Lamezia, seconda giornata tra sociale e cinema di denuncia per il LIFF 12

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Lamezia Terme – Dopo una giornata inaugurale dedicata, prevalentemente, al rapporto tra musica e cinema, il Lamezia International Film Festival è entrato ufficialmente nel vivo con un Day II dal taglio prettamente sociale, tematica messa subito in chiaro dal claim “I Am A Human Being”, l’urlo disperato di John Merrick in “The Elephant Man” di David Lynch, nume tutelare di questa dodicesima edizione. Un secondo appuntamento partito sin dal mattino, alle 9.30, con la presentazione del libro “In Una Terra Lontana”, a cura di Progetto Sud, da sempre promotrice di politiche di inclusione e integrazione su tutto il territorio. Riprese le attività nel pomeriggio, con la masterclass di recitazione a cura della Scuola Cinematografica Etopea, spazio dunque alle prime proiezioni con i corti “Grido di Libertà”, di Angelo Antonucci, incentrato su uno degli episodi più importanti del Risorgimento italiano, ossia la spedizione in Calabria dei Fratelli Attilio ed Emilio Bandiera nel 1844, che fecero germogliare in provincia di Cosenza le agitazioni e i movimenti che successivamente portarono all’Unità d’Italia, e “Penalty”, di Aldo Iuliano (già ospite del LIFF nelle passate edizioni), girato nel centro di accoglienza Agorà Kroton (Crotone) e vincitore del Globo d'Oro quale Miglior Cortometraggio nel 2017.

Il dramma dei migranti raccontato attraverso una partita di calcio, intesa come metafora di lotta per la sopravvivenza. Lotta, ma per la propria innocenza, al centro di uno degli incontri principali della serata, quello con il regista Francesco Del Grosso e Angelo Massaro, quest’ultimo vittima di uno degli errori giudiziari più clamorosi nella storia dell’Italia repubblicana, raccontato con grande sensibilità nel documentario “Peso Morto”. “Ho lottato 21 anni per dimostrare la mia innocenza – ha sottolineato Massaro nel corso del talk con Del Grosso e il direttore artistico GianLorenzo Franzì – e ripercorrere quel lunghissimo periodo in carcere, durante questo docufilm, è stata una sofferenza. Ma ho ritenuto opportuno metterci la faccia. Di casi analoghi al mio, in Italia, ne abbiamo avuto fin troppi e non è possibile che una persona innocente finisca in carcere solo perché qualcuno non ha fatto bene il proprio lavoro, di conseguenza, alla fine, la reputo una sofferenza necessaria”. “Peso Morto” che, nonostante sia ambientato in parte in Calabria, non era mai approdato in regione, come sottolineato dal regista: “Paradossalmente, pur avendo trovato spazio un po’ ovunque, il film non era mai stato proiettato in un festival in Calabria e sono molto contento sia stato presentato qui a Lamezia. Si tratta di un’opera a cui tengo molto, incentrata su un tema di cui, almeno fino al caso Tortora, si è sempre parlato poco. Eppure, errori giudiziari del genere possono rovinare vite intere, quindi reputo molto importante sensibilizzare l’opinione pubblica verso certe tematiche”.

La serata si è poi conclusa con la proiezione di “Iddu - L'ultimo padrino”, diretto da Antonio Piazza & Fabio Grassadonia, intervenuti al LIFF 12 assieme all’attrice Daniela Marra. Il film, presentato in anteprima alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, dove si è aggiudicato il Premio Pasinetti, è liberamente ispirato al periodo di latitanza di Mattia Messina Denaro, ultimo boss stragista di Cosa Nostra, e in particolar modo ai suoi scambi epistolari con l'ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino, nei primi anni duemila. Un argomento apparentemente inflazionato nel cinema italiano, qui filtrato da un piglio grottesco utile a far riflettere sull’effettivo valore del cinema inteso come strumento di denuncia: “Il cinema sociale – dichiarano i registi – ha avuto certamente un impatto sulla società, come qualsiasi opera d’arte, ma ha un po’ cambiato il suo ruolo nel corso del tempo, fino a esaurire la forza del suo messaggio e sfociare quasi nel puro intrattenimento. In Italia, ad esempio, negli ultimi trenta/quarant’anni, abbiamo avuto serie quasi rivoluzionarie come “La Piovra”, che diede addirittura parecchio fastidio a diversi politici dell’epoca, o film come “I 100 Passi”, mentre oggi non vediamo altre opere di tale portata. Forse, questo tipo di cinema civile non ha più granché da dire ed è un vero peccato”. A proposito de “La Piovra”, proiettati anche “Del perduto amore” con Giovanna Mezzogiorno (per la sezione Monoscopio, quest'anno dedicata a Michele Placido) e il cortometraggio in concorso “Family Story”, dell'indonesiano Rendro Aryo.

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Di seguito il programma del 16 luglio

11.30_ LIFF-fuori, Civico Trame:

incontro sugli errori giudiziari con FRANCESCO DEL GROSSO

17.30_ MASTERCLASS DI RECITAZIONE, Giardini del Novecento,

(a cura della SCUOLA CINEMATOGRAFICA ETOPEA):

18.00_ PREMIO LIGEIA: Il Piccolo,

L’Ombra di Caravaggio, di Michele Placido

Lo Sport Nazionale, di Andrea Belcastro

19.30_ PREMIO LIGEIA, Giardini del Novecento:

incontro con ANNA PISCOPO, FEDERICO PEDRONI

proiezione videoclip autoprodotto Solo & Incosciente, a cura di IC Manzoni Gatti

21.30_ COLPO D’OCCHIO, CONCORSO INTERNAZIONALE, Giardini del Novecento,

Mangia!, di Anna Procopio

a seguire_ COLPO D’OCCHIO, CONCORSO INTERNAZIONALE,

Promulgate, di Daniel Neofetou

Better Together, di Anastasia Vasilyeva

Francesco Sacco

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