Lamezia Terme - Nell’aula Garofalo del tribunale lametino si è tenuta una nuova udienza del processo sulla costruzione della casa di riposo per anziani a Nocera Terinese che vede coinvolti amministratori pubblici ed esponenti della 'ndrangheta. L’udienza odierna è stata incentrata sulle questioni preliminari. In particolare, in merito a Giuseppe Manfredi, all’epoca dei fatti presidente del consiglio comunale di Nocera, è stata contestata “un’indebita induzione”. L’avvocato Mendicino che difende Manfredi motiva la questione preliminare in quanto si tratterebbe di un reato che prevede un concorrente necessario che sarebbe Antonio De Vito al quale, invece, non è stata fatta questa contestazione. Quindi è stata chiesta dalla difesa “una pronuncia di reato impossibile” in quanto, precisa ancora il legale “non può essere che c’è l’inducente e non l’indotto”. L’udienza è stata infine rinviata al 7 marzo alle 9:30 anche per la decisione sulla questione preliminare.
I fatti de “l’affare della casa di riposo” risalgono al 2008 quando gli uomini del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, all’epoca dei fatti al Comando del Col. Elia Pallaria, apposero i sigilli al fabbricato in corso di costruzione, sito nel comune di Nocera Terinese. Il decreto di sequestro fu emesso in via d’urgenza dal Pm. titolare delle indagini, Gerardo Dominjianni, in quanto gli uomini del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza, al comando del Brigadiere Vito Margiotta, attraverso specifiche indagini, avrebbero riscontrato l’infiltrazione mafiosa nell’appalto, e che i lavori sarebbero stati effettuati in maniera difforme rispetto ai progetti esecutivi dell’opera, tanto da mettere a repentaglio la sicurezza del fabbricato stesso. Secondo l’accusa il sistema utilizzato dall’impresa sarebbe stato, per lucrare, quello di effettuare opere al minor costo utilizzando materiali scadenti rispetto a quanto previsto nel progetto esecutivo. Imputati in questo processo sono: Caira Eugenio (direttore dei lavori), Gerardo Luciano Esposito (addetto all’ufficio tecnico del Comune), Giuseppe Manfredi (all’epoca dei fatti presidente del consiglio comunale di Nocera), Antonio De Vito (gestore di fatto dell’impresa ADE costruzioni) e Maria Ilaria Pallaria, che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, turbativa d’asta, frodi in pubbliche forniture, con l’aggravante di agevolare una cosca di ‘ndrangheta. Nello stesso processo erano imputati anche l’ex sindaco di Nocera Luigi Ferlaino e il segretario comunale Felicia Amatruda che hanno optato per il rito abbreviato.
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