Abrogato abuso d'ufficio e cambiano le intercettazioni, polemiche e reazioni anche in Calabria

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Roma - L'approvazione definitiva del Ddl Nordio ha mostrato una maggioranza compatta: il provvedimento è stato approvato con 199 sì, 102 contrari e nessun astenuto. Dopo giorni di liti e distinguo su vaccini e Ucraina, il via libera all'abolizione dell'abuso di ufficio e alla stretta al traffico di influenze è stato accompagnato dagli applausi di tutte le forze di centrodestra. E non solo: hanno votato a favore anche Azione e Iv. Dure le altre opposizioni: "Da oggi l'Italia è un Paese più ingiusto", ha commentato il presidente del M5s, Giuseppe Conte. Per il Pd "è uno scalpo a danno dei cittadini". Ma gli interventi sulla giustizia non sono finiti. C'è un puzzle di provvedimenti in discussione fra Camera e Senato che va dalla separazione delle carriere per i magistrati agli interventi sulle carceri. Il decreto fresco di approvazione contiene anche una stretta alla pubblicazione delle intercettazioni: "Un altro bavaglio", ha scritto Avs, mentre Ordine dei giornalisti e Fnsi hanno parlato del "pericolo serio di far calare una cappa di silenzio sulle indagini".

Il guardasigilli Carlo Nordio ha comunque annunciato una nuova accelerata sulla materia: "Stiamo lavorando da tempo ad una riforma organica delle intercettazioni - ha detto il ministro - per dare un'attuazione radicale all'articolo 15 della Costituzione che indica nella segretezza delle conversazioni l'altra faccia della libertà. Le conversazioni sono libere intanto che sono segrete, come il voto". A Palazzo Madama è atteso l'arrivo in Aula della proposta di legge del senatore di Fi Pierantonio Zanettin, che limita a 45 giorni la durata massima delle intercettazioni, mettendo così un freno alle proroghe da parte del gip su richiesta del pm. La norma interviene anche "sul sequestro di telefonini e smartphone - ha spiegato Nordio - che contengono non solo le conversazioni, ma l'intera vita delle persone". Il puzzle sulla giustizia comprende anche la norma contenuta nel ddl Sicurezza in discussione nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera che rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio della pena per le donne incinte o neomadri, che era stato pensato per evitare che i bambini piccoli potessero stare in carcere. Fi ha annunciato un emendamento per tornare al rinvio obbligatorio, ma la Lega tira dritto: "Rispetto la posizione di Forza Italia - ha detto il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, leghista - ma per noi è un punto qualificante. Lo difendo a spada tratta".

Nordio ha lasciato spiragli: "Sono cose di una delicatezza estrema - ha detto - Ci rifletteremo, "frigido pacatoque animo", e cercheremo di trovare una soluzione". Il tema carceri è al centro di un decreto all'esame della commissione Giustizia del Senato. Anche su quello la Lega punta i piedi. La senatrice Erika Stefani ha annunciato un emendamento per escludere i reati gravi, come "i casi di terrorismo, riduzione in schiavitù, violenza sessuale di gruppo, sequestro a titolo di estorsione", dal programma di giustizia riparativa introdotto con la riforma Cartabia: un accordo fra vittima e colpevole finalizzato alla riparazione dell'offesa, che può essere valutato dal giudice come circostanza attenuante della pena. C'è poi l'annoso tema della separazione delle carriere, all'esame commissione Affari costituzionali alla Camera. "Il Ddl Nordio - ha detto il deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo - inaugura una nuova stagione delle riforme della giustizia, avvicinandoci sempre di più al sogno del presidente Berlusconi. La separazione delle carriere rimane un obiettivo fondamentale". Nordio ha fatto appello ad Azione e a Italia viva: "Sarebbe auspicabile che potessero convergere" anche su quel provvedimento. Il referendum? "Se fosse necessario non sarebbe una disgrazia, sono certo che avremmo una maggioranza schiacciante", ha risposto.

Talerico (Fi): "Senza abuso ufficio via libera a raccomandati"

"Con l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio non sarà possibile sanzionare neanche coloro che favoriranno o raccomanderanno ad un concorso pubblico qualche amico, un parente o un semplice conoscente. Non sarà più possibile neanche sanzionare coloro che abusando del proprio potere favoriranno l'amico per una visita medica, magari scavalcando le già interminabili liste di attesa. In pratica molte gravi condotte compiute da chi gestisce 'potere' nella Pubblica amministrazione non saranno più sanzionabili". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia Antonello Talerico, avvocato e consigliere nazionale forense.

"In questo modo - aggiunge Talerico - sono state intaccate l'imparzialità ed il buon andamento della pubblica amministrazione, con grave rischio per l'intero sistema, favorendo sempre più il malaffare. Questo intervento abrogativo è stato spesso motivato con la considerazione che il numero delle condanne dibattimentali per abuso di ufficio è particolarmente basso rispetto al numero delle iscrizioni nel registro delle notizie di reato e queste per lo più danno luogo ad archiviazioni. In sostanza, siccome questa norma viene applicata male dalle varie Procure, è stato deciso di cancellarla. Quindi, anziché intervenire sull'anomalia, qualcuno ha deciso di eliminare la norma penale tanto utile invece ad impedire, con la sola sua semplice esistenza, la commissione di gravi abusi per il rischio d'incorrere in un processo penale. Fermo restando che sono convinto pure io che il reato di abuso d'ufficio sia stato utilizzato con un vero e proprio abuso da parte di taluni magistrati, travolgendo e pregiudicando tante persone innocenti che solo a distanza di anni sono riusciti a dimostrare la loro non colpevolezza, non è giusto gettare la spugna così. Qualcuno ci verrà anche a dire che l'art. 323 del Codice penale era una norma di chiusura e che esistono altri reati, come falso ideologico, concussione e corruzione, con cui si potranno contestare alcune condotte illecite, pur sapendo che difficilmente potranno essere inserite, per i vari profili formali e sostanziali, nell'alveo delle altre norme penali 'sopravissute', con un evidente vulnus per l'imparzialità della pubblica amministrazione. È possibile, mi chiedo, dare una patente di liceità a condotte, violative di leggi, che intenzionalmente siano economicamente vantaggiose per l'autore o ingiustamente dannose per altri? É la domanda che si è posto anche il Presidente emerito della Corte costituzionale, Giorgio Lattanzi. Si aggiunga ancora che la stessa Unione europea aveva più volte ribadito allo Stato italiano che 'il reato di abuso d'ufficio è uno strumento importante, anche perché riguarda l'esercizio di funzioni pubbliche per conseguire un vantaggio personale'. É anche giusto tutelare tutti quegli amministratori pubblici, tra cui molti sindaci, rispetto al proliferarsi di plurime denunce infondate, che ne determinano ingiustamente lo status di indagati e l'inevitabile condizionamento che spesso ha condotto alla cosiddetta 'paura della firma' e, quindi, alla paralisi o ritardo dell'azione amministrativa, proprio per il timore dell'apertura di procedimenti penali. Ma la soluzione non poteva e non doveva essere la semplice cancellazione del reato di abuso d'ufficio. Piuttosto, dinnanzi alle palesi erronee contestazioni di alcuni magistrati, avremmo dovuto pretendere la responsabilità per tutte quelle ipotesi in cui erano stati commessi errori e/o abusi nella contestazione troppo superficiale del reato in commento. Oggi invece si è preferito l'abrogazione dell'abuso d'ufficio e, quindi, la condotta del pubblico ufficiale che, in violazione di specifiche regole di legge, procura intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, sarà ammessa e mai più sanzionata. Il vantaggio come al solito sarà per chi è abituato a non rispettare e/o ad eludere le leggi. E non certamente per chi le leggi le rispetta".

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