Lamezia: prima visita tra i resti dell'antica Terina

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Lamezia Terme - Un’interessante visita all’aperto fra i resti dell’antica Terina, quella proposta in anteprima assoluta dalla cooperativa Archeologia e dai suoi rappresentanti Samantha Castelli e Mattia Berton, nel sito ancora in corso di scavo di Iardini di Renda, con la finalità di rendere noti alla città i risultati finora raggiunti rispondendo alle domande di tutti. Partecipi dell’iniziativa denominata AMA:TE (Ask Me Anything: Terina) anche l’architetto Abramo e la dottoressa Mancuso che collabora ai lavori fin dal loro inizio, nel 1997.

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In realtà quest’ultima campagna, condotta con fondi europei per l’ammontare di 1 milione di euro, sarà più lunga di tutte e cinque le precedenti, e 1/3 dei fondi saranno utilizzati per la valorizzazione dell’area : saranno infatti approntati due gazebo con pannelli informativi e un vero e proprio percorso interno che permetterà di visitare per intero il sito oggetto di scavo, per un’estensione di circa 3.500 metri quadri. Già realizzata la recinzione del cantiere e l’apparato di videosorveglianza, a causa di “visite notturne indesiderate”.

“Si è trovato molto, e ci sono state molte conferme di ciò che ci si aspettava da questa campagna di scavo”- dice la Abramo, definendo come termine dei lavori la fine di Agosto. Ad emergere è una zona dedicata all’edilizia residenziale, con isolati compresi fra due strade parallele larghe 6,30 metri intersecate da due vie più piccole che le collegano. All’interno della scacchiera la pianta di due case formate da ambienti rettangolari, una delle quali presenta un ingresso con cortile interno sul quale si affacciavano le stanze.

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Ritrovati all’interno frammenti di coccio da recipienti per contenere liquidi o derrate e alcune decine di monete terinesi, tipiche per la loro rara ricercatezza iconografica. “Nella sua breve vita – dichiara la Mancuso – questa città è stata straordinariamente ricca, e possiede una delle monetazioni più belle dell’intera Magna Graecia”. Il sito, già individuato da Paolo Orsi ai primi del ‘900 e che emerse in maniera casuale mentre vi veniva piantato un uliveto, ha la fortuna di non essere mai stato sede, dopo la distruzione di Terina ad opera di Annibale, di altri insediamenti urbani e di essere invece stato parte nel medioevo dei possedimenti terrieri dell’Abbazia Benedettina prospiciente, come dimostrato anche dal ritrovamento di un canale agricolo per l’irrigazione di epoca medievale che taglia le fondamenta degli abitati. Una nuova visita esplicativa è già stata organizzata dalla cooperativa per il 7 Luglio.

Giulia De Sensi

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