Lamezia Terme - L’INU Calabria ha coordinato e concluso i lavori del convegno-dibattito sull’area Catanzaro-Lamezia Terme tenuto il 7 marzo scorso al T hotel. L’iniziativa voluta anche da Pasquale Mancuso, ha visto come relatore l’architetto Attilio Mazzei, dirigente regionale dell’INU Calabria con la presenza degli Ordini degli Architetti di Catanzaro tramite il suo Presidente Eros Corapi, l’Ordine degli Ingegneri rappresentato dal Presidente Gerlando Cuffaro, ed ancora i Geologi, gli Agronomi, Geometri e i Periti Industriali, tutti rappresentati dai rispettivi presidenti provinciali, rispettivamente: dr. Francesco Violo, Antonio Celi, Ferdinando Chilla’ e Claudio Gigliotti. La presenza del Sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, di Jasmine Cristallo componente della Direzione Nazionale del PD e il Presidente della Commissione Urbanistica Regionale Pietro Raso hanno presentato e proceduto a un dibattito pubblico sull’area urbana Catanzaro – Lamezia Terme, “il cui documento programmatico - è detto in una nota - risalente nel 1991 a firma dei sindaci delle 2 città, del presidente della Provincia di allora, sembra essere passato nel dimenticatoio”. Le conclusioni sono state tratte da Domenico Passarelli, (docente di urbanistica e presidente INU Calabria) il quale ha trattato l’argomento non come si era pensato in passato, con una serie di interventi finalizzati al solo “coinvolgimento territoriale” dei comuni prossimi alla SS. n° 280, ma a considerare l’ambito territoriale quale “area programma” prevista dalla normativa urbanistica della Regione Calabria, LUR n. 19/2002 artt. 39-42.
In seguito, si è costituito un comitato presieduto da Pierino Amato (ex presidente della provincia di Catanzaro), alla presenza di Mario Tassone (già sottosegretario alle infrastrutture) e molti altri i cui aderenti hanno superato le 350 unità, dando vita a incontri, iniziative, dibattiti in varie sedi: Catanzaro – Lamezia Terme – Settingiano – Soverato, ecc., con il solo interesse di far conoscere la logica di un progetto territoriale d’ambito, il potenziamento infrastrutturale, la coesione dei soggetti istituzionali e del territorio dell’area “centrale della Calabria”. Il Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso, unitamente al Presidente della Provincia di Catanzaro Amedeo Mormile e moltissimi sindaci hanno aderito al nuovo progetto, optando per la nomina di due commissioni: una di natura politica e l’altra di natura tecnica, al fine di valutare gli aspetti territoriali, sociali ed infrastrutturali, da sottoporre al vaglio dei referenti – Regione – Provincia – Comuni – Associazioni. L’INU Calabria propone una strategia innovativa e fattibile in virtù di ciò che la LUR prevede in ordine ai “’Programma d’area’ con l’ambizione di non ripetere a operare gli errori passati e far svanire una concreta possibilità di ulteriore e definitivo sviluppo di un’area e di suoi abitanti, che merita ed attende da più tempo quella necessaria riconversione urbanistica adeguata ai tempi.
Naturalmente l’dea si basa sulla piena coerenza degli strumenti di pianificazione territoriale urbanistica ed ambientale, a partire dal QTRP e il PTCP che dovrebbero orientare in modo più decisivo i previsti ambiti territoriali verso i versanti territoriali tirrenico e ionico in modo più armonico e sinergico. All’interno di questo “involucro territoriale” si devono considerare gli aspetti infrastrutturali viari individuando quali collettori i collegamenti regionali e nazionali”.
Tale approccio prevede, spiegano: “il coinvolgimento dei diversi aspetti territoriali, i distretti turistici e culturali, produttivi e commerciali dell’intera area centrale della Calabria (coinvolgendo anche le aree interne) ma non più concepiti in modo settoriale ma integrato e sostenibile. Tale metodo di lavoro contempla le diverse entità paesaggistiche ed ambientali che presentano una vocazione e potenzialità meritevole di attenzione. Ci si riferisce ai bacini idrografici, ai fiumi (Amato e Corace), ai tanti tematismi, anche di natura produttiva, che attendono di essere riproposti e valorizzati. Una simile programmazione dovrà necessariamente tener conto delle risorse culturali ed ambientali diffusamente presenti in modo da creare un “brand” nel rispetto della storia dei luoghi e dei suoi abitanti. Una analisi così ampia non può dissociarsi dal sistema sanitario, dalle possibilità offerte di essere il baricentro anche fisico della Calabria, dai bisogni di salute e dalla dislocazione delle attrezzature sanitarie e sociali in rapporto alla localizzazione territoriale ed al peso specifico della densità di popolazione insediata. Perseguire i diritti di cittadinanza – scuola, trasporti, sanità - vuol dire considerare in un nuovo rapporto d’ambito i servizi ottimali e i loro ambiti, quali conferimento di R.S.U. creazione di sistemi integrati e di interscambio per la fornitura di acqua potabile e di sistemi idrici che sappiano alimentare la costa e i servizi turistici dalle “invasioni estive”, rivolgendole a fine stagione e in inverno, in agricoltura e all’entroterra. Un complesso così concepito potrà fungere da propulsore nei confronti dell’intero territorio regionale proiettando, in una logica unitaria e d’area, problematiche che i singoli Comuni, i singoli Piani urbanistici, non potranno mai dare risposte soddisfacenti. Necessita dunque avere il coraggio di mettere da parte gli egoismi municipali per entrare nella logica del “programma d’area o area vasta” prevista anche dalla legge Del Rio (Legge n° 56 del 7/4/2014, co. 85 lett. a/b/c/d/e/f) e dalla legge urbanistica calabrese, (LUR n. 19/2002, artt. 39-40-41-42-43-44-45-46-47). Senza che si sia mai, sino ad ora, partorita in Calabria una programmazione territoriale avente tali ambizioni, che contenga una disciplina specifica e con connotati “conformativi” poiché scaturente da un accordo partecipato volontario tra i vari Enti (Regione, Provincia, Comuni e associazioni, con la “concertazione istituzionale” (art. 12 LUR n. 19/02) e approvata dalla G.R. ai sensi dell’art. 47 della LUR 19/02”.
Nello stesso tempo e con lo stesso atto si individuino, prosegue la nota: “i capitoli di spesa a ciascun Ente competente e le quote regionali di partecipazione al programma, fissando altresì le priorità d’attuazione in riferimento agli stanziamenti di bilancio e/o della finanziaria e con riferimento di spesa settoriali vigenti. Cosicché il programma d’area ha la medesima efficacia degli atti settoriali di programmazione “economica – finanziaria” e aggiungiamo “strumento conformativo d’ambito”; affinché allo stesso programma consegue direttamente la fase di attuazione degli interventi da parte delle competenti strutture Regionali e Comunali. La LUR Calabria e i suoi PSC potenziano e prediligono le singole realtà comunali, una “programmazione d’area” potrebbe essere, invece, la risposta a un sistema pianificatorio d’ambito in cui gli aspetti di sviluppo si misurano con il quadro più ampio e complesso dei vari diritti di cittadinanza, allargati ai bisogni di comunità che sempre più sentono la necessità di soluzioni: sociali, ludiche, sanitarie e di vicinanza ai servizi primari. Nell’ambito di tale pianificazione le singole realtà locali potranno procedere più speditamente alla formazione del P.O.T. (Piano Operativo temporale) o del piano del Sindaco, dando così immediata risoluzione ai problemi esistenti. Il Programma d’area, per come sinteticamente rappresentato e proposto, può e deve essere la nuova risposta ai problemi ambientali e territoriali di una Regione che non può permettersi di trascurare le occasioni e le speranze, espresse dai Soggetti istituzionali, dalle università e dalle Associazioni culturali e di categoria che compongono i richiamati tavoli di lavoro e demanda alla Regione il nuovo compito di tentare di unire più che dividere”, conclude la nota a firma di Domenico Passarelli, Presidente INU Calabria e Attilio Mazzei, Componente direttivo regionale INU Calabria.
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