Tumori, iniziativa centro senologia Pugliese-Ciaccio: "Curato e salvato donne provenienti da tutta la Calabria" - Video

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Catanzaro – Grande partecipazione alla "Prima passeggiata in rosa della città di Catanzaro" l'iniziativa di sensibilizzazione sul tumore alla mammella che si è svolta questa mattina sul lungomare del quartiere Lido. In centinaia hanno risposto all'invito lanciato nei giorni scorsi dal centro multidisciplinare di senologia (Breast Unit) che opera all'interno dell'azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio", coordinato dal dottor Francesco Abbonante.

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Oggi circa il 50% delle donne affette da cancro della mammella fuggono dagli ospedali calabresi per la mancata attivazione di organizzazioni multidisciplinari, quali appunto le Breast Unit, che invece potrebbero assicurare il completo percorso delle cure alle donna affetta da patologia tumorale della mammella. Attualmente in Calabria la Breast Unit dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro è l'unica struttura completa in ogni figura professionale, per come previsto dai protocolli delle società scientifiche che governano l'assistenza delle donne ammalate di cancro della mammella. Tra i presenti alla passeggiata che ha colorato di rosa il lungomare di Catanzaro anche il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, la consigliera regionale Amalia Bruni, il presidente della Provincia di Catanzaro Mario Amedeo Mormile, il sindaco del capoluogo Nicola Fiorita accompagnato da una folta schiera di assessori e consiglieri comunali nonché il commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, Francesco Procopio, e il commissario straordinario dell'azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”, Vincenzo La Regina.

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“Questa giornata – ha spiegato il dottor Abbonante ai microfoni de Il Lametino - ha l'obiettivo di motivare la classe politica e amministrativa regionale per favorire la nascita di Breast Unit negli altri territori della Calabria, al fine di azzerare la vergogna dell'emigrazione sanitaria”. E ancora: “In epoca pandemica siamo passati da 126 a 248 casi in un periodo in cui la maggior parte degli ospedali italiani riducevano l'attività. Siamo riusciti in questo sforzo con sacrifici estremi ma le nostre pazienti arrivano da tutta la Calabria, per questa ragione vogliamo che siano rafforzate anche le altre realtà sanitarie calabresi affinché tutti riescano ad avere un giusto servizio, completo di tutte le figure professionali necessarie, senza dover mai più emigrare per esercitare il proprio diritto alla salute”.

Bruno Mirante

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