Feroleto Antico - “L’Assunzione della Vergine Maria è una festa bellissima, che comunica alla nostra umanità, fragile e segnata da tanti limiti, un messaggio di speranza: Dio vuole la salvezza di tutti noi, la nostra meta e il nostro punto di riferimento definitivo è la vita in Dio. Ecco perché Maria è chiamata, nella liturgia, segno di sicura speranza e di consolazione". Così il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, che al Santuario Diocesano della Madonna di Dipodi ha celebrato l’eucaristia nella vigilia della solennità dell’Assunzione. "La nostra speranza - ha proseguito - è Gesù Cristo e Maria, con la sua Assunzione, ci dice che in Lei si già è realizzato quello che domani, quando il Signore lo vorrà, si realizzerà per ognuno di noi. Dove è Maria, assisa nella gloria, saremo anche noi, riconciliati in eterno nell’amore e nella misericordia di Dio Padre. E poi Maria è segno di consolazione perché ci ricorda che in Dio è redenta non solo la nostra fragilità, ma anche la nostra cattiveria, quella nostra malvagità che noi non riusciamo a gestire e che genera lo scempio delle guerre che vediamo ogni giorno".
“Guardiamo allo scempio delle guerre, alla sofferenza, alle malattie. Pensiamo a quella nostra cattiveria generata dall’illusione di poter costruire sul dolore degli altri la nostra ricchezza, il nostro prestigio, la nostra grandezza – ha proseguito Parisi – Sulle lacrime degli altri, è bene che ce lo ricordiamo, nessuno può mai dire di diventare nulla. E di fronte a tutto questo, Maria è segno di consolazione: come il suo dolore si è aperto per la grandezza di Dio al mistero dell’amore, così le nostre sofferenze, le malattie, le ingiustizie che patiamo o che infliggiamo agli altri, con la nostra disponibilità a incamminarci verso Dio, possono essere redente. Tutto in Dio sarà eternamente perdonato, tutto vivrà eternamente in Dio”.
Facendo riferimento all’immagine dell’Arca dell’Alleanza, tratta dalla prima lettura, mons. Parisi ha indicato in quell’immagine “il simbolo per il popolo d’Israele della possibilità di dialogare con il Signore e di stare in comunione con Lui. E il Signore, quando ci parla ancora oggi, ci dice le stesse cose che diceva migliaia di anni fa: se noi facciamo la sua volontà, il nostro cuore trova la pace. Fare la volontà di Dio significa dare senso e finalità alla nostra esistenza. E Maria è l’Arca della Nuova Alleanza perché, con il suo sì a Dio, ha portato nella sua carne Gesù, l’Autore della vita, e non l’ha trattenuto per sé ma l’ha donato agli altri, a tutti noi. Quando noi andiamo in pellegrinaggio verso l’Arca della Nuova Alleanza, verso Maria, Ella ci indica Gesù e ci ripete le parole che disse ai servi alle nozze di Cana: “fate tutto quello che Gesù vi dirà”. Se voi mettete in pratica la parola del mio figlio Gesù, anche voi vedrete così grandi. L’ordinarietà e la semplicità, simboleggiata dall’acqua, si trasforma nel vino della gioia e della festa perché quando il Signore entra nella nostra storia personale e nella storia dell’umanità c’è la festa definitiva, la gioia definitiva. E tutto questo avviene perché Maria non ci indica sé stessa, ma il figlio Gesù che è la nuova ed eterna alleanza”.
“Imitiamo Maria nella sua apertura e disponibilità a Dio, nella sua vita di donazione, di generosità – ha concluso Parisi – Viviamo così questa festa dell’Assunta e allora sarà festa per ognuno di noi”. Nel corso della celebrazione, concelebrata da diversi sacerdoti oltre che dal rettore del santuario don Pino Pezzo, mons. Parisi ha espresso un particolare ringraziamento alle Forze dell’Ordine, ai volontari delle associazioni e al personale medico che nei giorni della novena e della festa sta consentendo il sereno svolgimento delle celebrazioni al Santuario.
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