Lamezia, nuova casa per Avis e Acmo in bene confiscato. Procuratore Curcio: "Rinascita parta dai giovani"

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Lamezia Terme – Inaugurata la nuova sede Avis di Lamezia all'interno di un bene confiscato alla criminalità organizzata in via Degli Oleandri 18. Nella nuova “casa” di Avis avrà sede anche la sezione lametina dell’Acmo (Associazione calabrese malati oncologici) diretta da Annamaria Colosimo. Prima del taglio del nastro della struttura, si è tenuto un incontro-dibattito nel salone dell'adiacente Civico Trame che è stato presieduto dal presidente lametino di Avis, Luciano Fazzari. “L'Avis di Lamezia ha finalmente ottenuto una nuova sede che condivide insieme all'Acmo” – ha detto Fazzari. Il referente locale di Avis ha ringraziato i relatori presenti, dal commissario prefettizio Francesco Alecci per aver ultimato l'iter che ha portato all'assegnazione del bene, al  procuratore della Repubblica di Lamezia Salvatore Curcio “per il costante e quotidiano lavoro che svolge nel contrasto alla criminalità”, a Don Giacomo Panizza “Bresciano lametino” fino ai vari rappresentanti territoriali di Avis tra cui Franco Parrottino e Rocco Chiriano, rispettivamente presidente provinciale e regionale della sezione di Catanzaro.

Procuratore Curcio: “Oggi bene confiscato viene riconsegnato alla città”

“Quello di oggi è un momento importante per la comunità di Lamezia - ha affermato il procuratore Curcio - per tante ragioni, non ultima per la carica simbolica che questa iniziativa porta con sé. Quello che inauguriamo oggi è un bene che è stato oggetto di indagini prima e di confisca poi che finalmente viene riconsegnato alla città”. “Il crimine non paga, - ha aggiunto Curcio - sottrarre il patrimonio illecitamente accumulato ad una organizzazione mafiosa - al di là del depauperamento economico che determina, è importante perché va a minare la ‘credibilità’ che l'organizzazione criminale esprime sul territorio. Nella provincia di Catanzaro - ha spiegato il procuratore - l'Agenzia nazionale per i beni confiscati ha assegnato 335 immobili, ben 212 sono stati destinati a Lamezia, in Calabria il numero delle strutture ‘riconsegnate’ tocca quota 2292 unità. Senza rivolta della coscienza non può esserci cambiamento. Rinnovamento culturale e sociale rappresentano gli antidoti per la rinascita che deve partire dai giovani e da tutte le persone che hanno scelto da quale parte stare: quella della legalità”.

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Don Panizza: “Il volontariato è esempio di legalità”

Don Giacomo Panizza, fondatore della Comunità Progetto Sud, ha parlato di come “Il volontariato è esempio di legalità”. “Noi siamo partiti con la parola chiave della solidarietà. Quando iniziammo l'avventura di Progetto Sud – ha affermato Panizza - il vescovo di Lamezia ci diede in prestito una sala, iniziammo con le attività sociali e dopo poco tempo vennero a chiedermi il pizzo “per aiutare i familiari in carcere”. La solidarietà deve essere coniugata con la giustizia (che non a caso è la parola più citata nella Bibbia), che è il termine che preferisco rispetto a legalità. Anche i mafiosi provano a fare beneficenza e si presentano come benefattori. Gli immobili confiscati e riconsegnati non rappresentano tanto un danno economico per i clan, quanto un danno di immagine. Come mai a Reggio e a Catanzaro non c'è uno sportello antiracket come a Lamezia?” - ha chiesto alla platea il fondatore di Progetto Sud.

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Commissario Alecci: “Città ha bisogno di comportamenti virtuosi”

Il commissario Alecci si è detto orgoglioso di partecipare all'iniziativa a nome dell'Ente civico e ha sottolineato l'importanza che la presenza del presidente nazionale Avis, Briola riveste nel giorno dell'inaugurazione di una sede Avis in un territorio difficile come Lamezia. “La città ha bisogno di comportamenti virtuosi che non possono essere oggetto di auto-attribuzione, è il comune sentire a determinare cosa è virtuoso e cosa non lo è”.

Gianpietro Briola, presidente nazionale dell’Avis ha rimarcato che quello di oggi non vuole essere un gesto simbolico ma un gesto sostanziale: “Siamo 1 milione e 300 mila donatori in Italia, - ha detto Briola - significa che siamo riusciti partendo dalla necessità di donazione del sangue, a lavorare nell'ambito della solidarietà, della cooperazione e della tutela dei diritti di tutti. L'invito che rivolgo a tutti voi è di continuare a lavorare con senso di responsabilità e di sacrificio”.

Bruno Mirante

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