Precari giustizia e sanità, Barletta (Cisl): "Destini incrociati, il ministero mantenga gli impegni"

cisl-bandiera-logo_c2f1d_743f8.jpgCatanzaro - Sul fronte dei lavoratori precari, il segretario generale della Felsa Cisl Calabria, Carlo Barletta fa notare come "la giustizia si incrocia con la sanità". "Sul versante dei tirocinanti giustizia è noto come la giornata di protesta del 29 ottobre tenutasi davanti la sede del Ministero della Giustizia in Roma e portata avanti dai colleghi della FP CISL Nazionale, non abbia sortito gli effetti sperati e pure largamente promessi dallo stesso Ministro Bonafede - spiega il sindacalista - . In realtà, sebbene la vertenza riguardi complessivamente circa 2500 lavoratori a livello nazionale, dei quali oltre 450 solo in Calabria al di là di una selezione per 616 operatori giudiziari e di una futuribile promessa di un concorso per 800 posti a tempo determinato, ci si rende conto di come anche a livello di amministrazione centrale non vi sia una vera e propria volontà di risolvere la vertenza. Naturalmente - aggiunge - l’azione della CISL non intenderà fermarsi alla sola giornata di sit-in. Non escludiamo momenti di mobilitazione e protesta anche a livello locale proprio a causa della miopia con la quale a “livello centrale” si gioca con la vita di centinaia di lavoratori che, dopo oltre un decennio di tirocini avviati dal Ministero della Giustizia, chiedono un giusto riconoscimento: quello al lavoro vero, tutelato e garantito non già da promesse politiche ma dal sudore della loro fronte".

"Nell’ambito del bando tirocinanti giustizia - spiega ancora dalla Cisl - tutto a carico della Regione Calabria, ve ne sono circa un centinaio (provenienti dal bacino dei c.d. ex mobilità in deroga) che alla luce del bando giustizia - prestano la loro attività nelle ASP ma anche all’interno dei presidi ospedalieri. Tali lavoratori, che percepiscono sempre un sussidio di 500 €, sono quelli che si interfacciano con l’utenza (dunque con ciascuno di noi!) ogniqualvolta occorre: un tesserino sanitario, certificazioni di varia natura, ma anche per il disbrigo di quelle pratiche tutte interne facenti parte del corposo apparato burocratico sanitario che però si traducono concretamente nella prestazione dei servizi erogati dai nosocomi regionali. In sintesi: precari che comunque mandano avanti una sanità sotto gli occhi di tutti precaria".

"Come Felsa Cisl - prosegue Barletta - , abbiamo chiesto alla struttura commissariale un incontro ad hoc (che però purtroppo stenta ad arrivare) proprio perché consapevoli che solo una discussione serena ed obiettiva rappresentata da chi conosce e vive quotidianamente determinate realtà dalla parte dei protagonisti, e cioè dai lavoratori, potrebbe contribuire, e non poco, a risolvere positivamente una vicenda che investe la vita di centinaia di precari calabresi riconoscendo loro il giusto diritto alla collocazione e stabilizzazione. Ci troviamo di fronte ad una vertenza paradossale. Da una parte i tirocinanti della Giustizia ex art. 37 UDP, creati dal Ministero della Giustizia oltre un decennio fa, e dall’altra i tirocinanti della giustizia impegnati nella sanità calabrese. Entrambi per una beffarda ironia della sorte, attendono soluzioni proprio da organismi con sede a Roma: Ministero della Giustizia e Tavolo Adduce ma con l’apporto sostanziale della struttura commissariale calabrese. Per quanto i lavoratori sopporteranno tale status? Non bastano purtroppo gli apprezzabili impegni assunti dal Presidente Oliverio il quale, da noi interpellato, ha garantito che cercherà una soluzione per non lasciare del tutto a casa i circa 600 lavoratori tirocinanti della giustizia in scadenza al 31 gennaio 2020. Qui è il Ministero della Giustizia e la struttura commissariale della sanità che devono assumersi precise responsabilità".

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