Lamezia Terme - Pubblichimo la nota dell'associazione Acu Calabria relativa alla Lamezia Multiservizi. "In riferimento alla vicenda dell’annullamento della cartella esattoriale con cui la Lamezia Multiservizi spa, eludendo il dettato processuale civile, provvede a recuperare, per il tramite di Equitalia Sud spa, i canoni idrici, sollevata da ACU Calabria e resa pubblica nella giornata di ieri, si segnala il seguente aggiornamento: in data 15.12.2015 la sentenza del Giudice di Pace di Lamezia Terme veniva formalmente comunicata alla Lamezia Multiservizi spa; In data 17.12.2015, nelle prime ora del mattino, le testate dei quotidiani online pubblicavano il comunicato, riferito alla vicenda, trasmesso da ACU Calabria, nella persona del sottoscritto quale Presidente regionale; Intorno alle ore 10 del 17.12.2015 due addetti della Lamezia Multiservizi spa si recavano presso il domicilio della associata ACU vittoriosa nella causa contro la Multiservizi stessa e ne hanno sigillato il contatore interrompendo totalmente –e senza preavviso- l’erogazione dell’acqua potabile, piuttosto che una limitarne l’erogazione; l’utente, quindi - precisa la nota - si vedeva costretta a recarsi presso gli uffici della Lamezia Multiservizi per reclamare e, solo dopo aver pagato gli importi contenuti nella cartella annullata, riusciva ad ottenere la rimozione dei sigilli, ma non la copia del verbale di apposizione dei sigilli".
"L’Associazione Consumatori Utenti, coinvolta nella vicenda, ritiene che quanto verificatosi, - mettendo per ora da parte la correttezza degli uffici della Multiservizi nella gestione della pratica, che non vorremmo considerare una sorta di “ritorsione”, nonché le modalità con cui vengono gestiti i rapporti con il pubblico-, si tratti di una incredibile quanto strana coincidenza ed ha consigliato all’utente, comunque, di segnalarla alla locale Procura della Repubblica affinchè vengano effettuate le verifiche del caso. Sta di fatto che, a questo punto, è necessario ed urgente che la Lamezia Multiservizi spa e il Sindaco della Città di Lamezia Terme chiariscano se hanno in programma di apporre i sigilli a tutte le utenze risultanti morose, in spregio a tutte le norme poste a tutela dei cittadini e relative al godimento ed all’utilizzo dell’acqua, in spregio al regolamento ed alla carta dei servizi adottata dalla partecipata, ma soprattutto in spregio alla delibera adottata dal Consiglio Comunale n.7 del 21/5/2012, recepita anche nello Statuto comunale, con la quale viene riconosciuto che l’acqua è un bene comune non mercificabile, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato e non mercificabile; l'accesso all'acqua potabile è un diritto umano, universale, inalienabile; la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici; l'introduzione nell'ordinamento comunale della definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti, che il bene acqua non sia mercificabile e - concludono - che il minimo vitale debba essere garantito a chiunque".
© RIPRODUZIONE RISERVATA