Lamezia, iniziativa "Che Santo è?" al Museo Diocesano

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Lamezia Terme - Un interessante interscambio fra fede, arte e istruzione si concretizza a partire dal 16 gennaio in una serie di iniziative coordinate dal direttore del Museo Diocesano Paolo Francesco Emanuele e dal direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi don Roberto Tomaino, e poi accolte entusiasticamente dagli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Don Milani e del Liceo Campanella e dal dirigente unico Giovanni Martello.  Finalizzate alla fruizione reale dell’arte sacra, nei suoi simboli e nei suoi messaggi, le attività partiranno con una conferenza aperta al pubblico su “L’iconografia dei Santi Pietro e Paolo Patroni di Lamezia Terme - Storia ed evoluzione tra significato teologico, simbolismo e pietà popolare”. La conferenza, che si terrà giorno 16, si rivolgerà soprattutto agli adulti, mentre è stato studiato per i più piccoli il progetto “Che Santo è?”, già in atto per gli studenti del liceo Campanella e gli alunni del Don Milani.

Un gruppo di 10 studentesse delle terze Liceali, seguite dalle docenti Michela Cimino e Licia Di Salvo, ha infatti seguito un corso di iconografia sacra presso le sale del Museo Diocesano, acquisendo una serie di conoscenze che consentiranno loro di seguire due classi della Don Milani, giorno 20, in una serie di giochi guidati che apriranno i bambini al mondo dell’arte con particolare riferimento alla vita dei Santi che vedranno rappresentati nei dipinti esposti al Museo Diocesano. Per una migliore comprensione, i bambini sono stati preparati dalle docenti Giulia Costanzo e Francesca Mazzei a identificare i Santi e i loro attributi simbolici attraverso la loro rappresentazione in “formato cartoon”: saranno dei veri e propri Manga giapponesi a guidarli nel mondo complesso dell’iconografia sacra, senza rinunciare al divertimento. Il tutto si concluderà naturalmente con un’affascinante visita guidata al Museo. Va sottolineata fra l’altro l’interculturalità delle classi coinvolte, dove alcuni dei bambini appartengono ad altre fedi: la cosa, secondo le insegnanti, non ha fatto che arricchire l’esperienza culturale nel suo complesso. “La tolleranza – come afferma don Roberto Tomaino – non nasce quando si cerca di nascondere un fattore culturale, ma solo quando ciascuno ha la possibilità di veder riconosciuta la propria interezza di persona”.

Giulia De Sensi

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