Lotta agli incendi, più droni e mezzi per ridurre i roghi: nel Lametino attivi 15 gruppi di volontari

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Catanzaro - Aumento dei mezzi meccanici e dei droni, corsi di aggiornamento, coordinamento per le attività di prevenzione e controllo del territorio. Sono diverse le attività previste all'interno del piano regionale antincendi che è stato approvato dalla Giunta regionale, su indicazione dei dipartimenti competenti e della Protezione civile. Nel documento un dettagliato report sulle attività dell'anno precedente, che registrano un drastico calo degli incendi e un aumento del numero delle persone denunciate. Sotto il segno della "Tolleranza zero" - questo il nome della campagna antincendi in Calabria si è passati da 22 denunce nel 2022 a 285 nel 2023, nonostante una significativa diminuzione del 25% nel numero complessivo di incendi.  Al centro del sistema, in Calabria, vi è una complessa macchina che mette in campo attori e istituzioni diverse dai carabinieri, alla Protezione civile, all'azienda Calabria Verde, i Vigili del Fuoco e le organizzazioni di volontariato. Quest'ultime hanno un ruolo fondamentale perché prime vedette sul territorio sia nella fase di spegnimento che di prevenzione. Se ne contano a decine in Calabria - tra quelle regolarmente riconosciute - ad esempio solo nella zona del territorio lametino e del Reventino sono attivi 15 gruppi di volontari, da Falerna a San Mango d'Aquino, da Lamezia città a San Pietro a Maida.

I mezzi in campo

Le attività di monitoraggio con droni sono state potenziate, aumentando sia il numero di droni impiegati che l'utilizzo di piattaforme avanzate per la pianificazione delle attività. Per lo spegnimento degli incendi sono attive 62 squadre regionali e 45 squadre di organizzazioni di volontariato, i mezzi di spegnimento sono invece 26 autobotti e 36 Pick-up. In azione anche su tutto il territorio regionale quattro elicotteri e 7 mezzi aerei, di cui 5 dislocati all'aeroporto di Lamezia. A questi, vanno aggiunte le squadre specializzate dei Vigili del fuoco, che detengono il ruolo centrale insieme ai carabinieri forestali all'interno del sistema di prevenzione e soprattutto spegnimento.

Il ruolo della “Control Room"

Oltre all'uso dei droni, un ruolo centrale nel piano "Tolleranza zero" è affidato alla control room situata alla cittadella e che - come indicato nel piano stesso - è finalizzata a più funzioni: individuazione delle aree di maggiore rischio, coordinamento delle attività di monitoraggio e delle sale operative per l’avvio dei necessari adempimenti in caso di individuazione di incendiari. "Tale sistema - si legge nel Piano - grazie alla sua incisività ed alla rapidità di azione, ha permesso di conseguire già risultati importanti in termini di riduzione degli incendi e di segnalazioni effettuate alle autorità giudiziarie competenti. Inoltre, grazie alla collaborazione tra diverse risorse umane e tecnologiche, si è registrata una notevole riduzione della superficie boschiva colpita dagli incendi, segnalando un miglioramento tangibile nella gestione complessiva".

Il patrimonio bosco e gli incendi in Calabria

La Calabria presenta una superficie forestale di 650.620 ettari, con un indice di boscosità pari al 43,1% che la posiziona tra le regioni italiane più densamente ricoperte da popolamenti forestali. Ma - si indica nel report - la Calabria, considerando i valori medi degli ultimi anni, si pone tra le regioni italiane con maggior numero di incendi boschivi e superficie percorsa dal fuoco. Mediamente negli ultimi 20 anni (2004 – 2023) il numero d’incendi boschivi rappresenta circa il 15% di quelli verificatesi sull’intero territorio nazionale mentre in termini di superficie percorsa dal fuoco rappresenta circa il 21%. "Quando il fuoco distrugge un bosco - spiegano gli esperti della Regione - oltre ai danni economici immediatamente quantificabili, vanno considerati gli ingenti danni causati dall’inevitabile scomparsa dei benefici che il bosco produce, danni che sono notevolmente superiori al valore intrinseco del bosco. Gli incendi boschivi, specialmente nelle regioni mediterranee, sono diventati una calamità grave, con nefaste conseguenze di ordine ecologico, economico e sociale".

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