Migranti morti a Crotone, lo sconcerto e il dolore per una "tragedia immane" - Reazioni

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Cutro (Crotone) – Una tragedia immane in Calabria. Si parla di circa 50 vittime ma il bilancio potrebbe aggravarsi ulteriormente. I migranti morti all'alba a "Steccato" di Cutro, nel Crotonese, erano su un'imbarcazione che è stata spezzata in due dalle onde, in una situazione di mare molto mosso. Intanto, da tutta Italia, dal mondo politico alle associazione, arrivano messaggi di sconcerto, rabbia e dolore per una tragedia che non è solo calabrese ma Europea e non solo.

Croce Rossa: “Tragedia desti le comunità”

“È un brutto risveglio che deve destare la comunità affinché simili tragedie non accadano". Lo scrive su Twitter il presidente della Croce Rossa Rosario Valastro dopo il naufragio di un barcone con decine di migranti a Cutro, in Calabria. "I nostri volontari - aggiunge Valastro - sono impegnati per soccorrere i superstiti e per recuperare le vittime".

Amalia Bruni: “Una strage sulle coste di casa nostra. Bisogna riflettere e agire”

“Ancora una strage degli innocenti che si consuma nel nostro territorio, al largo delle nostre coste, sulle nostre spiagge. Un barcone della speranza carico di 250 persone, comprese donne, anziani e bambini si è spezzato in due per le condizioni avverse del mare facendo naufragio. Ci sono già 40 vittime ma il bilancio è destinato ad aumentare. Tante sono state recuperate in mare, altre  ritrovate sulla spiaggia di Curto, in località Stellato. Tra loro un bambino di tre anni, uno di sette e un neonato. Persone che cercano di sfuggire alle torture in patria, a guerre ingiuste e a persecuzioni, hanno  trovato una morte orribile lontano da casa. Non è il momento di fare polemica ma un governo di un Paese civile dovrebbe cercare, insieme all’Unione Europea, un modo per alleviare queste sofferenze e trovare un sistema perché non si ripetano tragedie così. Al di là della tristezza per le tante vite spezzate, voglio ringraziare personalmente chi, tra enormi difficoltà e sacrifici, quotidianamente butta il cuore oltre l’ostacolo per tutelare una vita, dalle Forze dell’Ordine, alla Capitaneria di Porto, ai medici, ai volontari. Salvare un essere umano è come salvare il mondo e mai come oggi ne abbiamo tutti davvero bisogno”. Lo scrive in una nota Amalia Bruni, Capo del Gruppo Misto in Consiglio Regionale.

Presidente provincia Crotone: “Dolore e rabbia”

"Profondo dolore, rabbia e tristezza sono i sentimenti che pervadono in queste ore i cuori di tutti noi. Il naufragio dell’imbarcazione con a bordo oltre 180 persone, uomini, donne e bambini ed un bilancio, provvisorio, di oltre 40 vittime, tra cui  neonati e bambini, ed un centinaio di dispersi, ci restituisce la portata di un’immensa e straziante tragedia". Lo afferma in una nota Sergio Ferrari, presidente della Provincia di Crotone, che prosegue: "Uomini e donne, bambini che affidano al mare ed ai rischi di un lungo viaggio la speranza di un futuro migliore, e che quella speranza di una vita diversa hanno visto morire nelle fredde acque di un Paese che oggi deve fare ancora una volta i conti con queste morti, con queste vittime. Queste sono ore difficili, in cui il dolore, lo sgomento e anche la rabbia sono forti, ma forte è anche lo spirito di abnegazione di chi, senza sosta, da questa notte sta lavorando per strappare alla morte i dispersi, chi sta lottando contro il mare in tempesta per salvare una vita, chi si sta occupando in queste prime ore dei soccorsi. Siamo stanchi di raccontare tragedie! Ora - conclude Ferrari - occupiamoci dell'emergenza e proviamo a gestire ancora una volta questa immane tragedia! Ma subito dopo ognuno deve fare la propria parte ed ognuno deve essere richiamato alle proprie responsabilità!" Il presidente della Provincia ha espresso il suo ringraziamento "alle Forze dell’ordine, ai soccorritori, ai volontari, ai sindaci ed alle tante persone che stanno dando una mano, che stanno aiutando e portando soccorsi e conforto". 

Sindaco Crotone: “Profondo dolore per naufragio”

"Quello che è avvenuto al largo di Steccato di Cutro è una tragedia. Mentre mentre si stanno ancora raccogliendo aggiornamenti, le notizie che sono già pervenute sono drammatiche". Lo afferma il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, dopo il naufragio di migranti con decine di vittime. "Avvertiamo - aggiunge - un profondo dolore che in questo momento accomuna tutta la comunità cittadina. Ci siamo immediatamente attivati attraverso il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per dare il nostro supporto alle Forze dell'Ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Croce Rossa e a tutti coloro che in queste ore sono impegnati sul posto della tragedia".

Mancuso: “L'indignazione rituale dell’Europa non basta più"

“Esprimo i sentimenti di profondo cordoglio del Consiglio regionale della Calabria, per l’ennesima strage di migranti alla ricerca disperata di condizioni di vita dignitose, per sé e i propri figli, e che, invece, stavolta al largo di Crotone, s’imbattono in una morte terribile”. Lo dice il presidente Filippo Mancuso, secondo cui: “Questa ennesima, drammatica, perdita di tante vite umane, colpevoli di non rassegnarsi a un'esistenza di privazioni nei loro Paesi, c'è da sperare che rimuova tatticismi e cinismi, indifferenze ed egoismi di un’Europa che  predica bene e razzola malissimo”. Aggiunge: “Ogni volta, si è indotti a credere che l’Europa si occuperà - finalmente dotandosi di una strategia univoca e condivisa -,  delle cause che provocano l’esplosione epocale di migranti. Purtroppo, dinanzi al susseguirsi delle tragedie che tingono di  sangue il Mediterraneo, si constata che si continua nell’indignazione rituale, per il dolore dei profughi lasciati alla mercè dei trafficanti di esseri umani e per un sistema dell’accoglienza che oscilla tra improvvisazione e precarietà”.

Salvini: “Una tragedia, fermare i trafficanti”

"Una tragedia. Ormai gli scafisti mettono in mare 'barchini' sempre meno sicuri e malandati incassando, sulla pelle di queste persone, milioni di dollari reinvestiti in armi e droga. Fermare i trafficanti di esseri umani è un dovere morale di tutti, soprattutto per salvare vite innocenti. Una preghiera per questi poveri morti". Così il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini in un post su Instagram commenta il naufragio di migranti avvenuto in Calabria.

Ferro: “Una tragedia annunciata”

"E' una tragedia di dimensioni immani quella che si è consumata lungo la costa della Calabria, dove il naufragio del peschereccio su cui hanno attraversato il Mediterraneo è costato la vita a decine di migranti, molti bambini, un neonato di pochi mesi. E' un giorno di profondo dolore, ma c'è anche tanta rabbia perché la morte di queste donne, di questi uomini, di questi bambini, è una tragedia annunciata". E' quanto afferma il sottosegretario all'Interno Wanda Ferro (FDI). "L'unico modo per impedire davvero di mettere a rischio migliaia di vite umane - aggiunge Ferro - è impedire che queste maledette carrette del mare continuino a partire dalle coste dell'Africa. Bisogna fermare i trafficanti che continuano a sfruttare la disperazione e le speranze di queste persone, mettendole in mare con imbarcazioni sempre più inadeguate. Siamo impegnati quotidianamente a salvare naufraghi nel Mediterraneo con le nostre unità militari, ma anche a contrastare con ogni mezzo l'immigrazione clandestina, anche attraverso accordi internazionali con i paesi di partenza, e garantire il diritto di asilo con corridoi umanitari legali e sicuri". "Voglio intanto ringraziare - sottolinea ancora Ferro - tutti coloro che sono impegnati in queste ore a soccorrere i sopravvissuti e ricercare i dispersi, dalla Guardia Costiera, ai Vigili del Fuoco, alla Polizia, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, a tutto il personale sanitario e della Protezione civile, ai volontari".

Il Garante Marziale: “Colpa dell’Unione Europea”

“La colpa è dell’Unione Europea e sfido chiunque a dimostrare il contrario in qualsiasi sede”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, al riguardo delle vittime e dei dispersi al largo delle coste di Crotone. “Fanno presto lor signori a darci indicazioni – dichiara Marziale – ed a pontificare sul senso dell’accoglienza quando non abbiamo strutture idonee di accoglienza, quando come istituzioni locali ci riuniamo nelle prefetture per ricercare disperatamente soluzioni dignitose e poi siamo costretti a rinchiudere bambini e adulti nello stesso luogo e far finta di nulla, ben sapendo che anche tanti di questi minori scappano appena sbarcati e chissà in che mani finiscono. Fanno presto i governanti dell’UE a porgere le condoglianze quando molte di queste imbarcazioni si spezzano seminando uomini, donne e bambini come pesci in mare e a dirci che dobbiamo fare di più. Loro devono fare di più, proprio loro”. Per il Garante: “La soluzione deve essere politica e deve riguardare anche le modalità di emigrazione. Vogliamo dare una possibilità a questi disperati? Bene, allora li andiamo a prendere noi con mezzi sicuri e ce li portiamo in Europa, senza che passino da un inferno all’altro o muoiano inghiottiti dal mare e non serve a niente arrestare i barconisti per dare in pasto all’opinione pubblica che le istituzioni ci sono”. “I bambini sono cittadini del mondo e devono essere accolti in ogni angolo della terra – evidenzia Marziale – ma loro deve essere garantito un percorso in totale sicurezza. Quello dell’immigrazione è ad oggi un’opportunità di mercato a tratti legale ed a più ampi tratti illegale e l’Unione Europea ne è nel bene e nel male la responsabile. Di questi morti, di quelli del recente passato e di quelli del futuro, finché le condizioni saranno così, hanno un responsabile, l’Unione Europea”.

Nesci (FdI- Ecr): "Europa continua a fallire politica adeguata a scongiurare drammi"

"Una tragedia senza fine. Le immagini dei corpi di migranti, tra cui quello di un neonato, rinvenuti sulle coste calabresi, sono davvero strazianti.  L'Europa continua a fallire nell'individuazione di una politica dell'immigrazione adeguata a scongiurare drammi come quello avvenuto a largo di Crotone. Non ci sono più preghiere o attestati di cordoglio che possano contenere la dimensione di tanto dolore". Così in una nota l’eurodeputato di FdI- Ecr Denis Nesci.

Fratoianni: “carico residuale' vero Meloni?”

"Un carico residuale in fondo al mare, vero eh? Se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso forse potevano essere salvati. Per ora 50 morti ma potrebbero essere almeno il doppio. Un 'carico residuale' vero governo Meloni? Evidentemente se ci fosse stato un sistema di ricerca e soccorso potevano forse essere salvati. #migranti". Lo scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

Piantedosi: “Tragedia immane, vanno bloccate partenze”

Il naufragio avvenuto in Calabria è una "tragedia immane" che "mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate". Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sottolineando che "è fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze" dei migranti. "È una tragedia immane - ribadisce il titolare del Viminale - che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell'immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive". Dunque "è fondamentale" fermare le partenze ed è fondamentale "che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi".

Rosato: “Tragedie che si possono evitare”

"A Crotone decine di morti sulle nostre coste, vittime incolpevoli di tragedie che si possono evitare. Non si può restare indifferenti". Così in un tweet il deputato di Azione - Italia Viva Ettore Rosato.

SeaWatch: “Assenza soccorso Ue è crimine”

"Ancora una catastrofe nel Mediterraneo. Dolore e sgomento per le vittime che si contano a decine. Uomini, donne e bambini. Intollerabile che l'unica via d'accesso all'Europa sia il mare. L'assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno". Così un tweet di SeaWatch, l'organizzazione tedesca no-profit che opera nel Mediterraneo centrale.

Sbarra: “Ue faccia di più”

"La terribile tragedia dei migranti sulle coste del crotonese ci lascia sgomenti. L'Europa deve fare molto di più per coordinare i soccorsi, bloccare il traffico di vite umane, evitare che il Mediterraneo diventi un 'freddo cimitero senza lapidi ' come ha detto Papa Francesco". Lo sottolinea su Twitter il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra sul naufragio dei migranti in Calabria.

Foti (FdI): “Inflessibile contro delinquenti”

"Voglio esprimere il cordoglio di Fratelli d'Italia per questa ennesima tragedia del mare. Il centrodestra insiste sulla necessità di intervenire sui luoghi di partenza. Dobbiamo essere inflessibili nei confronti di questi veri e propri delinquenti che organizzano questi viaggi di morte". Lo ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti a Skytg24.

Save the Children: “La politica pensa a muri”

"Ancora una volta, l'ennesima, ci troviamo a piangere la morte ingiusta di chi cerca un futuro migliore in fuga da guerre e povertà. Mentre la politica, in Italia e in Europa, pensa di risolvere con muri e restrizioni per le Ong". Così in un tweet Filippo Ungaro, direttore della Comunicazione di Save the Children Italia, in un tweet.

Schlein: “Decreti del governo sono disumani”

"Un'altra tragedia pesantissima che coinvolge molti bambini, non è accettabile che il Mediterraneo sia diventato un grande cimitero a cielo aperto: questo fa capire quanto sia disumano e contro ogni diritto fondamentale fare dei decreti che hanno il solo scopo di rendere più difficile salvare le vite in mare". Così Elly Schlein, parlando dal seggio delle primarie dove ha votato, ha parlato della tragedia avvenuta in mare al largo di Crotone. "Ci vorrebbe una grande missione europea umanitaria di ricerca e soccorso in mare - prosegue - perché dove non arrivano la guardia costiera e le ong assistiamo a delle tragedie che sono inaccettabili. Dobbiamo continuare a batterci perché non accadano più".

Bonaccini: "Fermare gli scafisti è una priorità così come salvare le vite in mare"

"Cara presidente Meloni, nessuna polemica mentre ci sono morti e dispersi in mare. Ma visto che lei entra nel merito, ribadisco quel che penso: fermare gli scafisti è una priorità, come priorità assoluta deve essere salvare le vite in mare. La guerra alle Ong scatenata dal Governo non solo è priva di senso, ma è anche una contraddizione in termini rispetto a questi principi, che dovrebbero vedere unita la politica. Così come fermare le partenze: è necessario e possibile nella misura in cui si aprono canali umanitari sicuri (quelli sì radicalmente alternativi alle rotte degli scafisti) e si verifica con rigore il rispetto dei diritti umani. Altrimenti è propaganda e disumanità, come ci dice il numero degli arrivi e la tragica contabilità dei morti in mare". Lo afferma Stefano Bonaccini, candidato alla Primarie del Pd, sui social.

Von der Leyen: "Profondamente addolorata per il naufragio"

"Sono profondamente addolorata per il terribile naufragio al largo delle coste calabresi. La conseguente perdita di vite umane di migranti innocenti è una tragedia. Tutti insieme, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per il Patto sulla migrazione e l'asilo e per il Piano d'azione sul Mediterraneo centrale". Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Migrantes: “Urgente operazione Ue 'M.Nostrum'”

"Mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l'ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi Ong, un barcone spezzato dalla burrasca della notte, che portava almeno 150 migranti, si è inabissato nel Mediterraneo, al largo delle coste calabre crotonesi. Sono 33 i morti accertati, tra cui un neonato, almeno 100 i dispersi, che vanno ad aumentare le migliaia di morti e di tombe anonime nel cimitero del Mediterraneo". Lo ricorda in una nota mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes. "Un nuovo drammatico segnale - sottolinea il presule - sulla disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria e di chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la Democrazia, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale". "Mentre queste morti non possono che generare vergogna - prosegue mons. Perego -, chiedono un impegno europeo per un'operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle Ong". "La collaborazione con i Paesi del Nord Africa - aggiunge - non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l'Europa. Chi arrivando in Europa avrà diritto a una protezione vedrà salvaguardato tale diritto; chi non ne avrà diritto sarà rimpatriato". Secondo il presidente di Migrantes, "è chiaro che questo esame, solo nella terra europea, dovrà essere agile, organizzato, alla presenza di diverse figure - dai mediatori, dalle forze di polizia forze internazionali, da osservatori dell'Unhcr, da operatori sociali … - perché il minore non accompagnato sia tutelato come la vittima di tratta, o chi viene da una drammatica situazione sanitaria o da una guerra o disastro ambientale". "Le risorse vanno investite nella tutela della vita - conclude Perego -, nell'accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell'Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino".

Unicef: “La politica faccia subito un salto di qualità”

"Non è questo il momento dei mai più né il momento di battersi il petto. Le immagini di questi corpi e di queste donne ci rimandano a Aylan (il bambino profugo morto nell'ottobre del 2015 su una spiaggia turca le cui immagini fecero il giro del mondo, ndr) e a tutto quello che è successo negli ultimi dieci anni. Tutti quelli che oggi si stupiscono o si indignano le hanno già viste tragedie simili. Il nostro, il mio personale dolore oggi è un invito a non dividersi più. Non è più il tempo dell'indifferenza. La politica deve fare un salto di qualità e non salire su queste vicende, chi prime e chi dopo, per contrastarsi. Ci vuole buon senso e dialogo e speriamo che gli impegni che stiamo ascoltando in questi momenti e dettati dal dolore prosegano perché altrimenti domani mattina il rischio è che tutto questo torni nell'indifferenza. La domanda che mi pongo è: di nuovo abbiamo dovuto vedere i corpi dei bambini morti e delle mamme morte per poterci indignare? Non c'era bastato Aylan? Basta mai più, adesso bsogna trovare soluzioni, lo si può fare, la politica lo può fare". Lo dice all'ANSA Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia.

Lega Calabria: “Intervenire subito per bloccare traffico”

Il naufragio di migranti a Crotone, con tanti morti, compreso un bambino, dimostra che questo traffico di essere umani deve essere bloccato. Non è possibile fare finta di nulla, voltarsi dall'altra parte. Un massacro che si sta ripetendo giorno dopo giorno! Non è possibile stare fermi. Bisogna intervenire immediatamente. Un dolore profondo che deve far riflettere. Un pensiero alle tante vittime ed ai loro cari. Queste persone che cercano una nuova vita nonpossono essere consegnati a squadre di criminali che pur di guadagnare qualche migliaia di euro mettono in mare imbarcazioni carrette con il pericolo di certi naufragi. La Lega farà di tutto per cercare di evitare queste morti di tanti innocenti. Lo dichiara il commissario regionale della Lega Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno.

Furgiuele: "Basta scafisti disonesti che spacciano morte"

“Rabbia e profonda tristezza si agitano nel mio cuore per questa ennesima sciagura del mare. Non possiamo più tollerare scafisti disonesti e imperiti che spacciano morte a migliaia di disperati. Non è giusto. Oggi più che mai, continua l’impegno della Lega per la legalità affinché non ci siano più tragedie nelle nostre acque”. Lo dichiara il deputato calabrese Domenico Furgiuele, vicecapogruppo della Lega alla Camera.

Il cordoglio del presidente della Camera di Commercio "Giornata di lutto" 

"Esprimo il mio più profondo cordoglio per le vittime del tragico naufragio che si è consumato al largo delle coste crotonesi". Lo afferma in una nota il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo. "È questa una giornata di lutto per la Calabria e per Crotone, divenuta meta dei fenomeni migratori ma da sempre terra solidale e accogliente. Un ringraziamento va alle forze dell’ordine, ai volontari e a tutti coloro i quali si stanno adoperando a salvare i dispersi in mare. Profondo cordoglio per le vittime, purtroppo tante e tra cui anche molti bambini, i cui sogni di una vita migliore si sono spezzati a pochi metri dalle nostre coste".

Conte: "Mediterraneo che si macchia ancora di sangue"

"Decine di morti, anche bambini. Vite ingiustamente spezzate, il Mediterraneo che si macchia ancora di sangue. Ora serve mettere da parte gli slogan e far sì che l'Europa sia davvero presente, solidale e compatta nel gestire e controllare i flussi migratori. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri valori, alla speranza che era negli occhi di chi oggi ha trovato la morte", lo scrive sui social Giuseppe Conte (M5S).

Sindaco di Isola di Capo Rizzuto: "Ora diamo a questa gente degna sepoltura"

"Ancora una volta ci troviamo a piangere una tragedia del mare, un viaggio della speranza finito male. Non ci sono parole per descrivere la sofferenza che ha colpito questa povera gente che si è messa su una barca in cerca di un lembo di terra che potesse assicurargli un futuro diverso, senza le atrocità che subiscono nei loro paesi: invece hanno trovato la morte. Da mamma è ancora più forte il dolore nello scoprire che tra le vittime ci sono tanti bambini. A nome dell'intera Amministrazione Comunale e dalla comunità di Isola Capo Rizzuto ci stringiamo forte al dolore dei familiari e ci mettiamo a disposizione per qualsiasi forma di aiuto. Intanto, abbiamo già comunicato la messa a disposizione di alcuni loculi per dare una degna sepoltura a questa povera gente. Esprimo dolore anche per l’episodio di ieri che ha visto un’auto pirata investire ed uccidere un giovane migrante nei pressi del centro di accoglienza", conclude il sindaco di Isola di Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga.

De Nisi: “Calabria non sia lasciata sola”

“Il bilancio della tragedia davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro aumenta di ora in ora, tra morti annegati e dispersi. Il mio pensiero va alle vittime, a quegli uomini, a quelle donne e ai tanti bambini che, confidando in un futuro migliore, hanno vissuto una tragedia incommensurabile. È davvero giunta l’ora in cui la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza per evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi ".  Così il consigliere regionale Francesco De Nisi a poche ore dal drammatico naufragio sulle coste calabresi. “Quella di oggi è soltanto l’ultima delle tragedie che hanno segnato negli ultimi anni i “viaggi della speranza” degli immigrati e la conta dei morti in mare.  Ritengo irrimandabile il momento in cui il governo regionale e soprattutto quello nazionale, intervengano con la dovuta fermezza nei confronti dell’Unione Europea affinché quest’ultima, assumendosi le proprie responsabilità, non lasci più sola la Calabria e intervenga con mezzi e risorse adeguati ad impedire che tragedie di tali proporzioni si possano ripetere in futuro”. Le persone – conclude De Nisi - che si trovano in mare in situazioni di emergenza vanno salvate a tutti i costi, ma la strage va fermata prima possibile con le adeguate iniziative a tutti i livelli istituzionali.  Un plauso a tutte le forze che in queste ore stanno operando in Calabria per le ricerche e per aiutare i sopravvissuti”.

Assessore Staine: "Europa ancora lontana dal trovare una soluzione"

“Sono profondamente addolorata per la tragedia che ha visto morire in mare numerosi migranti, tra cui molte donne e bambini, a largo di Crotone. Un triste fatto che ci mette di fronte ad una umanità che continua a chiedere aiuto a trafficanti senza scrupoli, mentre l’Europa è ancora lontana dal trovare una soluzione che preveda l’aiuto nei paesi d’origine e la fine, così, di un fenomeno senza regole che ha costi umani elevatissimi e che continua a favorire le mafie legate ad esso”. È quanto dichiara Emma Staine, assessore regionale alle Politiche sociali.

Lo Schiavo: “Governo riveda restrizioni sui salvataggi in mare”

“Ancora una tragedia della disperazione e della speranza. Questa volta così vicina alle nostre vite da lasciarci ancor più increduli e sgomenti. Quante morti innocenti serviranno ancora perché i Governi nazionali e l’Unione europea comprendano che non si può gestire un fenomeno di dimensioni umane, sociali e politiche così imponenti, con misure esclusivamente repressive ed egoistiche? Serve un’azione comune tra gli Stati, improntata alla responsabilità e all’umanità, che faccia in modo di evitare simili tragedie. Ma serve anche, da parte del Governo italiano, che sta facendo di tutto per limitare gli interventi di salvataggio in mare, un atto di consapevolezza rispetto a drammi che causano un immane dolore. Il mio pensiero va alle vittime e ai superstiti di questa ennesima strage, con un ringraziamento a chi, in queste ore, si sta spendendo senza sosta per soccorrere i naufraghi e fornire loro assistenza”. È quanto dichiara, in un intervento sui social, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo (Gruppo misto - Liberamente progressisti), in merito alla tragedia avvenuta lungo delle coste del Crotonese.

Pap: “Precisa responsabilità politica, opporsi alla barbarie”

“È notizia di queste ore la strage di migranti in arrivo sulle nostre coste, con un bilancio di 45 morti, tra cui donne e bambini, destinato a crescere nelle prossime ore. Una notizia che, similmente a quelle che si ripetono da anni nei nostri mari, ci lascia una sensazione di sgomento e di rabbia. Vogliamo infatti ribadire come non si tratti di semplice fatalità. C’è una precisa responsabilità politica da parte dell’attuale governo di destra del nostro paese, che con il Decreto Flussi e la criminalizzazione delle ONG e la presunzione di bloccare gli sbarchi, di fatto impedisce e rende più difficile i salvataggi in mare, giocando con la vita di uomini e donne considerati alla stregua di «carichi residuali» (termine che è esempio del linguaggio violento e discriminante del governo Meloni e dei suoi esponenti). Lo stesso governo che davanti a questa strage si dimostra ipocritamente rammaricato, scaricando la colpa su una presunta migrazione senza controllo. Ma altrettanto ipocrita troviamo il rammarico delle forze di centrosinistra, che negli anni, al governo, hanno promosso politiche discriminatorie, inumane e repressive in materia di immigrazione (ricordiamo fra tutte il Decreto Minniti). Ci sembra peraltro indicativo che, mentre assistiamo all’ennesima tragedia, si svolga a Riace una manifestazione in solidarietà a Mimmo Lucano, ex sindaco che rischia ad oggi la reclusione per fatti legati alla costruzione di un sistema di accoglienza. Per questo e altro, serve un’opposizione sociale e politica forte che ponga fine a questa barbarie generalizzata”, concludono da Potere al Popolo Calabria.

Tavernise (M5S): “Europa sia unita intorno a valori condivisi come solidarietà. Servono soluzioni”

“Solo ieri celebravamo a Sibari la bellezza della Calabria. Oggi invece vestiamo la nostra regione a lutto. Mentre i calabresi scappano in cerca di una vita migliore, la nostra regione si fa terra di approdo per chi vuole un futuro diverso. E’ un paradosso che si fa Stato. Da tanto, troppo tempo infatti la nostra regione registra un numero elevato di sbarchi. Ma quello di oggi è un bilancio pesante, troppo pesante per poter continuare a trattare questa problematica con vuoti slogan propagandistici. Quella di Cutro è una tragedia che segna un punto di non ritorno nella questione migratoria del Mediterraneo. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete al fenomeno che da troppo tempo è all'attenzione della politica nazionale ed europea senza alcuna valida conclusione. Lo sdegno e il cordoglio di queste ore siano un input per una narrazione reale e per una presa di posizione corale, fuori dai nazionalismi, verso un aiuto concreto dell'Europa all'Italia e dell'Europa a chi sfugge da guerre, carestie e persecuzioni politiche. L’Europa sia unita intorno a quella solidarietà che è valore condiviso da tutte le istituzioni democratiche”, così Davide Tavernise capogruppo M5S in consiglio regionale.

Vescovo: "Preghiera e indignazione"

"Le uniche parole di fronte a questa tragedia sono di dolore e preghiera. Ma anche e indignazione per le cause che hanno prodotto tutto questo, tra le quali ci siamo anche noi". Lo ha detto il vescovo di Crotone, mons. Raffaele Angelo Panzetta, dopo avere benedetto le salme dei migranti a Steccato di Cutro. "Dio - ha aggiunto - ama la vita e per queste persone avrà un posto speciale, visto che noi non siamo riusciti a darglielo. Questa tragedia può diventare scuola. Porti chiusi? Non si tratta solo del nostro Paese. È il mondo che è un crocevia di egoismi e di porte chiuse".

Attivisti Lamezia Movimento 5 stelle: “Politiche Governo puntano ad ostacolare e di fatto ad impedire soccorso in mare”

“La Lamezia che si va mostrando sempre più solidale (è di fresca apertura un caldo ed efficiente Ambulatorio Solidale rivolto a chi, in una società sempre più diseguale, non riesce ad accedere alla sanità pubblica) piange l’orrenda tragedia degli oltre 100 tra morti e dispersi di migranti, tra cui tanti bambini, vittime del naufragio di Steccato di Cutro. Una delle tragedie annunciate dopo le restrizioni che il Governo Meloni ha imposto alle navi di soccorso delle Ong, impegnate ogni giorno ad evitare meritoriamente ed affannosamente che, come anche Papa Francesco da tempo invoca inascoltato, il Mediterraneo diventi un immane cimitero. È facile, Presidente Occhiuto, scaricare le colpe sull’Europa. La sua coscienza di cattolico, prima ancora che di governatore d’una Calabria, che di tragedie migratorie in mare, in miniera e nei ghetti è stata a lungo vittima (come ci ricorda il bel Museo di Camigliatello), la dovrebbe innanzitutto interrogare sulle responsabilità delle politiche del Governo nazionale della coalizione che la sostiene. Politiche che puntano ad ostacolare e di fatto ad impedire il soccorso in mare di quegli ultimi tra gli ultimi, che spinti dalle guerre, dalle persecuzioni razziali e dalla fame, tentano con disperazione e gravandosi di enormi sacrifici, violenze e persecuzioni di cercare accoglienza, lavoro e dignità in una Europa opulenta e bisognosa di nuova linfa lavorativa, ma che invece gli va sempre più mostrando il suo peggior lato egoista e disumano, scegliendo di colpire le vittime della tratta di esseri umani e non i negrieri che se ne arricchiscono ed a cui viene addirittura delegato il potere di schiavizzare, imprigionare e torturare chi insegue il sogno di una vita migliore. La Calabria, Presidente Occhiuto, è però, per fortuna, migliore di tanti suoi rappresentanti ed ha immediatamente risposto e continuerà a rispondere mostrando il suo antico spirito solidale”.

Calabria in Azione: "Serve impegno Europeo per corridoi sicuri"

"Raccogliamo e condividiamo le parole del Presidente Mattarella. Sulle politiche di immigrazione l'Europa deve assumere piena responsabilità. Il naufragio di migranti a Crotone pone nuovamente e tragicamente all'attenzione del Paese e della comunità internazionale la mancanza di una politica efficace sulle politiche migratorie, che non può essere solo Italiana e non solo tesa alla repressione del controllo dei trafficanti di essere umani." Così in una nota il partito di Azione in Calabria guidato da Fabio Scionti. E continua: "Riteniamo che l'impegno europeo di governo del fenomeno, sia attraverso una azione di diplomazia internazionale, di attivazione di corridori europei sicuri, ma soprattutto di controllo e di gestione dell'accoglienza per la reale integrazione dei migranti, non sia più rinviabile. Non vogliamo più assistere a queste catastrofi nel Mediterraneo - conclude la nota - né restare inermi davanti a queste tragedie di uomini, donne e bambini che cercano soltanto una vita migliore".

Segretario generale Cgil Area vasta Enzo Scalese: “Il dovere dell’accoglienza”

“Mai come davanti ai corpi esanimi di donne, uomini e bambini anche piccolissimi ci torna utile quanto scritto da Seneca: il grande dolore è muto. Davanti a questa tragedia umana della portata enorme che irrompe nella nostra vita quotidiana, mentre rimaniamo in silenzio per piangere decine di vittime sulle spiagge della costa jonica, non possiamo non chiederci quanti morti dovremo ancora contare perché il Governo e l’Unione europea decidano di intervenire, andando oltre l’applicazione di misure preventive”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Area vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese. “Una tragedia che arriva pochi giorni dopo l'approvazione alla Camera del recente decreto in materia di immigrazione, e che nel modo più doloroso richiama l’attenzione sull’urgenza di un’azione comune degli Stati in materia di migrazione, che prima di essere un “problema” economico e sociale, è una questione di umanità – afferma ancora Scalese -. Nell’esprimere, quindi, il cordoglio per la morte di decine di vittime innocenti, nell’attesa di una doverosa assunzione di responsabilità da parte dei soggetti istituzionali titolati, non ci resta che sottolineare l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini”.

Laghi: “Mondo sgomento”

"Quanto accaduto sulle spiagge di Cutro lascia il mondo sgomento. I corpi senza vita di bambini, donne e uomini in cerca di un futuro migliore addolorano nel più profondo del cuore l'intera Calabria e, dalla nostra regione, tutta l'Europa, che deve interpellarsi sulle responsabilità di quello che è successo.I pezzi di barcone che ancora galleggiano e sfiorano la riva delle nostre coste, i sacchi bianchi con le salme degli oltre cento fratelli, figli, amici, padri e madri provenienti da Afghanistan, Pakistan, Somalia sono il tangibile fallimento di un'umanità su cui nessuno sembra più voler investire. Il mio cordoglio è immenso nei confronti di queste persone e delle loro famiglie". Così il consigliere regionale Ferdinando Laghi.

Stanganelli: “Giorno del dolore per la Calabria”

"Piangono senza parlare i circa 60 migranti superstiti del naufragio a Cutro, con lo sguardo fisso nel vuoto; una donna grida disperata il nome del figlio che non trova più. Chissà cosa pensava quel piccolo angelo sull'imbarcazione della speranza, spezzata in due dalle onde, a Steccato di Cutro, nel crotonese. Forse sognava un futuro diverso, fatto di giochi e divertimenti, non lo sapremo mai". Lo afferma la Garante della salute della Regione Anna Maria Stanganelli. "Oggi è il giorno del dolore per la Calabria - aggiunge Stanganelli - e desidero esprimere la mia profonda, accorata e commossa vicinanza ai nostri fratelli coinvolti in questa tragedia. Quanto accaduto rappresenta l'ennesimo segnale della drammatica situazione che migliaia di migranti sono costretti a vivere nel tentativo di raggiungere l'Europa, spesso a rischio della propria vita. È inaccettabile che in un'epoca in cui siamo in grado di compiere conquiste tecnologiche straordinarie, non si riesca a porre fine a questa tragica realtà. L'Unione Europea ha una responsabilità cruciale rispetto al fenomeno migratorio, dovendo garantire l'accesso alle procedure di asilo e protezione internazionale per chi ne ha diritto, nonché promuovere politiche di sviluppo e cooperazione con i Paesi di origine dei migranti al fine di prevenire le cause profonde della migrazione forzata. È necessario un approccio olistico e umanitario che ponga la dignità e i diritti dei migranti al centro delle politiche europee". "Il naufragio di Cutro - sostiene ancora Stanganelli - rappresenta un duro colpo per la comunità internazionale e deve essere un forte richiamo a un impegno rinnovato per porre fine alle morti in mare e garantire una gestione sostenibile e umana del fenomeno migratorio. In un momento così tragico, è importante mettere in campo iniziative di solidarietà, come i calabresi sanno fare e come già sta facendo il Governo regionale, per fornire ai sopravvissuti e alle famiglie, il sostegno, l 'assistenza medica e psicologica di cui hanno bisogno e fare il possibile per alleviare le loro sofferenze".

Don Ciotti: "Naufragati sugli scogli dell'indifferenza"

“‘Siamo tutti sulla stessa barca!’, ci aveva ricordato Papa Francesco esattamente tre anni fa, all’inizio della fase più acuta della pandemia, quella delle reclusioni forzate nelle nostre case. Ma la minaccia di morte che per quasi due anni ha tenuto in ostaggio l’Occidente globale del “libero mercato”, non sembra aver insegnato nulla a chi, quel mondo, avrebbe la responsabilità di governare nel segno del bene comune.  La tragedia avvenuta al largo delle coste calabresi dopo lo spezzarsi di un peschereccio con a bordo duecentocinquanta migranti – naufragio il cui bilancio delle vittime si aggrava man mano che i soccorritori recuperano i corpi – ci dice che quella barca che dovrebbe farci sentire con-sorti, accomunati da una simile sorte, resta per ora una speranza: il mondo continua a essere diviso in transatlantici e zattere, benestanti e disperati, sommersi e salvati, stanziali e migranti per forza. Sì perché bisognerebbe smetterla di chiamarle migrazioni: sono deportazioni indotte! Nessuno lascia di sua spontanea volontà gli affetti, la casa, la terra affrontando viaggi rischiosi, in mano a organizzazioni criminali e in balia degli eventi atmosferici: freddo, tempeste, siccità. Lo fa solo perché costretto da un sistema economico intrinsecamente violento, sistema che colonizza, sfrutta e impoverisce vaste regioni del mondo. Lo fa perché l’Occidente globalizzato, in nome dell’idolo profitto, gli fa terra bruciata attorno offrendogli in alternativa sfruttamento se non schiavitù. Ecco allora le “carrette del mare” alla mercé delle tempeste, ecco il Mediterraneo trasformato in un immenso cimitero marino, ecco i morti assiderati sui passi montani o asfissiati dentro i rimorchi dei Tir... Ed ecco la silenziosa carneficina che si sta consumando da almeno trent’anni sotto gli occhi di un ricco Occidente che finge di non vedere e che, quando non può farlo perché le dimensioni della tragedia lo impedisce, si palleggia responsabilità per poi tornare, passato il clamore, alla sola attività che sembra davvero interessarlo: il conflitto per la gestione del potere. Gestione dalla quale sono derivate distinzioni ipocrite, disoneste, come quella tra “profugo” e “migrante economico” – come se la ferita economica e quella bellica avessero una diversa radice – o espressioni disumane come ‘carico residuale’, dove l’essere umano è equiparato una volta per tutte a merce, a valore di scambio. Per fermare le deportazioni indotte chiamate “migrazioni” non basta allora stabilire accordi economici con Paesi di provenienza il più delle volte complici o addirittura agenti della logica di sfruttamento occidentale. Occorre ripartire dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti umani” scritta dopo l’ultima guerra mondiale proprio con l’intento di archiviare una stagione di violenza, dolore, barbarie. Occorre ripartire dal valore inviolabile della persona, dal suo diritto a una vita dignitosa, libera e anche liberamente nomade: nomadismo del sentirsi dovunque a casa su una Terra dove abbiamo davvero imparato tutti a sentirci e ad agire come passeggeri di un’unica barca che procede verso il bene comune, a cominciare da quello di chi, ancora naufrago, chiede di essere accolto e riconosciuto come persona. Ma occorre, innanzitutto, imparare a riconoscere l’“altro” non solo davanti a noi ma anche dentro di noi. Altro che ci parla attraverso la voce della coscienza che, per chi ha fede, è parola che mette in dialogo con Dio, con la sua incoraggiante ma impegnativa Parola. Parola che ci insegna che il male non è solo di chi lo commette, ma anche di chi non fa nulla per impedirlo. Indifferente, inerte, e proprio per questo complice”. Così don Luigi Ciotti, presidente Libera e Gruppo Abele.

Dudut (Anolf Calabria): “Vicinanza e cordoglio per le vittime”

Anolf Calabria esprime “vicinanza e cordoglio per la tragedia consumatasi nel mare di Calabria a Crotone. Una tragedia che ci addolora e ci lascia sconcertati. Uomini, donne e bambini che scappavano dall’ Iran, dall’Afghanistan, dalla Siria, da guerre eterne e dimenticate, da stenti e privazioni. Sono morti quando erano quasi vicini alla speranza di una vita migliore. È assurdo pensare che nel Mediterraneo si continui a morire così, in un desolante vuoto di decisioni politiche e di strategie di aiuto. Tutto questo è umanamente inaccettabile e incomprensibile. Drammi come questi non devono verificarsi più e dovrebbero spingere le istituzioni e la politica a ricercare soluzioni alternative e che mettano al centro la dignità della persona, affrontando definitivamente anche quelle situazioni di sfruttamento che spesso i migranti sono costretti a subire per sopravvivere una volta che raggiunto la Calabria. Non è più accettabile continuare in questa situazione. Questa ennesima tragedia nella sua drammaticità ricorda che la questione dei migrati e rifugiati va affrontata con responsabilità, umanità e impegno. Non si possono ripetere solo parole e dichiarazioni ad ogni tragico evento simile a questo, il Mediterraneo, in vent’anni è diventato un grande cimitero di invisibili. Occorrono scelte politiche nazionali e come sostenuto dal Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, l’Europa deve fare molto di più per coordinare i soccorsi e bloccare il traffico di vite umane. Ribadiamo, in questa ennesima tragica e deprimente occasione, che serve più consapevolezza e determinazione affinché non si verifichino più tali tragedie in mare”.

Masi (Pd Lamezia): “Pugno alle coscienze di tutti noi”

“La tragedia di Steccato di Cutro è un pugno alle coscienze di tutti noi. Donne, uomini, bambini appena nati che perdono la vita al largo delle coste della nostra Calabria, terra da sempre vocata all’accoglienza e alla solidarietà. Un’altra pagina di dolore, nel giorno successivo alla conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare. Di fronte alle molte vite innocenti spezzate, dire parole chiare non è speculare ma richiamare tutti alle proprie responsabilità: basta propaganda sulla pelle di donne e uomini che scappano alla ricerca di libertà, dignità e lavoro! Serve un’assunzione di responsabilità europea, come ha chiesto ieri il presidente Mattarella; il governo Meloni, invece di prendersela con chi salva esseri umani in mare, deve chiedere con forza che l’Italia non venga lasciata sola. Di fronte a tanta sofferenza, ieri la Calabria ha mostrato il volto più bello della solidarietà di tanti calabresi, dei soccorritori, delle forze dell’Ordine, della Caritas e delle associazioni di volontariato. A tutti loro va il nostro grazie e l’appello alla Regione perché sostenga con ogni mezzo i Comuni e quanti, in queste ore e nei prossimi giorni, si mobiliteranno per offrire assistenza e cure ai superstiti. Il nostro mare è il mare dell’accoglienza, dell’incontro tra culture diverse, della solidarietà. Non può più essere mare di morte. La Calabria sia in prima linea per chiedere al governo un cambio radicale nelle politiche di accoglienza e per rimettere al centro l’umanità!”. Così il segretario del Pd Lamezia, Gennarino Masi.

Rifondazione: "Strage in mare evitabile, governo e UE responsabili"

"Il cinismo del Viminale non conosce remore. Ci vuole una cultura intrisa di disprezzo per la vita umana perché un ministro dell’Interno di un paese come l’Italia abbia il coraggio di parlare, dopo la strage di richiedenti asilo davanti alle coste calabresi, di “vocazione alle partenze” che va fermata. Si contano ancora i cadaveri restituiti dal mare, in gran parte donne e bambini, la cui morte non è imputabile al mare cattivo ma alla scelta cinica di far prevalere il controllo delle frontiere al diritto al soccorso. L’imbarcazione in difficoltà era già stata avvistata la sera prima del naufragio, dagli aerei di Frontex, l’agenzia che ogni cittadina/o d’Europa, contribuisce a finanziare. Ma da quegli aerei non si lanciava richiesta di soccorso, si avvisava unicamente di una nave che non doveva violare i sacri confini" è quanto si legge in una nota di Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare.

"I soccorsi - continuano - sono stati fatti partire quando ormai non c’era più nulla da fare, quando la nave si è infranta nei pressi della costa. E si ha il coraggio di prendersela con scafisti e trafficanti come se fossero i soli responsabili della strage. Richiedere il controllo delle aree da cui le persone fuggono, da parte di imbarcazioni europee che si occupino esclusivamente di soccorso e di trasferimento in porti sicuri, è la sola scelta ammissibile. Altro che decreti fascistoidi che criminalizzano chi porta soccorso! Nell’unirci al cordoglio per le vittime reiteriamo la richiesta che siano organismi internazionali a mettere sotto accusa il comportamento criminale tenuto dai diversi governi italiani dal 2017 ad oggi. Sono responsabili di atti di guerra, di crimini contro l’umanità. Ma questa è una guerra silenziosa contro gli inermi che da decenni ha fatto diventare il Mediterraneo una fossa comune e ha fatto innalzare i profitti di chi si occupa unicamente di blindare le frontiere. Ci si mobiliti per pretendere che anche questa guerra possa cessare. La responsabilità di queste morti è del governo italiano e della Commissione Europea.
Presenteremo esposti alla magistratura e alla corte europea europei per i diritti umani".

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