Trame.6: "Contro l’Antimafia", lettera a Matteo Messina Denaro di Giacomo Di Girolamo

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Lamezia Terme - E’ una lunga lettera a Matteo Messina Denaro, in cui si confessa la resa di un sogno, il libro di Giacomo Di Girolamo “Contro l’Antimafia”, discusso a Trame 6, in un appassionante incontro con l’autore, da Franco La Torre e Attilio Bolzoni. Al centro la paura e la delusione di un giovane giornalista – cosiddetto “antimafia” – che non sa più chi ha intorno, in una Sicilia in cui l’antimafia è un sistema come un altro per far soldi, forse solo più viscido, e in cui a volte la mafia si traveste addirittura da antimafia. Un’infanzia interrotta dall’omicidio di Falcone, poi via D’Amelio, e allora l’idea forte di voler fare qualcosa che naufraga nell’affarismo dilagante, nella ritualità vuota, nelle bugie, nel protagonismo : questa la storia, strettamente autobiografica ma che racconta un pezzo di Sicilia, messa in piedi da Di Girolamo con grande agilità, e anche con evidente, profonda onestà.

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Una storia corredata di dati e di notizie sconcertanti, come quella relativa all’associazione antiracket di Marsala “che non ha mai difeso nessun commerciante, o lo ha aiutato a sporgere nessuna denuncia” ma che si costituisce parte civile in tutti i processi per estorsione – e per quasi ogni genere di reato – finanche quelli in Liguria o in Piemonte, pur di ottenere finanziamenti che non si sa dove vadano a finire. Oppure i progetti POR grazie ai quali le scuole ricevono finanziamenti “a fondo cieco” e in cui si aggirano squallidi personaggi, i cosiddetti “professionisti dell’antimafia”, che fanno dell’  “impressionismo didattico” il loro mestiere. Intanto la mafia studia, si evolve, colonizza l’informatica, le nuove tecnologie, nonostante la relazione di minoranza della Commissione Antimafia del ’76 – redatta fra gli altri da Pio La Torre, venga considerata in Italia “di sorprendente attualità”, cosa che lo stesso Franco La Torre, figlio di Pio, trova sconcertante. “Non lo è se non dal punto di vista del metodo. In ogni caso – conclude sul tema - un’antimafia che si struscia col potere non è mai un’antimafia credibile”.

G.D.S.

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