Lamezia Terme - “Non parteciperemo al voto per eleggere il nuovo segretario provinciale del Partito democratico di Catanzaro perché tutto è stato già deciso dai consiglieri regionali, Alecci e Bruni”. Doris Lo Moro, candidata a sindaco alle recenti elezioni comunali di Lamezia Terme, convoca i giornalisti, attorniata da molti candidati nella lista del Pd, e alcuni anche delle altre liste a suo sostegno, per "denunciare pubblicamente" quanto accade nel Partito democratico a livello provinciale, in merito all'elezione del successore di Domenico Giampà. Candidato, per la cronaca, “imposto” nella figura del sindaco di Gasperina, Gregorio Gallello al quale nelle ultime ore si è aggiunta la candidatura di Francesco Pitaro, già consigliere regionale. "E' una questione interna al Pd", tiene a specificare la Lo Moro alla stampa. "L'analisi del voto sulle Comunali di Lamezia la faremo successivamente, come è giusto che sia ed entrando nel merito. E parleremo inevitabilmente anche della maggioranza che si è formata e del nostro ruolo di opposizione che andremo ad esercitare in Consiglio comunale”.
“Io - tornando alla denuncia iniziale - non prendo accordi personali con nessuno e non mi siedo con la Bruni o con Alecci per decidere. Io oggi parlo a nome della lista del Pd e dei candidati. Il Pd ha preso 4755 voti pari al 42,8 per cento. Come è possibile che in questa provincia con numeri così, non si senta il bisogno di aprire una discussione per mantenere questo grosso risultato? Il Pd calabrese si conferma inadeguato. Il segretario regionale finge di non sapere di accordicchi o lo sa ma è peggio. Non partecipiamo perché non vogliamo il partito degli eletti né il partito delle tessere. Ci è stato comunicato - ha proseguito la Lo Moro - un accordo già precostituito e che c'era già il candidato, ma su questo abbiamo avuto da ridire. Perché non è possibile che gli eletti, a tutti i livelli, al Consiglio regionale o al Parlamento, debbano decidere chi candidare a loro piacimento. Chi prende accordi oggi li prende sulla base di un uso anomalo del proprio ruolo, ed è minoranza nel Pd. A questo punto, è qui il dato della conferenza stampa, noi non parteciperemo con un nostro candidato alla elezione della segretaria provinciale. Com'è possibile che in una provincia come la nostra - si chiede ancora la Lo Moro - in cui nessun altro comune allo stato può vantare un risultato di questo genere, neanche Catanzaro, il Partito democratico non senta il bisogno di aprire una discussione. Io non prendo accordi personali con nessuno - rimarca altresì Doris Lo Moro - se c'è un collettivo ci sto e discuto, altrimenti non ho bisogno di caselle in cui inserire qualcuno, e ve l'ho dimostrato anche per come sono stata paritaria e per come mi sono comportata con i candidati. Allora, noi non possiamo continuare in questa città col partito degli eletti, e l'ho già detto, ma neanche col partito delle tessere, che poi quando si raggiungono gli accordi si va in 50, si alza la mano e si ha il segretario provinciale, il segretario cittadino, perché basta avere gli accordi e si possono lasciare a casa le false tessere, le persone che si sono disturbate per farle tesserare inutilmente". Un severo j’accuse e un monito, secondo gli osservatori, in vista delle scelte che riguardano, dopo i congressi provinciali, anche i congressi comunali per la scelta della guida del partito locale.
A. C.
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