Lamezia, lanciata petizione "Diritto alla salute in Calabria. Lettera aperta al Ministro Speranza"

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Lamezia Terme - Ha già superato le 3.940 firme la petizione “Diritto alla salute in Calabria. Lettera aperta al Ministro Speranza” proposta da un gruppo di associazioni e soggetti competenti con capofila la Comunità Progetto Sud e il suo presidente don Giacomo Panizza, che ne ha discusso i termini in una conferenza stampa moderata da Maria Pia Tucci, insieme all’avvocato Italo Reale e al dottor Rubens Curia, già dirigente regionale del Dipartimento per la Tutela della Salute.

“Le nostre sono istanze e proposte necessarie e realizzabili da chi ha il potere decisionale. La Calabria non può permettersi al momento un possibile ritorno dell’epidemia in autunno, perché qui non ci sono le risorse per farvi fronte” chiarisce il dottor Curia, sottolineando l’urgenza di un intervento. Il documento, stilato in un momento delicato, ed evidentemente non più procrastinabile, è perfettamente inscritta nelle logiche di sviluppo portate avanti da anni dalla Progetto Sud, perché, come chiarisce don Panizza: “La sanità in Calabria non è solo un problema economico o politico, ma anche sociale e di democrazia. La sanità non è solo aver bisogno ogni tanto del medico. È un bambino che nasce, il lavoro di una mamma, la vita di una persona non autosufficiente, un aspetto culturale dietro il quale c’è ancora tanto analfabetismo. È ora che sanità e mondo del sociale si mettano insieme”. Quest’ultima istanza è al centro di una delle proposte per una riforma della sanità Calabrese contenute nel documento rivolto al Ministro, che prevede appunto l’istituzione di un assessorato unico per la Salute pubblica e i Servizi sociali, finalizzato a implementare i servizi di prevenzione, cura e riabilitazione presenti sul territorio. Ancora, allo stesso scopo, si propone di ampliare i servizi di cura domiciliare togliendo spazio alle Rsa, di creare le ASO, Aziende Sanitarie Ospedaliere competenti a livello provinciale, accanto alle AST, Aziende Sanitarie Territoriali che si occupino principalmente di prevenzione, valorizzando inoltre il ruolo dei Medici di base. 

“Vogliamo che la riforma abbia tre gambe, ovvero le Istituzioni (ci sono 120 sindaci calabresi fra i firmatari del documento), gli attori sociali cioè le associazioni, e gli operatori sanitari. Non vogliamo più delegare a nessuno”, dichiara Reale che pur non esprimendo alcuna forma di assenso rispetto alle politiche commissariali, riconosce l’importanza di agire tempestivamente, senza aspettare il mutamento della situazione politica ed economica. “Se facciamo più prevenzione – chiarisce del resto Curia – avremo meno ospedalizzazioni e meno interventi, cosa che permetterebbe di risparmiare, così come il fatto di effettuare più controlli e sorveglianza, rivitalizzando i reparti di virologia, assumendo più tecnici e biologi. Abbiamo oggi a disposizione a questo scopo 28 milioni di euro di fondi Covid”. Dunque, una situazione che potrebbe finalmente giungere a una svolta, risollevando le sorti di una sanità che già prima dell’emergenza era senza respiro.

Giulia De Sensi

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