Lamezia: Località Bagni tra i siti ad alto rischio ambientale secondo Istituto Superiore Sanità

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Lamezia Terme – “Località Bagni” di Lamezia Terme tra i siti ad alto rischio ambientale. E’ quanto emerso dallo studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria, a cura di Pietro Comba e Massimiliano Pitimada del Dipartimento di Ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto superiore e di sanità, facente riferimento al mese di maggio. “112 – si evidenzia - sono i siti sottoposti dalla Regione a procedimento di bonifica, e un certo numero di aree non riconosciute ufficialmente come siti contaminati, ma oggetto di diversi tipi di segnalazioni, ad esempio da parte dei media o dell’associazionismo ambientalista, per alcune delle quali indagini epidemiologiche sono in corso o in fase avanzata di progettazione". 

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Siti ad alto rischio definiti della regione Calabria

A rientrare in particolare nell’interesse del SIN (sito di interesse nazionale) è il territorio di Crotone-Cerchiara- Cassano, mentre più nello specifico, come evidenzia lo studio, per quanto riguarda l’ubicazione dei 18 siti ad alto rischio per la regione Calabria, questa è la suddivisione in province: "Provincia di Cosenza: I 7 siti in provincia di Cosenza sono: Cariati, Cassano allo Ionio (incluso anche nel SIN), Firmo, Laino Borgo, Lungro, Scalea e Tortora. Tutti, tranne Cariati che ricade nel Sistema del Marchesato crotonese, ricadono nel Sistema del Massiccio del Pollino. Provincia di Catanzaro: il sito di Davoli e il sito di Lamezia Terme. Provincia di Vibo Valentia: Comune di Zambrone, Gli ultimi 8 siti ad alto rischio, ricadono tutti nella provincia di Reggio Calabria e inoltre per i comuni di Bovalino, Cosoleto, Palmi, Scilla e Reggio Calabria c’è da dire che è lo stesso Sistema e cioè quello del Massiccio dell’Aspromonte"

In particolare, nella provincia di Catanzaro, come specificato nello studio, "il primo sito ad alto rischio ambientale si trova in località “Vasì” nel comune di Davoli nella provincia di Catanzaro. Il secondo Sito ad alto rischio ambientale si trova in località “Bagni” del comune di Lamezia Terme". 

"Nello specifico - si legge poi nello studio - a Lamezia si sono registrati 532 casi incidenti di tumore (escluso cute) in due anni" ma si precisa anche che "l’analisi preliminare non fa emergere valori d’incidenza che si discostano dalla media del Pool Sud dell’Associazione Italiana Registri (AIRTUM) tranne un eccesso nel genere maschile di tumori della prostata (Standardized Incidence Ratio, SIR 131; Intervallo di Confidenza al 90%, IC 90% 105-161) e di leucemia mieloide cronica (SIR 534; IC 90% 233-1055)".

Sempre a Lamezia, “la mortalità generale non si discosta dalla media regionale. Si registrano nel genere femminile eccessi di mortalità per tumori del pancreas, malattie dell’apparato genitourinario insufficienza renale e condizioni morbose che hanno origine perinatale. Nel genere maschile si registrano eccessi di mortalità per linfomi non Hodgkin". Per quanto riguarda l’ospedalizzazione invece "per entrambi i generi emergono eccessi tra le persone ricoverate per malattie infettive e parassitarie, tumori dell’apparato linfo-ematopoietico e nello specifico leucemie e malattia dell'apparato respiratorio”. 

Il sito di Lamezia Terme 

"Per quanto riguarda il sito di Lamezia Terme, - si legge nella relazione - i dati di incidenza dei tumori non mostrano eccessi rispetto alla popolazione di riferimento per patologie di interesse eziologico a priori". "Questo dato - spiegano  ricercatori -  in prima battuta suggerisce che il sito ad alto rischio ambientale non abbia avuto impatto sanitario misurabile per quanto attiene l’incidenza dei tumori. Le analisi di mortalità e morbosità, pur basate su dati meno vicini al “gold standard” rispetto ai dati di incidenza, coprono una finestra temporale più ampia e sotto questo profilo possono avere una sensibilità maggiore. Vanno in questo quadro segnalati gli eccessi di mortalità per tumore del pancreas nelle donne, per linfomi non Hodgkin negli uomini, gli eccessi di ricovero in entrambi i generi per tumori dell’apparato linfoemopoietico e leucemie e per tumori del pancreas e della laringe fra gli uomini". 

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