Verso riapertura reparto Covid a Lamezia, primario Mancuso: "Recrudescenza tra i non vaccinati"

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Lamezia Terme - Terza dose, ricoveri e campagna vaccinale. Anche Lamezia, come il resto del Paese, fa i conti con una situazione pandemica ancora lontana da essere considerata archiviata. Anzi, secondo quanto appreso, per ciò che riguarda la situazione dei contagi in città, sono quattro i ricoverati lametini nel reparto Covid di Catanzaro. Di cui uno in gravi condizioni. A fronte di un totale complessivo di affetti da Coronavirus che, nella giornata di ieri, le fonti ufficiali dell'Asp segnalavano in 53 casi. Questo a dimostrazione che bisogna ancora tenera alta l'asticella dell'attenzione e non a caso si parla di quarta ondata, che riguarda anche molti giovani che partecipano a feste. Da fonti sanitarie, apprendiamo che i ricoveri e i casi "peggiori" sono tra chi non ha effettuato alcuna dose di vaccino. Sono dati riscontrabili e oggettivi che non lasciano dubbi. Intanto, vi è da dire che la campagna vaccinale prosegue presso l'hub di via De Filippis, soprattutto per il personale sanitario, e anche all'interno degli studi medici di base. Così come nelle Rsa. Va da sé che dal primo dicembre poi, come anticipato dal ministro Speranza, si potranno vaccinare 15 milioni di 40enni.

Per fare il punto della situazione, abbiamo ascoltato il parere autorevole del dottor, Gerardo Mancuso, responsabile del reparto Covid dell'ospedale di Lamezia che da qui a qualche giorno riaprirà dopo un periodo di stand-by dovuto al calo di contagi. "Ma ora - esordisce Mancuso - si sta profilando questa nuova ondata epidemiologia. All'interno dei non vaccinati c'è una recrudescenza del virus piuttosto importante, i casi stanno salendo in modo significativo, tant'è che l'indice Rt ha superato l'1; invece per tutta l'estate era 0,6-0,5, mentre ora siamo intorno all'1,2. Questo fatto indica appunto una previsione nei prossimi due mesi di un aumento di pazienti in ospedale. Al Pugliese e al Policlinico universitario, il numero dei ricoveri sta salendo, anche se ancora a livello della tollerabilità. Ma sta salendo, Quattro ieri, la scorsa settimana altri tre. Quindi, noi potremmo, da qui a 15-20 giorni, riaprire il reparto Covid di Lamezia".

Attualmente che attività si svolgono nel reparto?

"Adesso stiamo lavorando con i pazienti che hanno avuto l'infezione e si erano ricoverati. Quindi, stiano facendo un post-Covid. Abbiamo 130 pazienti che sono transitati dal reparto, più altri 500 che si sono infettati nell'area di Lamezia. Li stiamo chiamando tutti, al momento ne abbiamo già fatti 200 per fare una valutazione post-Covid e stiamo trovando, sotto il profilo scientifico, delle cose molto interessanti".

Ce ne parli.

"I reliquati del post-Covid ancora non sono scientificamente conosciuti, quello che le posso dire è che noi stiamo facendo un'analisi su questo ed emergono delle cose su cui bisogna lavorare. Diciamo che stiamo facendo un buon servizio per l'utenza perché stiamo facendo diagnosi precoci su tutto ciò che è residuo da post-Covid. Ogni giorno facciano ricoveri in day hospital e attività ambulatoriali".

C'è chi si sottopone alla terza dose e chi ancora non si è vaccinato. Cosa pensa lei al di là del dibattito nazionale il più delle volte stucchevole? Sembra appurato che a correre i maggiori rischi siano quelli non vaccinati. È così?

"Guardi, qui in Italia abbiamo parlato un po' troppo. Soprattutto i medici. Troppo e a sproposito e c'è stata questa situazione che ha confuso la gente. Quindi, al di là dei no-vax che erano presenti ma si sono inventati no-vax per un fatto di mob. La gente è stata confusa perché troppo persone hanno parlato di cose che non conoscevano. Guardi, io ho avuto la fortuna quindici giorni fa di conoscere il professor Sette, che è il consigliere del Presidente degli Stati Uniti non è uno così. Di origini italiane, insieme a Fauci. Il quale mi diceva che lì si sono vaccinati di meno però l'informazione è stata affidata esattamente ad una sola persona. E i consiglieri, che erano due, davano alla persona le cose che doveva dire. E questo è il primo dato. Il secondo dato, fornito da questi due consiglieri che sono i più grandi esperti al mondo sull'argomento, è relativo alla mortalità di chi non si vaccina, ed è impressionante. Noi avremo nei prossimi due-tre anni, una proiezione di mortalità che farà ridurre la vita media della popolazione occidentale di 1 anno e due mesi che è un dato purtroppo straordinario".

Antonio Cannone

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