Lamezia, "Mio padre affetto da Covid salvo grazie all’umanità di un giovane medico"

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Lamezia Terme – La paura di essere ricoverato e l’angoscia per la malattia superate grazie all’intervento di un giovane medico lametino. È quanto accaduto al signor M. di Lamezia, risultato positivo al coronavirus. La figlia ha voluto condividere la sua esperienza per ringraziare quello che definisce “un angelo in tuta bianca” e raccontare un esempio di buona sanità.

“Ieri sera il dottore E. dell’USCA di Lamezia – racconta nella lettera - si è presentato alla nostra porta completamente coperto da vari indumenti (tuta, camice, visiera, mascherina...). Riuscivamo a vedere soltanto i suoi occhi, pieni di voglia di aiutare e di entusiasmo. Appena varcata la soglia di casa afferma con sicurezza e gentilezza “Signor M. innanzitutto come vi sentite? Soggettivamente! Come state”. Mio padre, che da sempre ha avuto “paura” dei medici si tranquillizza in un istante e inizia a parlare con il dottore. Nel frattempo, il medico misura la saturazione ed esegue vari accertamenti. A questo punto arriva alla conclusione che mio padre debba essere ricoverato. Mio padre, calmo e tranquillo fino a quel momento, inizia a sudare freddo e afferma di voler rifiutare il ricovero.  A quel punto il dottore E. prende la mano di mio padre e inizia a parlargli come un figlio ‘signore, io ho 27 anni, vi parlo come se stessi parlando a mio papà’. Da quel momento inizia una lunga discussione tra mio padre ed il medico, le parole del dottore hanno da subito fatto breccia nel mio cuore e dopo un po’ anche nel cuore di mio padre che alla fine afferma ‘Dottore, siete giovanissimo, ma avete una sensibilità che ho visto in pochissimi medici in vita mia e credetemi ne ho visti tanti. Va bene, facciamo questo ricovero’. Il dottore a questo punto attiva il 118 per il ricovero, accertandosi che mio padre non cambi più idea fino all’ultimo secondo”.

La donna afferma, infine, che “in ospedale hanno riferito a mio padre che senza questo ricovero probabilmente non ce l’avrebbe fatta.  Racconto questa storia non solo perché mi riguarda da vicino, ma perché voglio raccontare a tutti coloro che sono positivi che la sanità è fatta di eroi veri e proprio, medici pieni di umanità e che svolgono il loro lavoro con passione e compassione. Non siamo soli. Teniamo duro e ne usciremo”.

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