Tragedia di Marcinelle, 66 anni fa la strage in cui persero la vita decine di minatori calabresi

marcinelle_c3835.jpg

Catanzaro - Ricorre oggi il 66° anniversario della tragedia di Marcinelle, la miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio in cui persero la vita 262 operai, di cui la metà italiani e molti originari della Calabria. Erano le 8 e 10 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo.  Il montacarichi, avviato al momento sbagliato, urtò contro una trave d’acciaio, tranciando un cavo dell’alta tensione, una conduttura dell’olio e un tubo dell’aria compressa.

Dei 262 operai periti 136 erano italiani, quasi tutti provenienti dal mezzogiorno d'Italia. Metà erano abruzzesi, e buona parte erano calabresi originari di Reggio Calabria, Cosenza, San Giovanni in Fiore, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano, Santa Severina, Rocca Bernarda, Savelli, Scandale, di tutta la Sila e dell'intero Marchesato di Crotone.

L’incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero dopo i disastri di Monongah e di Dawson. Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’Unesco.

Bruni: “Lotta per i diritti e le tutele sul lavoro deve continuare”

“Forse fu un corto circuito, forse una disattenzione o qualcosa che non sapremo mai a causare un’esplosione tremenda in una miniera di carbone di Marcinelle in Belgio che l’otto agosto del 1956  costò la vita a 252 persone, 136 italiane, molte delle quali calabresi. Una tragedia epocale che ha messo a durissima prova il nostro Paese e la nostra regione anche se, da quel giorno si è cominciato a pensare finalmente, in tutta l’Europa. a delineare i diritti e le tutele nel processo sempre più in evoluzione dell’integrazione continentale. Da allora sono aumentati i controlli, si è sviluppata un’attenzione particolare per la sicurezza nei posti di lavoro e si sono ottenuti risultati straordinari ma oggi dobbiamo essere vicini a chi quel maledetto 8 agosto ha perso un familiare in quel luogo. Poveri fratelli partiti in cerca di un posto dove poter lavorare per mandare i soldi a casa hanno invece trovato una morte orrenda. Bisogna fare in modo che tragedie simili non accadono più”. Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale.

Magorno: "Tragedia e dolore per tutti noi"

"8 agosto, 66 anni fa la tragedia di Marcinelle. Un pensiero alle vittime di quella strage che rappresenta un dolore per tutti noi". Lo scrive su Facebook il senatore di Italia viva, Ernesto Magorno.

Sposato(Cgil): "Politica onori ciò che siamo stati"

"Braccia in cambio di carbone. Era questo il trattato tra Italia e Belgio del 1946 che ha portato oltre 150.000 lavoratori italiani, con le loro famiglie, nelle miniere di carbone del Belgio. Altrettanti lavoratori, successivamente, seguirono le sorti in Germania, nella Renania Westfalia che conosco molto bene. L'Italia, dopo la seconda guerra mondiale era in miseria, si partiva con enorme sacrificio per aiutare le proprie famiglie". Così su facebook il segretario generale dellqa Cgil calabrese Angelo Sposato. "I migranti italiani scendevano dai treni a #Charleroi, e dopo un rapido passaggio per le baracche - prosegue Sposato - andavano subito al lavoro, nelle miniere. L'8 agosto 1956 nella miniera belga di #Marcinelle morirono 262 giovani di 12 nazionalità, 136 erano italiani di molte regioni, 4 provenienti dalla #Calabria. La più grande tragedia del lavoro e delle nostre #emigrazioni, di uomini, donne e intere famiglie che in quegli anni partivano per il #Belgio, la #Germania, con la speranza di un futuro migliore. Una storia di #lavoro duro nelle miniere di carbone". "Storie di sofferenze - sostiene ancora il leader della Cgil calabrese - di privazioni, di pianti, di distacchi, di partenze e ritorni che non arrivarono più. Noi siamo figli di quella storia e quella è la storia del nostro Paese. Un Paese che non ha #memoria non ha #futuro. La politica italiana onori Marcinelle, ricordando il valore delle nostre #migrazioni e si ricordi ciò che è stato e ciò che siamo stati".

© RIPRODUZIONE RISERVATA