Ricercatrice laureata all'Unical vince premio "Roche"

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Rende (Cosenza) - "Ho appreso, con grande orgoglio, che una nostra laureata è risultata tra gli otto vincitori del premio 'Roche per la Ricerca' 2017, per progetti in oncologia, neuroscienze ed ematologia". Lo rende noto il rettore dell'Università della Calabria Gino Mirocle Crisci, che si congratula con la giovane ricercatrice, Michela Lupia, laureata in Scienze Biologiche nel 2003 e che, sempre all'Unical, ha conseguito la Laurea magistrale in Scienze Biologiche, indirizzo bio patologico molecolare, nel 2006, facendo l'internato di tesi nel laboratorio di Biologia Molecolare e Biochimica sotto la supervisione del prof. Cesare Indiveri. "Un grande risultato - prosegue Crisci - frutto di anni di studio, talento e forza di volontà, che hanno portato la dottoressa Lupia, che oggi lavora all'Istituto Europeo di Oncologia, a vincere il prestigioso premio che le consentirà di indagare su un nuovo approccio per bloccare o ritardare la proliferazione delle cellule staminali cancerose del tumore all'ovaio". Il rettore Crisci ha deciso di invitare, nelle prossime settimana, la biologa all'Unical per illustrare le sue teorie di ricerca nel corso di un incontro con gli studenti.

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La scienziata accolta dalla sua comunità di Sersale 

“Sulla sanità italiana ci sarebbe tanto da fare, ma rispetto all’estero ha un grande merito: è una sanità pubblica a cui tutti, sia ricchi che poveri, possono avere accesso. È un principio che sta alla base del vivere civile. Tuttavia, il divario tra Nord e Sud è innegabile. L’Italia è una sola e tale deve essere in ogni suo aspetto, dalla sanità all’istruzione: in tutto ciò che è pubblico non ci devono essere differenze. È impensabile che dalla Calabria e dalla Sicilia si debba andare a Milano, a Roma o a Torino per avere cure ottimali e all’avanguardia. È ormai assodato che l’ambiente e il contesto, soprattutto nel post operatorio o in casi di cure pesanti come le chemioterapie, hanno un ruolo fondamentale nella psicologia dei pazienti”. È quanto ha detto Michela Lupia, biologa dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e una degli otto vincitori del premio “Roche per la Ricerca” 2017 per progetti in oncologia, neuroscienze ed ematologia, accolta calorosamente dalla sua comunità, Sersale, dove tornerà, come ogni anno, in estate “per apprezzare le bellezze delle  Valli Cupe” e intrattenersi (su espresso invito della dirigente scolastica Rosetta Falbo che ha segnalato «la qualità della formazione di cui la Calabria nonostante tutto è capace») con gli studenti.

Alla scienziata, che ha conseguito la laurea in Scienze biologiche presso l’Università della Calabria e il dottorato di ricerca in Oncologia molecolare presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, il direttore della Riserva Valli Cupe Carmine Lupia ha donato una copia del libro “Etnobotanica in Calabria” a breve nelle librerie per Rubbettino. Il sindaco di Sersale Salvatore Torchia e il presidente della Pro loco Alessandro Galeano hanno espresso “gratitudine per l’importante risultato scientifico conseguito da Michela Lupia che, grazie al premio tributatele, potrà indagare su un nuovo approccio per bloccare o ritardare la proliferazione delle cellule staminali cancerose del tumore all’ovario”.

Ha aggiunto Michela Lupia: “Sono molto soddisfatta sia degli studi universitari a Cosenza che del corso di dottorato a Catanzaro. Ho avuto accesso a un’istruzione di alta qualità, perché ho avuto degli ottimi insegnanti e la possibilità di andare all’estero per studiare nuove scoperte e nuove ricerche da cui prendere spunto. E poi, quando una ragazza per frequentare la scuola superiore (da Sersale a Catanzaro), come ho fatto io, ha dovuto alzarsi ogni mattina all’alba per rientrare col pullman nel primo pomeriggio, decisamente dopo può affrontare qualsiasi sacrificio”. Infine: “La ricerca scientifica ci consentirà di migliorare la qualità della vita delle persone intervenendo su patologie che spesso hanno esiti letali. Il mio lavoro mi diverte e lo faccio con grande passione. Ho provato anche all’estero, ma è innegabile che lavorare nel proprio Paese è tutta un’altra cosa. Per fare bene il proprio lavoro è necessario avere intorno anche un ambiente amico, i propri legami. Io, per esempio, appena posso, rientro sempre in Calabria”.

 

 

 

 

 

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