Lamezia, Panedigrano: “Fusione è un'opportunità, no a lotta politica su ospedale”

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Lamezia Terme - Il destino dell'ospedale Giovanni Paolo II e l'organizzazione dei servizi sanitari sul territorio continuano a tenere banco nel dibattito pubblico. In primo piano vi è la decisione del Governo di impugnare la legge regionale che prevede la fusione delle aziende ospedaliere di Catanzaro e l'annessione anche del presidio. Dopo la presa di posizione del parlamentare 5stelle Giuseppe D'Ippolito contro l'accorpamento, oggi prende la parola in replica Nicolino Panedigrano: "Il nostro ospedale sostiene - ebbe la peggiore mazzata nel 2010 con il Decreto 18 del duo Scopelliti-Scaffidi che dall’oggi al domani e senza motivi lo degradò a ruolo di ospedale Spoke dei due Hub di Catanzaro: Mater Domini e Pugliese-Ciaccio. Ne sono seguiti dieci anni circa di battaglie del Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, del Tribunale del Malato e del Comitato Malati cronici, riempiti di grandi manifestazioni di massa e della raccolta di circa 25.000 firme sotto la petizione popolare che chiedeva di assegnare un ruolo ed una funzione regionale alla nostra validissima struttura ospedaliera".

"Ora - aggiunge Panedigrano - che una legge regionale ha posto le basi per chiedere ed ottenere che gli sia assegnata la funzione di Centro Traumatologico regionale (peraltro mancante in Calabria) il deputato D’Ippolito, rimasto su questi temi per molto tempo inane forse perché assorto nei suoi affari, è andato ad accodarsi al duo Nesci-Scaffidi (parlamentare 5 Stelle la prima, sempre quello del duo Scopelliti-Scaffidi il secondo), che continua a voler relegare il nostro ospedale al ruolo marginale e al destino di smantellamento già da tempo in atto. "Invece di speculare sui miei percorsi politici - afferma - (lui che nel 2015 da candidato a Sindaco raccolse a malapena il 4% dei voti) ci dica allora qualcosa nel merito del destino glorioso e progressivo che il suo mentore Scaffidi ha ora programmato per il nostro nosocomio e provi a spiegarci perché lui, da deputato 5 Stelle, ha improvvisamente cambiato idea rispetto ai bellicosi proclami che mandò alla stampa in occasione della manifestazione del 19 marzo 2016".

Da qui le conclusioni: "La salute - sostiene Panedigrano - non può soggiacere a regole economiche e finanziarie, a valutazioni costi/benefici, non si può morire perché la tua salvezza dipende dal numero di chilometri che ti separano da un luogo di cura. Le strutture sanitarie costano? Occorre coprire le spese? Le risorse ci sono, basta volerle trovare: tagliamo i costi della politica, stipendi, indennità, vitalizi, non tagliamo il diritto alla salute!”.

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