Lamezia, la storia di una neomamma salvata all'ospedale: "Il mio lieto fine sia da monito per l'emergenza di oggi"

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Lamezia Terme - In questo delicato momento per la sanità, in piena emergenza Coronavirus, tra appelli e consigli lanciati anche sui social, una neomamma lametina, in una lettera aperta, pone l'attenzione sull'importanza di restare a casa per fermare il virus affinchè anche altri malati possano trovare posto in terapia intensiva e salvarsi. Così come è accaduto a lei e al suo piccolo non molto tempo fa. “È proprio leggendo la seguente frase, ‘meglio annoiato che intubato’, che ho deciso di raccontare la nostra storia - racconta a il Lametino.it - e far conoscere un caso di buona sanità a Lamezia. Sperando di contribuire alla prevenzione sociale, alla riflessione e soprattutto far appello ai giovani, perché purtroppo non sono immuni… nessuno è immune”.

“Meglio stare a casa che andare a conoscere la realtà della terapia intensiva. Non è bello essere intubati. Non è bello il continuo suono dei macchinari. Non è bello non dormire la notte, perché purtroppo tuo figlio è lì e tu non puoi vederlo. Non è bello né per sé stessi, né per un nostro caro. Non è bello ''respirare'' la terapia intensiva... Si rischia la morte! Meglio annoiarci a casa con i nostri figli oggi... Domani e per sempre! Fidatevi...”. Così inizia il racconto di una mamma lametina.

"Siamo vivi per la professionalità e umanità"

“Sono una giovane mamma lametina, che giorno 17 gennaio scorso, all'ottavo mese di gravidanza, corro presso il nostro ospedale "Giovanni Paolo II" per una strana fitta, dove prontamente nel reparto di ginecologia i dottori presenti mi hanno soccorso all'istante, accorgendosi che non era una semplice fitta ma un distacco improvviso di placenta, dove solitamente ci sono poco probabilità di sopravvivenza. Ma loro: la dottoressa Amendola, Rocca e la Mastroianni e tutti i dottori presenti e l'equipe di infermieri di sala operatoria, gli oss, le ostetriche, la caposala Rugna e le infermiere come Anzani Alessandra che mi ha preso per mano e non mi ha mollato neanche quando non c'era più niente da fare. Guidati dal Direttore dottor Domenico Perri, e dalla volontà di Dio hanno combattuto con il mantello al posto del camice, ed ora sono qui a raccontare e scrivere che mio figlio Santiago è nato in tre minuti, soccorso, intubato e mandato in ipotermia al tin di Catanzaro dagli angeli della neonatologia, come la Dottoressa Alessio e tutti i presenti quel giorno. Questo è stato possibile perché quel giorno la sala operatoria era libera, perché anestesisti, rianimatori e tutti i medici erano al proprio posto, e non impegnati in una pandemia, e quel giorno mio figlio ha trovato il suo posto libero, a Catanzaro dove anche lì hanno combattuto per lui contro ogni aspettativa; Vi assicuro che non è bella la terapia intensiva. Siamo vivi per miracolo divino, siamo vivi per la professionalità, tempestività, umanità, e dedizione di tutti i dottori di ginecologia e neonatologia dell'ospedale di Lamezia Terme”.

“Indossiamo tutti il nostro mantello e combattiamo uniti ma distanti”

“Vi invito a stare a casa, perché una giovane mamma in attesa deve trovare tutti disponibili, sempre... Perché un malato oncologico, come mio padre, che deve operarsi a breve (forse... Covid-19 permettendo, perché ad oggi serve l'autorizzazione per i casi gravi, e mio padre lo è). Per l'asportazione di un tumore, deve trovare il suo posto in terapia intensiva e i dottori pronti per lui non impegnati nel caos del virus diffuso magari per superficialità, non curanza dell'altro senso di immortalità ma nessuno è Dio della propria vita. Abbiamo medici preparati in Calabria che lavorano ogni giorno per noi e salvano continuamente delle vite soprattutto a Lamezia Terme, che vanno dalla ginecologia all'oncologia, non tralasciando la neonatologia dove mio figlio, tornato da Catanzaro, che ha trascorso vari giorni lì dove lo hanno accudito come un figlio. E con questo vorrei far appello a chi di dovere affinché riapra il TIN (terapia intensiva neonatale), e tutti i reparti chiusi, in particolare malattie infettive in questo tempo; invito a supportare la sanità calabrese, e tutta la sanità del sud perchè manca di posti letto e manca di macchinari appositi, e le vite di noi del sud non valgono meno. La situazione oggi è questa, e non si tratta solo del virus ma si tratta che se per esempio qualcuno deve essere operato per appendicite o viene ferito gravemente non ci sono posti, se qualche mamma ha un distacco di placenta non ci sono posti. Invito i lametini a credere nei nostri Dottori, Infermieri, Oss, che stanno rischiando tanto non possono stare a casa con i propri figli, e mettono a rischio loro e le proprie famiglie ma non mollano... Sono guerrieri. Tuteliamoli, Tuteliamoci. Indossiamo tutti il nostro mantello e combattiamo uniti ma distanti. Infine vi invito a pregare distanti ma in comunione perchè Dio non ci ha abbandonati, ci ama e ci sta tutelando attraverso le varie disposizioni che possiamo attuare e ci dona una grande arma ''la preghiera'', in questa quaresima preghiamo più forte per le nostre famiglie, per la sanità, per i più deboli e bisognosi, affinché questa prova rimanga un ricordo lontano che ci avvicini al prossimo, e ci apra verso l'altro amandolo come noi stessi”.

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