Lamezia, "Neuroetica e Neuroscienze. Le Dipendenze Patologiche" in un convegno nella sala Napolitano

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Lamezia Terme - Un convegno dall’alto profilo formativo teso a soddisfare gli obiettivi nazionali di riferimento rispetto ad un problema sempre più diffuso, quello su “Neuroetica e Neuroscienze: le Dipendenze Patologiche”, durante il quale sono stati illustrati i percorsi clinico assistenziali, diagnostici e riabilitativi per un approccio terapeutico fondato sulla conoscenza delle alterazioni neurofisiologiche indotte dalle dipendenze, con focus particolare sull’abuso di Cannabinoidi. Il corso, introdotto dal dottor Giovanni Falvo direttore del Ser.D. di Lamezia Terme, e dal dottor Franco Montesano direttore del Ser.D. di Catanzaro, ha avuto come primo relatore il professor Giovanni Biggio, docente di Neuroscienze e Neuropsicologia Farmacologica all’Università di Cagliari, che ha illustrato appunto i circuiti neurofisiologici della cannabis. “Si tratta di sostanze che piacciono al cervello, ma che lo danneggiano - dice Biggio. Infatti, non è più la cannabis che circolava anni fa, detta THC, con un 3-4% di principio attivo, ma una cannabis molto più ricca, estratta direttamente da pianta o di origine sintetica, che può arrivare fino al 150%, ed è dunque molto più pericolosa. La sostanza che conoscevamo non aveva mai ucciso, questa cannabis invece può uccidere. Agendo su specifici recettori, altera il genoma interferendo con la funzione di alcuni geni, e modifica le strutture cerebrali, ad esempio l’ippocampo e la corteccia frontale, con pesanti effetti sul comportamento”.

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Anche Falvo dichiara che, rispetto alla cannabis, “da una situazione di tolleranza e sufficienza siamo passati ad una di forte preoccupazione, soprattutto a causa delle patologie psichiatriche legate all’abuso di queste sostanze”. Di questo si è occupata nella sua relazione la dottoressa Annamaria Scardamaglia, psichiatra al Giovanni Paolo II. “Le alterazioni prodotte da queste sostanze al Sistema Nervoso Centrale - dichiara - sono di tipo sensopercettivo, cognitivo e comportamentale, e comprendono vere e proprie psicosi, con deliri, allucinazioni, comportamenti bizzarri, aggressività. Queste psicosi, spesso indotte da cannabinoidi, interessano moltissimi giovani. Proprio a causa di questo problema, l’età d’insorgenza delle stesse psicosi è nettamente scesa negli ultimi anni, come dimostrato da studi recenti. I ragazzi arrivano in fase acuta, e dopo il ricovero vengono seguiti a livello territoriale dal Csm e dal Ser.D.” Per implementare la valenza educativa e di prevenzione del convegno, è stata invitata a partecipare una delegazione di studenti del Liceo Classico “F. Fiorentino” guidati dalla professoressa Gianna Nicastri, che hanno occupato la platea di Sala Napolitano. A fare gli onori di casa il Commissario prefettizio Alecci, il quale dopo averli salutati con calore ha sottolineato l’importanza di eventi come questo, in cui “ognuno si impegna a porgere a questa comunità, che pure si trova in un momento delicato, una risposta chiara nel proprio ambito di competenza”.

Giulia De Sensi

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