Storie di lametini rientrati in Calabria nella Fase due: "Che fine hanno fatto i nostri tamponi?"

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Lamezia Terme - Continua il grido di allarme dei fuorisede in merito ai tamponi a cui sono stati sottoposti al loro rientro in Calabria, così come disposto per tutti coloro che dal 4 maggio in poi sono tornati nelle proprie residenze, il cui esito dopo diversi giorni ancora non è arrivato. 

“Sono rientrato da Milano domenica 10 maggio - racconta S. a il Lametino.it - sono arrivato alla stazione di Lamezia Terme Centrale alle 22:23 con l’Inter city 561 proveniente da Roma Termini e, una volta arrivato a Lamezia, siamo stati accolti da una équipe medica, per fare il tampone, dopo aver fatto la fila, consegnato i documenti di riconoscimento, data la registrazione che ho fatto online com’era da prassi, ho fatto il tampone e ad oggi ancora non ho notizie del mio esito del test, non so se sono positivo o negativo”.

"Ad oggi, nessun esito, nessuna chiamata o mail"

Anche L. si unisce al coro di tanti giovani e ci racconta la sua storia: “Sono partito per lavoro a fine novembre 2019 e ovviamente da gennaio 2020 fino a maggio, causa emergenza covid-19, sono rimasto bloccato al nord, senza aver avuto sostegni da nessuno e oltretutto con difficoltà economiche. Rappresento uno di quelli che, per rispetto e salvaguardia della propria salute e quella dei miei familiari, non ho partecipato alla tanto criticata "fuga dal nord" di inizio marzo 2020. Finalmente dopo 2 mesi, il Premier Conte e la Presidentessa Santelli, verso fine aprile, si sono decisi a far tornare i propri cittadini nelle rispettive residenze, con tutti i pregiudizi del caso. Sono stati giorni infernali, non riuscivo a trovare un mezzo che mi consentisse di tornare nella mia amata terra, ad esempio i bus solo da inizio giugno svolgeranno il servizio, e le compagnie aeree cancellavano il viaggio tre giorni prima di partire. Dopo varie peripezie e telefonate, finalmente sono riuscito ad acquistare un biglietto (costosissimo tra l'altro e qui si aprirebbe un’altra aspra critica) del treno tratta Torino Porta Nuova a Napoli Centrale e da Napoli a Lamezia Terme Centrale. Arrivato a Lamezia, dove ci hanno accolto con una leggera confusione ma abbastanza ordinati, con la solita burocrazia infinita, fatta di autocertificazioni e auto dichiarazioni, mi sono volutamente sottoposto al tampone e mi dissero che il risultato sarebbe arrivato fra tre giorni, mentre fra sette giorni mi hanno assicurato che venisse eseguito un secondo tampone, per dimostrare l'effettiva negatività, così da poter spezzare la quarantena. Bene, sono arrivato in Calabria il 14 maggio e ad oggi, nessun esito, nessuna chiamata o e-mail di informazione”.

Arrivati, in Calabria, i ragazzi si sono subito messi in isolamento, privandosi della gioia di poter riabbracciare o almeno salutare da vicino i propri cari, in attesa dell’esito del tampone. Risultato che, tardando ad arrivare, porta i tanti fuorisede a vivere nell’angoscia sentendosi abbandonati a loro stessi. In tanti, col trascorrere dei giorni, si sono rivolti all’Asp, all’ospedale, senza però ricevere risposte concrete sui tempi dell’esito dei tamponi. In un caso, racconta un ragazzo “una centralinista mi risponde dicendo: ‘stia tranquillo che se lei era positivo l'avremmo già chiamata’, ma non mi basta, se ho svolto un’analisi ho il sacrosanto diritto di sapere l'esito? Tra 8 giorni la quarantena cesserà, ma come dovrò comportami? Che fine faranno questi benedetti “tamponi”? Dove li catalogheranno? Posso effettivamente andare a casa dai miei familiari? Perché dobbiamo stare con la paura di esser asintomatici, e poi con quale colpa? Quelli di non essere scesi prima del "lockdown"?”. Sono le tante domande, ancora senza risposta, che tormentano questi ragazzi. A uno di loro, hanno perfino detto, evidenzia L.: “che non c’ero nell’elenco”. Tutti si pongono la stessa domanda: “che fine hanno fatto i nostri tamponi?”.  

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