Lamezia, volontari soccorrono cane abbandonato in torrente e ferito da un proiettile: Vincent lotta per la vita

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Lamezia Terme – Nei giorni scorsi è stato ritrovato, da una coppia di giovani, all’interno del parco Dossi Comuni, a ridosso della boscaglia, un cane in evidente stato di difficoltà, immobile, immerso nelle acque gelide del torrente e con una corda che gli cingeva la vita chissà da quanto tempo, ormai penetrata nella carne. Dopo l’intervento di soccorso, ancora più agghiacciante è stata la scoperta che ha evidenziato, a seguito di una radiografia, la presenza di un proiettile conficcato nel dorso di Vincent, (così è stato chiamato), che ne aveva provocato la paralisi delle zampe posteriori. Il cane, provvisto di collare, quindi presumibilmente padronale, era però privo di microchip, perciò è stato impossibile risalire ai proprietari. L’intervento di soccorso è stato prontamente portato avanti dall’associazione no profit Rifugio Fata onlus, da anni attiva sul territorio. Per quanto accaduto è stata fatta denuncia ai Carabinieri che provvederanno ad effettuare le indagini. È stata creata anche una chat per avere aggiornamenti sulla situazione di Vincent e per aiutarlo (clicca qui).

Sono diversi i casi di violenza avvenuti nel territorio nel corso degli anni, ai danni di animali indifesi, atti vili che purtroppo rimangono spesso senza un colpevole come avvelenamenti di branchi e colonie feline, uccisioni efferate, mutilazioni.  A raccontare la vicenda una volontaria che pone l’attenzione sul fatto che, a farsi carico di tutte le situazioni limite sono sempre le associazioni di volontariato che molto spesso vanno a sostituire gli organi preposti per far fronte a una situazione ormai esasperata. “Portano avanti - evidenzia - il loro lavoro grazie alle donazioni solidali di privati cittadini, alla disponibilità e al buon cuore dei volontari, senza ricevere finanziamenti pubblici. Partendo dalla storia di Vincent, che ha sollevato un grande cordone di solidarietà tra associazioni e privati, e si spera abbia un lieto fine, è doverosa una riflessione, che possa arrivare alle istituzioni. Non è più tollerabile che accada più nulla di simile, colui che è stato capace di un gesto così efferato, che va oltre ogni immaginazione, rappresenta un pericolo per tutta la comunità”.

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Secondo i volontari diventa, quindi, necessario, “attivarsi per vigilare sul territorio, partendo dal controllo di chi detiene le armi, le quali troppo spesso vengono utilizzate in modo improprio. Non si può più prescindere neanche dal controllo dei cani padronali: molti, ad esempio, sono sprovvisti di microchip obbligatorio per legge che ne identificherebbe la proprietà. Questo fa sì che gli abbandoni avvengano molto di frequente e soprattutto non siano mai imputabili a nessuno. In un territorio ad alto tasso di randagismo, si attende da anni una soluzione a questo fenomeno. Serve un segnale forte da parte di comune e Asp, che possano quanto prima attuare campagne di prevenzione volte a sensibilizzare e a educare tutti i cittadini, campagne di sterilizzazione e di vigilanza, affinché non ci sia mai più nessun Vincent da soccorrere, affinché non si verifichi mai più una tragedia come quella avvenuta nella pineta di Satriano qualche mese fa, conseguenza della mancata custodia dei branchi di proprietà lasciati a guardia del gregge”. 

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