Lamezia Terme – Presentato nell’ambito di Trame.6, il libro “Un marziano a Roma” di Ignazio Marino, medico chirurgo di fama internazionale ed ex sindaco della capitale d’Italia. L’incontro, dal titolo “Marziani e mafiosi a Roma”, diretto da Gaetano Savatteri e dal giornalista de La Stampa Francesco Grignetti ha inteso chiarire alcuni punti in merito al periodo di governo di Marino a Roma, ma ha voluto anche vestirsi di obiettività, ammissioni di errori e risultati raggiunti, infine l’aver messo in luce intercettazioni, complotti, apparati mediatici e corruzione dichiaratamente mirati al marziano Marino. Assente la giornalista Federica Angeli, di cui si ricorda l’importante pubblicazione “Il mondo di sotto”, ma presente nel discorso improntato alle critiche rilevanti di una città come Roma che vanta 3.000 anni di storia e di cultura della quale gli italiani dovrebbero andare fieri ma che per problematiche varie e negatività persistenti continua a macchiare l’immagine di un paese. “Le dure parole della Angeli lasciano quasi senza speranza – dice in apertura Ignazio Marino – Esiste la corruzione, una carenza nel senso civico, nel trasporto pubblico, nello smaltimento dei rifiuti, ma Roma è anche altro: è capitale, ha il parco archeologico più grande del pianeta, e gran parte della civiltà occidentale si riflette nella storia del patrimonio di Roma”.
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Eppure, Roma è città ricca di contraddizioni. Accanto alle bellezze del patrimonio storico artistico e culturale, accadono fatti eclatanti, si registra incuria nella gestione delle sale della rappresentanza del Campidoglio, ben visibili le cicche di sigarette nelle strisce della pavimentazione e nei condizionatori emananti odore di fumo e poi bagni sporchi. “Dobbiamo iniziare dal senso civico – prosegue Marino a proposito del cambiamento delle coscienze – con lo stesso amore e lo stesso rispetto utilizzato nel salotto di casa nostra”. Quanto invece al patrimonio immobiliare, altro enorme problema sviscerato dal giornalista de La Stampa, Roma conta attualmente 60.000 immobili. Ha dell’incredibile, per restare in tema di contraddizioni ed irregolarità, la storia del palazzo con balconata che affaccia sull’area archeologica dato in mano all’ordine dei cavalieri di Malta nel 1946 al prezzo di 24.000 lire, trasformato oggi ad un euro al mese di affitto. “Avere questo patrimonio ad un euro al mese non è certo un fatto di cui tutti possono godere” – dice ancora Marino, che nel suo commento in relazione agli immobili aggiunge inoltre “Roma registra oltre 50.000 euro di unità immobiliari appartenenti al pubblico”. Situazioni imbarazzanti per un sindaco che si trova a governare un paese senza essere a conoscenza degli immobili che lo stesso paese possiede. “Sono stati conservati dei privilegi che dovevano essere cancellati – dice ancora Marino – oggi per quel debito pubblico mostruoso che grava sulle spalle di Roma, 24 miliardi di euro, i cittadini saranno sottoposti a circa mezzo miliardo in più di tasse fino al 2040”.
Per quanto riguarda la questione Olimpiadi ‘si o no’, Ignazio Marino sin da subito non ha dimostrato amicizia nei confronti dei costruttori edili, in una città che negli ultimi 50 anni ha subito stravolgimenti in termini di espansione demografica, con molte costruzioni in abbandono come le caserme o le fabbriche, la ‘Miralanza’ del Carosello per citarne una, chiusa nel 1955. “A Roma è successo che il consiglio comunale si è trovato a trasformare i terreni agricoli in terreni edificabili, laddove il rischio per un imprenditore equivale a zero, e l’espansione ha determinato condizioni di precarietà, disagio, e rischio per la popolazione. Basta andare dietro gli interessi dei costruttori – esclama Marino con l’auspicio che i beni pubblici vengano affidati a chi li sa gestire, ai giovani capaci, senza alcun bisogno di conoscenze o di correre all’eventualità di offrire il loro ingegno altrove”. Quanto alla campagna mediatica, questa già cominciata durante la campagna elettorale e mai arrestata è il risultato dei più grandi quotidiani romani che fanno nel contempo impresa edile. “Io chiedevo solo un’impresa edile che potesse rivelarsi positiva per i cittadini” – commenta Marino.
Andando infine alle note più dolenti, Ama – associazione che si occupa di rifiuti, durante la giunta Alemanno ha speso ben 50.000 euro per l’acquisto di cassonetti, un costo tre volte superiore alla media. “Ci fanno o ci sono” – chiede Grignetti. “Qui c’è una responsabilità generale degli organi di stampa, proprio in questi giorni si sta avendo un processo importante sulla mafia, e Federica Angeli sta raccontando quanto accade in aula – dice Marino – a proposito di intercettazioni telefoniche tra membri politici e l’ingegner Fiscon, nelle quali si scopre che Carminati responsabile principale dell’organizzazione criminale parla con Bozzi, altro criminale, confidando la propria preoccupazione circa un possibile allontanamento di Fiscon da parte di Marino”. L’Ama gestisce 900 milioni di euro, e dunque Roma produce un milione e ottocento tonnellate di rifiuti all’anno. Ignazio Marino è uno dei marziani di Roma perché rappresenta la scontinuità con il passato. “Peccato che della panda rossa ne parlavano tutti, delle intercettazioni non ne parla nessuno” – conclude Marino, che da ultimo tiene a mettere in luce anche gli errori commessi in termini politici. “Quando accettai la candidatura mi feci trasportare dal mondo accademico, alla ricerca di esperti per ogni settore, studiai le soluzioni e cominciai a scrivere un programma mirato – dice Marino in chiusura – mi disinteressai delle liste affidandole alle scelte del PD, sbagliai perché non ebbi supporto dai consiglieri della maggioranza”.
Valeria D’Agostino
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