Tagli di farmaci nel piano di rientro per la sanità calabrese

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Cosenza - Il Piano di rientro per la sanità calabrese prevede tagli di farmaci a larghissima diffusione. In particolare, non tiene conto che la Calabria conta molti più malati, che nel resto d’Italia, affetti da patologie specifiche, come l’ipertensione arteriosa, diabete mellito, cardiopatie ischemiche e da altre cardiometaboliche, che richiedono terapie con cardioaspirina e, di conseguenza, con gastroprotettori (dati Sfera Italia). Ne vengono segnalati gli effetti oltremodo negativi in una interrogazione di alcuni deputati di Sel, prima firmataria la calabrese Celeste Costantino, che, richiamando un decreto (n. 66 del 2015) del commissario ad acta, rilevano che il consumo di farmaci anche per le patologie acido-correlate è consentito, in regime di rimborsabilità, a 74 calabresi su mille. Secondo un’indagine di otto medici di famiglia dell’Associazione medici di base Mediass di Catanzaro, “vi sono ben 81 assistiti ultrasessantacinquenni per ogni mille assistiti che assumono la cardioaspirina e che, quindi, necessitano obbligatoriamente (per come impone la nota 1 dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco) della prescrizione dei gastroprotettori”.

E’ evidente la sottostima del commissario, ove, soprattutto si consideri che “a questi 81 su mille assistiti si aggiungono: gli infra sessantacinquenni che possono aver diritto alla prescrizione, sempre in regime di dispensazione da parte del servizio sanitario nazionale; gli assistiti, ultra e infra sessantacinquenni, che acquistano di tasca propria la cardioaspirina perché a causa delle compartecipazioni, dovute anche al piano di rientro sanitario cui è sottoposta la Calabria, il farmaco costa di più con la ricetta che senza, che quindi non risultano nella estrazione fatta perché non riprescritti ogni volta nella loro cartella clinica; gli assistiti affetti dalle patologie acido correlate che hanno una prevalenza sulla popolazione a due cifre e autorizzate alla prescrizione con il servizio sanitario nazionale dalla nota 48 dell’Aifa”. Ben si comprende come il decreto commissariale permetta di curare soltanto una minima parte dei calabresi che ne avrebbero diritto. Gli interroganti chiedono quali iniziative i ministri competenti “intendano intraprendere affinché l’accesso a questi farmaci salva-vita venga garantito in un contesto come quello della regione Calabria, in cui le percentuali dimostrano un'incidenza particolarmente significativa rispetto ai bisogni di prescrizione dei farmaci gastroprotettori”.

L. M. P.

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