Lamezia, professoressa De Sensi Sestito su parco Terina: “Scadenza per non perdere finanziamenti acceleri risoluzione al problema”

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Lamezia Terme – Si torna a parlare del Parco archeologico di Terina. E’ di qualche giorno fa, infatti, la risposta della commissaria Ue alle politiche regionali Corina Creu sullo stato di degrado degli scavi dopo l'ufficiale presentazione al pubblico avvenuta nel novembre 2016. Entro il 31 marzo 2019 si dovrà provvedere al suo completamento, altrimenti si perderanno i fondi. Più volte avevamo segnalato l’incuria e il degrado sul sito già a pochi mesi dall’inaugurazione. Giovanna De Sensi Sestito, ordinaria di storia greca all’Unical, interviene sulla vicenda, essendo stata ex assessore ai beni culturali sotto l’amministrazione Speranza, e direttamente coinvolta nell’ideazione del progetto per la riapertura degli scavi. La professoressa ne ripercorre tutto l’iter, lanciando un ultimo appello ai commissari prefettizi, affinchè, tra le tante problematiche per la città, non ci si dimentichi della valorizzazione dei beni culturali.

“È veramente un peccato – scrive la De Sensi Sestito - che dei beni culturali lametini si torni a parlare sui mezzi di comunicazione locali e nazionali solo per segnalare disfunzioni, problemi, pericoli  aumentando così la frustrazione e la delusione sia di quanti hanno dedicato nel tempo impegno, esperienza e professionalità alla loro conoscenza, tutela e valorizzazione, sia soprattutto dei fruitori potenziali, che tali purtroppo rimangono ancora, vale a dire i cittadini, i calabresi, i possibili turisti, e tutti coloro che si occupano professionalmente o per passione di Beni culturali e che su quelli lametini, diversi e importanti, avrebbero voluto puntare molto di più per presentare il miglior volto della città, con la sua lunga storia antica e recente e con le sue tante potenzialità che continuano a restare inespresse.  

Il caso appena riesploso, segnalato da il Lametino.it qualche giorno fa, riguarda la minacciata revoca della quota di ben 750.000,00 euro con la quale l'Europa, all'interno del programma Calabria FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2007-2013, ha co-finanziato l'intervento di completamento dell'attività di scavo nell'area archeologica di Iardini di Renda, che aveva come obiettivo finale la realizzazione del Parco archeologico di Terina da rendere immediatamente fruibile.

L'intervento, per un ammontare ben più alto rispetto al finanziamento ottenuto, era uno di quelli previsti nel «Programma Lamezia Cultura per interventi strategici finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale lametino», elaborato dalla scrivente in qualità di Assessore ai Beni Culturali e approvato in data  23.12. 2005 con delibera nr. 409 della Giunta comunale guidata dal sindaco Gianni Speranza.

Il Programma – spiega ancora l’ex assessore - fu subito dopo trasmesso all'Assessorato regionale ai Beni culturali perché fosse inserito tra i progetti da finanziare sulle rimodulazioni del POR Calabria 2000-2006 allora in corso di definizione sulla base delle delibere CIPE 20/2004 e 35/2005. Su quelle risorse riuscimmo a far finanziare un intervento sul Castello Normanno-Svevo e il restauro del Mulino adiacente, che doveva diventare il Punto informativo e di promozione turistica in un programma di visita alla città e ai suoi beni culturali, che avevamo allora elaborato, strutturato e tradotto anche in una apposita guida alla scoperta della città e della sua storia.

Furono invece allocati sul fondi POR FESR 2007-2013 gli interventi che riguardavano gli altri beni culturali della città, in particolare le due maggiori emergenze archeologiche da tutelare e valorizzare in forma coordinata all'interno di un parco archeologico unitario, l'Abbazia di Sant'Eufemia, e l'Area di Iardini di Renda, destinatari ciascuno di un finanziamento complessivo di (solo) un milione di euro, di cui il 70% a carico dei fondi europei FESR. Il progetto sull' Area archeologica di Terina in particolare fu inserito nella misura relativa ai «Grandi attrattori culturali della Magna Grecia». Due interventi andati avanti in parallelo, sotto la responsabilità dell'Amministrazione comunale il primo, della Soprintendenza archeologica quest'ultimo.

Inutile porre l'accento sui tempi lunghi della burocrazia per l'approvazione degli interventi, poi per la redazione dei progetti preliminari e definitivi condivisi dall'Amministrazione comunale con le competenti Sovrintendenze regionali, ancora per l'assegnazione definitiva dei fondi da parte della Regione; e ricordare la lotta contro il tempo per arrivare alla firma delle relative convenzioni con i soggetti attuatori (solo nel 2016) e per realizzare gli interventi entro i limiti perentori di scadenza previsti. Parlano da sole le tappe e le date che ho ricordato, perché questo percorso ad ostacoli lo conosce solo chi ha partecipato dal di dentro ad una o più fasi e anche per mettere in chiaro che chi, come me, il percorso l'ha promosso e poi seguito in tutte le fasi, anche quando non ricopriva più la carica di assessore, ha considerato l'inaugurazione del Parco archeologico di Terina il 19 novembre 2016 come la sofferta ma felice conclusione di un sogno. E questa era la ovvia considerazione della maggior parte dei lametini che hanno guardato con interesse e partecipazione a questi processi, e dei giornalisti che non hanno mancato di informare l'opinione pubblica sui passaggi principali e sugli obiettivi che sembravano raggiunti, almeno per questo progetto: finanziamento ottenuto e speso correttamente, Parco archeologico realizzato, con recinzione, parcheggi, pannelli esplicativi, percorsi di visita.    

All'Amministrazione comunale restava il compito di individuare le opportunità migliori da mettere in campo per assicurare la manutenzione del Parco e la sua fruizione pubblica in un piano integrato di valorizzazione dell'intero sistema dei beni culturali lametini, o anche solo di quelli archeologici, da raccordare tra i vari siti e col Museo archeologico Lametino, con orari di apertura fissi, percorsi di visita, attività promozionali e culturali periodiche, offerta di pacchetti turistici, ecc.  Un'occasione ghiotta per lanciare attraverso un bando pubblico una gara di proposte concrete da parte di società di gestione, associazioni, cooperative, aggregazioni di giovani, disposte a mettersi in gioco per creare una valida opportunità di lavoro  nella e per la propria città. Sono riusciti a farlo comuni ben più piccoli di Lamezia, nè mancavano i modelli italiani e regionali a cui ispirarsi, o le procedure già ipotizzate dalla stessa Amministrazione comunale a corredo della progettazione a suo tempo prodotta.

Anche la denuncia lanciata da il Lametino.it nel luglio 2017 sull'incuria e l'accessibilità del  Parco non è bastata a mettere in allarme l'Amministrazione sull'urgenza di prendere i dovuti provvedimenti per avviare a risoluzione il problema. C'è solo da sperare che la scadenza ravvicinata al 31 marzo per evitare la revoca del co-finanziamento europeo induca la Commissione straordinaria a risolvere, e con urgenza, anche questo, come tanti altri problemi in cui si dibatte in questo momento la nostra città, problemi che riguardano servizi essenziali per i cittadini – conclude - ma interessano anche altri beni culturali per i quali occorre completare gli interventi, farli mettere a norma, e utilizzare a fini collettivi per evitare che si deprezino per disuso”. 

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