Roma – La Calabria contro la normativa Ue per la sua famosa Sardella. Secondo il regolamento europeo, (n. 1967 del 2006), infatti, le giovanissime sarde o bianchetti, non possono più essere pescate. Una misura restrittiva che ha l’obiettivo di tutelare e difendere la conservazione dell’habitat naturale dell’ambiente marino. La Calabria, rischia così di vedere bandito quello che viene definito “il caviale calabrese” o “caviale dei poveri”. La sardella è un prodotto tipico della provincia di Crotone, dell'Alto Ionio Cosentino e del Basso Ionio Cosentino, a base di bianchetti di piccolissima e/o media taglia e l’immancabile peperoncino piccante macinato in polvere con l’aggiunta di aromi. ideale sulle bruschette o da gustare d’estate con un’insalata di pomodori e cipolla di Tropea ma è ottima anche con la pasta o la pizza.
Un prodotto tipico, fonte di guadagno, per le aziende specializzate anche nella sua produzione che, oggi, rischia di essere vietato a causa della normativa Ue che vieta la pesca del novellame. Dalla arte della sardella si schiera Aldo Patriciello, europarlamentare molisano e membro della Commissione ambiente del Parlamento europeo, che attraverso un’interrogazione che ha inoltrato all’attenzione della Commissione europea sollecita un intervento dell’esecutivo di Bruxelles relativo al divieto di pesca. “Modificare il sistema di quote che impedisce di fatto la pesca della Sardella in Calabria e salvaguardare così una tradizione che è il pilastro di una fetta significativa dell’economia regionale” questa, in breve, la sua richiesta.
“L’obiettivo della salvaguardia dell’ambiente marino – spiega Patriciello - può essere raggiunto ugualmente tenendo in debito conto le esigenze e le istanze di coloro che lavorano nel settore e che rischiano di perdere il posto di lavoro. È un problema che necessita dell’impegno di tutti, a cominciare dal Governo che dovrebbe predisporre una deroga attraverso la predisposizione del piano di gestione”.
Della questione si è occupato anche “Repubblica” che in un articolo di qualche giorno fa spiega come “Il divieto da parte dell’Unione Europea risale al Regolamento mediterraneo del 2006, che ha vietato la pesca di novellame di pesce azzurro al di sotto degli 11 cm per tutelare l’ecosistema marino. La Calabria aveva però ottenuto una deroga, tolta nel 2010. Da allora, la pesca della neonata è illegale. La Prefettura ha addirittura imposto al comune di Crucoli la cancellazione della sardella come marchio Deco (Denominazione comunale). La produzione e la commercializzazione, piccola ma fiorente, si sono arrestati, anche se non del tutto. Infatti, sul mercato si trova una “sardella” ritoccata, fatta con il legale pesce ghiaccio, proveniente dalla Cina”. Questa, quindi, la triste storia di un antico sapore di Calabria che rischia di scomparire.
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