Messa in ricordo a un anno dalla tragedia di San Pietro Lametino, papà Angelo: “Qui la mia vita s’è spezzata con voi” - VIDEO

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Lamezia Terme – “Questo è il Calvario di Stefania, Christian e Nicolò che, come avvenne per Gesù in quel luogo, qui hanno trovato la morte. Ma c’è una vita dopo la morte, che non può avere l’ultima parola. Una morte del genere è unirsi alla Croce di Cristo. E questo ci deve consolare”. Una folla silenziosa, sulla strada e tra gli uliveti a perdita d’occhio, ascolta in lacrime le parole di don Antonio Stranges, vicario foraneo della Diocesi lametina, nella messa in ricordo di Stefania Signore e dei suoi piccoli Christian e Nicolò Frijia, di 7 e 2 anni, che un anno fa morivano, travolti dalla furia delle acque, in località Belle Canne a San Pietro Lametino. Oggi, a ricordare le vittime di quella notte terribile, davanti all’altare in loro memoria, sono davvero in tanti. I nomi di Stefania, Christian e Nicolò sono dappertutto: su striscioni e palloncini bianchi e rossi a forma di cuore, e persino su un camion vela, con la scritta “Brillate come stelle nel cielo”. Tanti i bambini che portano fiori e messaggi d’affetto, come “Vi vogliamo bene” e “Non vi dimenticheremo mai”. Tra le tante autorità di ogni livello presenti, c’è anche Carlo Tansi, ex capo della Protezione civile calabrese.     

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Nella sua omelia, don Stranges più volte si rivolge a San Francesco d’Assisi (che si festeggia oggi) e alla Madonna, chiedendo loro di consolare le famiglie distrutte dal dolore e di assistere anche le comunità attonite. In particolare, dice a papà Angelo: “La Madonna, che era qui quella sera in silenzio, proprio come avvenne ai piedi della Croce, si prenderà cura di te. La Fede ti regge. Tutto quello che hai perso in questa vita, lo ritroverai moltiplicato per cento nella Casa del Padre. Non mollare”. Don Stranges, poi richiama l’episodio evangelico della Strage degli innocenti. Alla fine, papà Angelo, affida i suoi pensieri a una lettera, che però non riesce a leggere per la commozione. Così chiede di farlo a una persona a lui molto cara. “Qui la mia vita s’è spezzata con voi – scrive Angelo - è una tragedia solo mia. Nulla è cambiato da allora. Nulla è stato fatto per impedire il ripetersi di simili tragedie. Questa è una storia che deve portare un po’ di speranza nei cuori di tutti noi”. Dopo, i palloncini con i nomi di Stefania, Christian e Nicolò volano liberi in cielo sulle note della canzone di Biagio Antonacci “Se è vero che ci sei”. Antonacci era il cantante preferito di Stefania.

Giuseppe Maviglia

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