Mattarella: "Da separazione strade tra territori Nord e Sud gravi danni a entrambi"

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Castrovillari (Cosenza) - "Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita nel Cosentino al Distretto agroalimentare, in occasione della celebrazione della Festa del Lavoro. "Il Mezzogiorno d’Italia è parte dell’Europa. Ed è decisivo per il suo futuro, insieme ai vari Sud del Continente. Il Mezzogiorno d’Italia è una realtà complessa, non certo uniforme - sottolinea -. Le sue potenzialità, le sue vocazioni, i suoi problemi non sono riassumibili in un’analisi semplificata. Vi sono eccellenze e grandi divari. Le Regioni meridionali dispongono oggi di un reddito che non raggiunge quello di altre aree nazionali. Per alcuni aspetti i loro cittadini fruiscono di servizi meno efficienti. Nel Meridione il tasso di occupazione è più basso rispetto al Centro e al Nord. Donne e giovani pagano un costo elevato e sono tanti coloro che, a malincuore, lasciano la terra d'origine, accentuando un rischio di spopolamento che andrebbe frenato. Per rispetto del valore, della storia e del futuro di quei territori. Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri".

"In questa stagione drammatica, difendiamo i nostri valori di democrazia e solidarietà"

"Viviamo un tempo segnato da gravi preoccupazioni, che richiedono, per più aspetti, frequenti assunzioni di responsabilità. Pensavamo che la guerra non avrebbe più sfiorato l'Europa dopo la capacità del continente di risorgere nella pace dall'abisso dei due conflitti mondiali". Ha ancora detto il presidente della Repubblica, a Castrovillari. "Dobbiamo invece vivere una nuova drammatica stagione - ha aggiunto il capo dello Stato -. Nella quale vogliamo restare noi stessi, difendendo e rafforzando i nostri valori di libertà, di democrazia, di solidarietà, di giustizia interna e internazionale, di pace e di cooperazione tra i popoli, nel rispetto di tutti grandi e piccoli e nel rifiuto della prepotenza dei più forti. È questo il futuro, per il quale, nei decenni trascorsi, gli italiani vollero la Repubblica e, con essa, la pace e l'unione dell'Europa. Rivolgo un saluto ai sindacati che domani dedicheranno il Primo maggio a "un'Europa di pace, lavoro e giustizia sociale". Un augurio ai giovani che si riuniranno a Roma per il tradizionale Concertone. Abbiamo tanta strada da fare e disponiamo delle risorse morali e materiali per preparare il futuro senza cedere né alla paura, né alla sfiducia. Auguri a chi promuove lavoro, a chi lo difende, a chi lo cerca, a chi desidera migliorarlo, a chi ha concluso la sua esperienza lavorativa. Ai Cavalieri e ai Maestri del lavoro. Buon Primo maggio! Buona festa del lavoro!".

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