Vescovi Calabria: "Da autonomia differenziata egoismi territoriali"

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Catanzaro - II progetto di autonomia differenziata se portato a compimento, "darà forma istituzionale agli egoismi territoriali della parte più ricca del Paese, amplificando e cristallizzando i divari territoriali già esistenti, con gravissimo danno per le persone più vulnerabili e indifese". E' quanto si afferma in un documento dal titolo "La dis-unità nazionale e le preoccupazioni delle Chiese di Calabria: Spunti di riflessione" pubblicato dalla Conferenza episcopale calabra con il quale si esprimono "profonde preoccupazioni riguardo all'attuale dibattuto sull'autonomia differenziata.

"Questa posizione - è scritto in una nota - scaturisce dalla preoccupazione che l'accentuarsi del divario Nord-Sud possa ledere la coesione sociale e il benessere collettivo della nazione. In contrapposizione a queste tendenze, i vescovi propongono una visione di crescita armonica per l'intero territorio nazionale e sottolineano che 'la strada da percorrere è invece quella che passa dal riconoscimento delle differenze e dalla valorizzazione di ogni realtà particolare, soprattutto delle aree più periferiche e/o interne'. Questo approccio richiama l'importanza di una politica inclusiva che promuova equità e solidarietà tra le diverse regioni del Paese". Il documento dei vescovi calabresi fa anche appello al principio di sussidarietà, citando Papa Francesco: 'Il principio di sussidarietà ha un doppio dinamismo: dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto'. Questo principio è visto come una via per 'dare speranza in un futuro più sano e giusto; e questo futuro lo costruiamo insieme, aspirando alle cose più grandi, ampliando i nostri orizzonti. O insieme o non funziona. O lavoriamo insieme per uscire dalla crisi, a tutti i livelli della società, o non ne usciremo mai". Rivolgendosi alle loro comunità i presuli invitato "a non restare indifferenti di fronte alle sfide poste dalla legge sulle Autonomie differenziate, incoraggiando l'organizzazione di occasioni di approfondimento e pubblica discussione. 'Non possiamo restare indifferenti - affermano - bisogna trovare vie perché si maturi la consapevolezza che il Paese avrà un futuro solo se tutti insieme sapremo tessere e ritessere intenzionalmente legami di solidarietà, a tutti i livelli. Serve riflessione collettiva sull'importanza di costruire una società più giusta e coesa, sottolineando la necessità di promuovere forme di mobilitazione democratica che legano solidarietà e giustizia".

Gruppo del Pd: “Condividiamo in pieno il documento dei Vescovi calabresi. Adesso tocca al Consiglio regionale dove abbiamo presentato un’apposita mozione”

“Non possiamo restare indifferenti. Condividiamo in pieno il documento siglato dalla Conferenza dei Vescovi calabresi che invitano alla mobilitazione democratica e all’approfondimento del Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata”. Così si esprimono i consiglieri regionali del gruppo del Pd a palazzo Campanella che da tempo sono impegnati, a tutti i livelli, per bloccare la cosiddetta secessione dei ricchi e che, insieme agli altri gruppi di opposizione, hanno presentato un’apposita mozione in Consiglio regionale.

“I timori che esprimono i Vescovi calabresi – prosegue la nota del gruppo dem – sono identici a quelli che esprimiamo da tempo in ordine ad una riforma che spacca in due il Paese e nega ogni sviluppo al Sud mettendo al bando ogni forma di solidarietà nazionale. Se dovesse essere approvata l’autonomia differenziata, senza il finanziamento dei Lep, ci sarebbero conseguenze devastanti in settori fondamentali, a partire dalla sanità come ha avuto modo di sottolineare da ultimo anche la fondazione Gimbe. Come abbiamo avuto modo di evidenziare con la nostra mozione, tutti gli indicatori economici e sociali, nonché i dati afferenti ai livelli essenziali delle prestazioni, segnalano l'aggravarsi delle differenze tra le Regioni del Nord e quelle del Mezzogiorno in termini di benessere della collettività e di servizi pubblici offerti ai cittadini. E, pertanto, l'attribuzione di particolari condizioni di autonomia per le Regioni si tradurrebbe nell'utilizzo regionale di una parte assai consistente del gettito fiscale, con un pesante squilibrio nella ripartizione delle risorse nazionali. Inadeguati a correggere queste anomalie sono il fondo di perequazione e gli stessi Lep. Per questo chiediamo al presidente Occhiuto di attivare i passaggi necessari per dare impulso ad una iniziativa legislativa da presentare direttamente alle Camere, sulla base del disposto dell’articolo 121, secondo comma della Costituzione, finalizzata alla revisione Titolo V Parte II della Carta in direzione di un regionalismo solidale e di diffidare il Governo nazionale dal proseguire nell’impulso alla prosecuzione dell’iter di approvazione del Ddl Calderoli”. “Confidiamo – conclude la nota – che anche la nuova presa di posizione dei Vescovi calabresi venga tenuta nella dovuta considerazione e che il Consiglio regionale decida finalmente di difendere gli interessi e i diritti della Calabria e dei calabresi”.

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