Lamezia: Scuola, insegnanti si autoconvocano contro misure Governo

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Lamezia Terme, 26 ottobre - Si sono riuniti questo pomeriggio diversi insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori presso i locali dell'auditorium del Liceo Campanella. Motivo dell'autoconvocazione è stato quello di fare il punto sulla situazione che accomuna tutti gli insegnanti italiani delle scuole medie di primo e secondo grado. I professori si sono riuniti per discutere e decidere ogni possibile azione contro l'innalzamento dell'orario a 24 ore e contro il Ddl 953 che, per gli insegnanti questo pomeriggio autoconvocati, punterebbe "ad una scuola aziendalista e che consolida le disuguaglianze sociali ed economiche del territorio". L'invito alla mobilitazione e alla partecipazione è stato rivolto a tutti gli insegnanti della città e del comprensorio. Al termine della riunione è stato approvato un documento che riportiamo qui di sequito.

Il documento elaborato e approvato dai docenti delle scuole medie di I e II grado lametine

I docenti respingono con ferma determinazione qualsiasi tentativo di svilire la loro funzione e mortificare la loro professionalità con l'aumento dell'orario di servizio così come è stato proposto dal ministro Profumo e inserito nel Disegno di Legge Stabilità 2013, articolo 3, quanto prima al vaglio delle Camere. Pertanto, come già suggerito da altre assemblee spontanee di nostri colleghi in tutta la penisola, siamo pronti a bloccare tutte le attività accessorie (l'ordinamento di classe e di dipartimento, progetti, commissioni, uscite e viaggi d'istruzione, e tutto quanto non espressamente previsto dal CCNL) nonchè , se necessario gli scrutini.  In merito vogliamo ricordare che se dovesse attuarsi un'ingiustizia simile, non solo si perderebbero oltre 100.000 cattedre e posti di lavoro, ma si abbasserebbe di molto la qualità della scuola italiana, in quanto aumentando le ore attraverso l'assegnazione di un maggior numero di classi, addirittura per materie affini, dunque anche senza il possesso della specifica abilitazione, si avrebbe una pesante incidenza sugli aspetti correlati alla didattica Giova altresì ricordare che le ore di lezione impartite a scuola, sono solo una parte dell'attività di un docente che spende la propria professionalità anche nella preparazione delle medesime, nella predisposizione e nella correzione dei compiti in classe, nel ricevimento delle famiglie, nella programmazione e nelle attività collegiali. Chiediamo inoltre agli studenti, alle famiglie, all'opinione pubblica di sostenerci per difendere la Scuola Statale, minacciata anche dal Ddl 953 ( ex disegno Aprea). Questa legge prevede la creazione di un "consiglio dell' Autonomia" al posto del Consiglio d'Istituto, organo d'indirizzo della scuola. Non ne farà più parte il personale non docente della scuola, sostituito da "membri esterni, scelti tra le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, in numero non superiore a due...(art. 4). La logica della convenienza privata che persegue di solito il profitto, si sostituirà con ogni probabilità al controllo democratico dell'interesse collettivo, esponendo la scuola agli interessi dei poteri forti presenti nel territorio. Ogni Consiglio dell'Autonomia elaborerà uno "statuto autonomo", diverso per ciascuna delle diecimila scuole italiane che regolamenterà l'amministrazione dell'Istituto, la strutturazione degli organi interni, nonchè le delicate relazioni tra le diverse componenti che ne fanno parte : materie finora regolate da una normativa unitaria per tutto il territorio nazionale. Lo Stato, insomma, non garantirà più le pari opportunità degli studenti nell'esercizio del diritto allo studio. L'articolo 10 prevede inoltre l'opportunità di "ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico delle loro attività", rimarcando che queste "possono essere soggetti sia pubblici che privati, fondazioni, associazioni di genitori o cittadini, organizzazioni no profit". Ci fermiamo qui, ma le implicazioni contenute nell'ex disegno Aprea, aprono la strada a molteplici minacce per la gestione democratica delle scuole e per la libertà d'insegnamento dei docenti.  In conclusione, alla luce di quanto esposto e rapidamente illustrato, ribadiamo il nostro fermo no alla logica del disprezzo del prezioso lavoro che in quanto docenti svolgiamo nelle scuole della Repubblica e al subdolo e ormai manifesto disegno dello smantellamento della Scuola Pubblica.

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