Lamezia, notte del Liceo Classico al 'Fiorentino' con Tiziana Ferrario e il ricordo del professor Leonzio Speranza

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Lamezia Terme - Una manifestazione di grande spessore culturale e come sempre ricca di eventi, la Notte del Liceo Classico al “Francesco Fiorentino” è animata dalla musica, da ospiti di calibro nazionale, da incontri indelebili con la memoria. L’iniziativa, partita da un’idea del professor Rocco Schembra di Acireale, giunge quest’anno alla VI edizione coinvolgendo 436 Licei in tutta Italia, e a Lamezia è stata fra l’altro occasione per presentare la storica scuola, fondata nel 1863, al nuovo vescovo Monsignor Schillaci, già presente all’inaugurazione dell’anno scolastico, che ha voluto prendere parte alla manifestazione accanto al sindaco Paolo Mascaro, al dirigente Nicolantonio Cutuli, alle docenti Gianna Nicastri e  Maria Cristina Cittadino, che hanno curato l’organizzazione. Una scuola che ha saputo stare al passo con i tempi senza affatto rinnegare la sua vocazione ma arricchendola di numerose e variegate opportunità. E’ di quest’anno l’introduzione dell’indirizzo Biomedico, facoltativo negli ultimi tre anni, mentre nei primi due è possibile modulare il proprio percorso introducendo nuove materie a scelta, come quelle di ambito giuridico-economico. Il Fiorentino è inoltre fra i 100 Licei in Italia a prevedere la possibilità di conseguire il diploma in soli 4 anni, attraverso un’opzione specifica di didattica laboratoriale. Da quattro anni è presente nella stessa struttura anche il Liceo Artistico.

Dopo le parole introduttive del dirigente Cutuli rispetto a queste innovazioni, gli interventi del sindaco e del vescovo hanno avuto come comune tema centrale l’importanza della scuola nella formazione di una coscienza critica che conduca a far maturare i cittadini di domani, una classe dirigente solida di cui la città ha bisogno per costruire una società diversa. “Il Liceo Classico è una casa fondata sulla roccia” ha ricordato Schillaci facendo riferimento ai principi fondamentali che hanno radice nello studio della Classicità. Mascaro, come anche Cutuli, hanno inoltre rimarcato il tema dell’autonomia, che ci si augura l’Istituto lametino riacquisti presto.

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Cuore della manifestazione è stata il ricordo del professor Leonzio Speranza, docente di Storia e Filosofia al Fiorentino dal 1949 al 1979, ovvero per ben 30 anni, che dopo la sua morte ha voluto donare 150 volumi della sua biblioteca personale alla biblioteca del Liceo. Lo hanno ricordato assieme ai figli Renzo e Gianni, tre dei suoi ex alunni: il dottor Tommaso Sonni, la dottoressa Elisabetta Mercuri, il professor Albino Cuda. Ad emergere la figura di un uomo “capace di lasciare il segno”, che “sapeva ascoltare, e insegnava l’ascolto, il rispetto, il silenzio”, che insegnava “un metodo di studio attraverso il quale sia possibile capire e interpretare il momento storico presente” ma anche “la virtù di disobbedire”.

Al culmine della serata la presentazione del libro “Orgoglio e pregiudizi” della giornalista Tiziana Ferrario, noto volto del Tg1, già corrispondente da New York, che ha voluto raccontare all’Italia la rivolta ancora in corso delle donne americane innescata dalla misoginia, dal razzismo e non in ultimo dal linguaggio sessualmente scorretto di Trump: donne che dicono la loro e che cominciano ad alzare la voce, anche quando sono personaggi di conclamato successo, come la tennista Serena Williams. E che usano la loro visibilità per battersi su temi come la disparità salariale e le molestie sessuali. “Queste cose dovevo raccontarle anche all’Italia – dice la Ferrario – dove le donne vivono, a volte anche in maniera inconsapevole, una condizione di arretratezza”. Da giornalista la Ferrario non propone una tesi, dà piuttosto dei numeri: numeri che ci dicono come le donne, che rappresentano spesso in percentuale più della metà della popolazione, vengono assurdamente trattate come una minoranza, e hanno minori possibilità di lavoro. “E’ una situazione che non conviene a nessuno – ribadisce la giornalista – Tenere le donne in una condizione subalterna impedisce al paese di crescere”.

Giulia De Sensi

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