iniziativa, presente tutta l'equipe del Centro, con in testa la psicologa Simona Graziano, da segnalare anche la collaborazione alle attività riabilitative delle Associazioni Onlus di Familiari “Intese” e “New Day”. Dalla serata, l'auspicio che i libri possano "veicolare" all'esterno per far conoscere lavori ed "emozioni" davvero uniche.

A.C.

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