Trame.6: Sabella e Lugli, “Roma deve avere la forza di ricostruirsi”

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Lamezia Terme - Una Città con la maiuscola vittima del degrado e della delinquenza al centro del dibattito moderato da Gaetano Savatteri cui hanno partecipato due scrittori coinvolti nella vita sconvolta della Capitale: Alfonso Sabella, autore di “Capitale infetta. Si può liberare Roma da mafia e corruzione?”, e Massimo Lugli, autore di “Nel mondo di mezzo. Il romanzo di mafia Capitale”.  Magistrato, già assessore alla legalità durante l’amministrazione Marino, Sabella scrive un saggio in cui racconta una realtà che ben conosce: gare d’appalto prorogate a ripetizione che terminano invariabilmente in procedimenti diretti – ne ha contati “circa 13.000 a fronte di 7 o 8 gare regolari” – poi il mare a pagamento, la mafia violenta di Ostia che “si respira”, quella di Roma raccolta in sacche disperse in un mare di corruzione. Lugli, per 41 anni cronista di nera,  si cimenta invece in un romanzo noir che ha come sfondo una città abbandonata a sé stessa in cui si aggirano personaggi inquietanti ma dove sono soprattutto il lassismo e la rassegnazione a farla da padroni.

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A fronte dell’incapacità o dell’incompetenza degli amministratori la speranza in un futuro, che per Lugli è quasi irrecuperabile, per Sabella è possibile e anche auspicabile, nel quadro di una politica locale che vanta infondo un passato molto onorevole. “Roma deve avere la forza di ricostruirsi” dice infatti concludendo. Incipitario invece il riferimento a Virginia Raggi, candidata a sindaco dei 5 stelle, che secondo quanto dichiarato da Sabella “potrebbe essere responsabile di falso ideologico per una dichiarazione inerente l’aver avuto incarichi precedenti con oneri a carico della finanza pubblica.” Tali problematiche non ne precluderebbero peraltro l’eleggibilità.

Giulia De Sensi

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