Catanzaro – Sono stati pesanti le richieste di condanna formulate dal pubblico ministero Elio Romano davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Giuseppe Perri, per il processo “Perseo” che interessa più di 40 imputati, ritenuti affiliati o presunti tali alla cosca Giampà. Quattro ergastoli, una condanna a 30 anni e 41 pene dai 4 ai 20 anni sono le richieste avanzate dal pubblico ministero della Dda di Catanzaro che, nel corso della sua requisitoria di quasi tre ore, ha ricostruito le fasi delle indagini che portarono all'arresto di 65 persone ritenute esponenti della cosca Giampà di Lamezia Terme e ha, inoltre, ripercorso e ricostruito anche le fasi relative ad alcuni omicidi commessi nell’ambito della faida tra le cosche rivali lametine.
La pena più alta, l’ergastolo, è stata richiesta per Vincenzo Bonaddio, Aldo Notarianni, Maurizio Molinaro e Pasquale Giampà; 30 anni a Giuseppe Amendola; 20 anni a Giuseppe Catroppa; 14 anni per Antonio Muraca, Pasquale Catroppa, Vincenzo Torcasio (Il Nero), Nino Cerra, Claudio Paola e Domenico Giampà; 13 anni e 6 mesi a Pasquale Bentornato; 13 anni e 4 mesi a Emiliano Fozza; 12 anni a Gianluca Giovanni Notarianni, Carmine Notarianni, Antonio Giampà, Angelo Francesco Paradiso; 11 anni e 6 mesi a Luca Notarianni, 11 anni ad Antonio Ventura, 10 anni e 10 mesi a Saverio Giampà, 10 anni e 8 mesi a Luigi Mancuso, Luciano Arzente e Alberto Giampà; 10 anni e 6 mesi a Saverio Torcasio; 10 anni a Renato Rotundo, Francesco Mascaro e Antonio Paradiso; 8 anni e 8 mesi ad Antonio Fragale mentre 8 anni di reclusione sono stati chiesti per Vincenzo Ventura (collaboratore), Giovanni Cosentino, Giorgio Galiano, Pino e Gino Strangis; 7 anni e 4 mesi a Domenico Sirianni e 7 anni a Francesco Renda. 6 anni e 8 mesi è stata la richiesta del Pm per Giuseppe Lucchino, mentre 6 anni e 6 mesi sono stati chiesti per Alessandro Villella; la pena di 6 anni di reclusione è stata richiesta per Luigi e Luciano Trovato, e Pasquale Gigliotti; 4 anni e 8 mesi per Vincenzo Giampà, 4 anni e 4 mesi per Davide Orlando, mentre la pena più bassa, 4 anni, secondo le richieste della pubblica accusa è stata quella per Tiziana D’Agosto.
Per quanto riguarda, invece, la posizione di Gianpaolo Bevilacqua, il pm Romano ha chiesto il rinvio a giudizio e i suoi difensori il non luogo a procedere, e probabilmente il Gup deciderà oggi sulla sua posizione. Le accuse per tutti gli imputati, spaziano dall’associazione mafiosa e concorso esterno e riguardano gli affari della cosca: in particolare, spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni ma anche il “capitolo” delle truffe assicurative.
Ammesse, inoltre, le parte civili, costituitisi nella prima udienza del 23 giugno: il Comune di Lamezia Terme, la Federazione antiracket italiana, l’Associazione Lamezia antiracket, la compagnia di assicurazione Zurigo e i due imprenditori Chirico e Mangiardi. Oggi cominceranno le discussioni dei difensori degli imputati che continueranno fino al 9 dicembre prossimo. Per quella data è prevista l’emissione della sentenza che chiuderà il primo dei filoni dell’operazione portata a termine nel luglio dello scorso anno.
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