Lamezia Terme - Un regalo prezioso dal passato, un lascito d’arte e d’umanità da trasmettere alle future generazioni: rappresenta tutto questo per la comunità l’opera poetica di don Giulio Fazio, sacerdote originario di Feroleto, scomparso nel 1999. La raccolta postuma sarà presentata giorno 11 luglio alle 18:30 presso il Chiostro Caffè Letterario. Interverranno il professor Italo Leone, critico letterario, don Vittorio Dattilo, confratello e amico dell’autore, e Danilo Scamardì, curatore delle opere e cugino di don Fazio.
Appassionato d’arte in tutte le sue declinazioni e fervido autore di versi, anche in vernacolo feroletano, don Fazio lasciò alla sua morte una quantità di materiale ancora inedito, che oggi Danilo Scamardì si è occupato di riordinare e di rendere fruibile al pubblico, arricchendo le poesie in vernacolo di traduzione e di un accurato commento esegetico-etimologico. Il risultato sono stati tre preziosi volumi intitolati “Apprendiamo dall’opera poetica di Giulio Fazio”: già dal primo, “Rùcciuli”, emerge la figura umana dell’autore, la sua pìetas profonda, una fede evidente non solo dai riferimenti biblici sparsi, ma soprattutto da una visione del mondo improntata all’umiltà, alla sublimazione poetica di elementi semplici del creato, in uno stile essenziale, fulgido e pregnante. Il poeta si paragona nella lirica incipitaria ad un cane randagio, e poi ad un “vecchio sputasentenze”, quasi a voler sottolineare la sua piccolezza, l’effimera essenza dell’umano, pure capace di eternarsi nell’arte. Anche in “Serratura dò tutto” e “Pruverata ‘a lla fhine”, secondo e terzo volume, è subito evidente il concetto del dissolversi connaturato all’uomo, polvere e bellezza insieme, infimo e cruciale snodo di un Universo generato e afferente a una Presenza più grande.
Una filosofia di vita, questa, messa in pratica attivamente da don Fazio durante il suo passaggio terreno. Allievo brillante del Liceo Classico “Francesco Fiorentino”, pupillo del professore Leone, dopo il diploma nel 1958, sceglie la carriera ecclesiastica, che lo porterà a vivere e a incarnare i suoi valori e ideali. Don Giulio Fazio, infatti, concepiva il sacerdozio come un servizio totalmente gratuito, e per questo non volle farlo per mestiere, e si impiegò come segretario di scuola. Fu anche insegnante, ma soprattutto si impegnò come pastore di anime lasciando di sé un ricordo indelebile in tutta la comunità lametina, alla quale va oggi la sua eredità forse più importane: dopo la raccolta “Dilettante”, pubblicata da don Fazio in vita, questi tre volumi rappresentano la summa di un’esistenza vissuta all’insegna della spiritualità più semplice e vera, una testimonianza da coltivare per sempre.
Giulia De Sensi
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