Calabria: Italcementi, ottanta dipendenti in Cig scatta sciopero

 

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Castrovillari - Sono in sciopero da questa mattina gli ottanta dipendenti dello stabilimento Italcementi di Castrovillari, in Calabria. I lavoratori, sostenuti dai rappresentanti sindacali di Fillea Cgil e Filca Cisl, protestano contro la decisione assunta dai vertici nazionali dell'azienda di mettere le maestranze dello stabilimento calabrese in cassa integrazione fino al 31 gennaio. Per giovedì, in Prefettura a Cosenza, è fissato un incontro ottenuto grazie all'interessamento del presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, a cui parteciperanno l'Ente parco, le amministrazioni comunali di Castrovillari, Civita e Frascineto, i sindacati e i vertici di Italcementi. "Siamo interessati al rilancio del sito - afferma Pappaterra - che per noi è strategico e vogliamo conoscere il Piano industriale dell'Italcementi".

"Non permetteremo che Italcementi, dopo aver chiuso lo stabilimento di Vibo - sostiene, da parte sua, Antonio di Franco, della Cgil - e non riusciamo a spiegarci il perché della cassa integrazione in questo momento in quanto lo stabilimento di Castrovillari è compreso tra due grandi investimenti che l'Anas sta realizzando in questo territorio che sono i lavori del terzo macrolotto dell'A3, (Campotenese - Laino) e i lavori di riammodernamento della Firmo - Sibari. La protesta continuerà fino a quando i vertici aziendali non ci daranno delle risposte esaustive".

REAZIONI

Gallo: “Decisione azienda è schiaffo a buon senso”

"Duecento lavoratori, tra dipendenti e maestranze dell'indotto, rischiano di perdere il posto dopo la decisione di Italcementi di trasformare in semplice centro di macinazione il cementificio di Frascineto". Lo afferma in una nota il consigliere regionale Gianluca Gallo. "Nonostante nella Calabria - aggiunge - siano già attivi, o siano destinati a partire nelle prossime settimane, cantieri per opere del valore di circa due miliardi di euro, dunque con notevole richiesta di prodotti cementizi Italcementi ha deciso di procedere al sostanziale smantellamento del cementificio, trasferendo la produzione a Matera e lasciando a Castrovillari soltanto attività marginali. Uno schiaffo al buon senso, alle logiche di mercato e all'intero territorio, intollerabile e inaccettabile. Tale scelta, assunta in via unilaterale e senza alcuna interlocuzione con i sindacati e con le istituzioni del territorio, pone in pericolo, secondo le prime stime, 200 posti di lavoro. Un prezzo troppo caro per una terra che soffre come poche altre la disoccupazione e che aveva scelto di accettare sacrifici ambientali pur di accogliere lo stabilimento che ora, invece, si vorrebbe smontare a pezzi". "E' evidente - conclude Gallo - la necessità, di fronte a uno scenario del genere, di far sentire la voce del territorio e delle sue rappresentanze in ogni sede. Per quanto mi riguarda, alla vicinanza a una battaglia che sento mia farò seguire le sollecitazioni a Regione e Governo perché favoriscano la ripresa delle trattative tra l'azienda e i sindacati, per giungere all'unico risultato possibile: mantenere funzionalità ed efficienza del cementificio, senza intaccare in alcun modo i livelli occupazionali".

 

 

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