Traffico di migranti, 25 arresti a Reggio Calabria: in manette anche scafisti

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Reggio Calabria - Organizzavano tutte le fasi della traversata dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo orientale, dalla Turchia fino alla provincia di Reggio Calabria. Per questo 25 cittadini stranieri sono finiti in carcere nell'ambito dell'operazione internazionale 'Medusa' coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ed eseguita dagli agenti del Servizio Centrale Operativo e della Mobile di Reggio Calabria. Indagate in stato di libertà anche altre 43 persone, per un totale di 68 soggetti accusati di far parte di una rete internazionale articolata su quattro associazioni perfettamente organizzate per curare tutte le fasi della traversata.

Sono più di trenta gli sbarchi ricostruiti dai magistrati reggini e dalla polizia, tra il 2017 e il 2022, per complessivi duemila migranti clandestini circa approdati sulle coste italiane a bordo di barche a vela stipate all'inverosimile, per un giro d'affari nell'ordine dei dieci milioni di euro stimato grazie all'analisi di centinaia di transazioni finanziarie estero su estero. Grazie al coordinamento della Direzione nazionale antimafia, di Eurojust, Interpol, Europol e Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, sono stati individuati scafisti e capi delle organizzazioni criminali, tutti cittadini di Georgia, Ucraina, Turchia e Moldavia. Disposto anche il sequestro di tre milioni e trecentomila euro circa. I dettagli dell'operazione saranno forniti dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, nel corso della conferenza stampa in programma alla Questura di Reggio Calabria.

Lombardo: "Progettualità investigativa complessa"

Siamo di fronte a “condotte non isolate, di sbarchi non occasionali, un fenomeno criminale necessariamente organizzato, che ha richiesto una progettualità investigativa complessa”. Il Procuratore distrettuale antimafia Giuseppe Lombardo, intervenendo in conferenza stampa sugli esiti dell’operazione ‘Medusa’, ha ribadito che nel solo periodo tra il 2017 e il 2020 sono stati ricostruiti i percorsi di oltre 10 mila e cinquecento migranti sbarcati sul territorio nazionale, provenienti dalla rotta orientale del Mediterraneo. Il magistrato ha inoltre sottolineato come “non ci si trovi dinanzi a un singolo criminale con un compito preciso, ma a una rete di strutture criminali interconnesse, ognuna con specificità operative, che agiscono in modo sinergico per raggiungere obiettivi comuni". È un sistema che supplisce alla caduta del singolo – ha detto Lombardo - si adatta e si trasforma, un modello efficace e pericoloso del crimine organizzato internazionale”. Giuseppe Lombardo, ancora, ha escluso, “almeno in questo caso”, la presenza di tracce di ‘ndrangheta, “anche se il modello organizzativo è molto simile”. Lombardo, infine, ha voluto anche sottolineare “il valore del principio di ubiquità previsto dal nostro codice di procedura penale, poiché quando una parte della condotta criminale si verifica sul territorio italiano, l’Italia ha la giurisdizione per investigare anche ciò che accade all’estero. Grazie a questo principio e al lavoro congiunto con la Direzione nazionale antimafia, Eurojust, Europol, Interpol e le autorità di 12 Paesi – ha concluso - si è giunti ai provvedimenti odierni”.

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Occhiuto: "Grazie a Dda e Polizia per operazione su traffico migranti, rotta Mediterraneo orientale pericolosa e sottovalutata" 

“Un sincero ringraziamento alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo, e agli uomini della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile per la brillante operazione che ha smantellato un vasto traffico di migranti tra la Turchia e la Calabria. Grazie a un’indagine approfondita è emerso un sistema criminale spregiudicato che, tra il 2017 e il 2022, ha organizzato oltre 30 sbarchi, facendo arrivare sulle nostre coste circa duemila migranti stipati su barche a vela, per un giro d’affari milionario. Questa operazione conferma la pericolosità della rotta del Mediterraneo orientale e le sue articolazioni internazionali. Dopo il tragico naufragio di Cutro del febbraio 2023, la Calabria ha più volte richiamato l’attenzione sui rischi crescenti di questa tratta, troppo spesso sottovalutata. Sono certo che il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine aiuterà lo Stato a rafforzare il contrasto a queste reti criminali, che lucrano sulla disperazione di chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

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