Lamezia Terme – E’ stata eseguita stamane, dalla Polizia di Stato, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip Distrettuale di Catanzaro su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, a carico dei cugini Bruno Gagliardi, di 42 anni, e Bruno Gagliardi di 50 anni, ritenuti responsabili dell’omicidio, aggravato dalla metodologia mafiosa, di Gennaro Curcio, classe 69, avvenuto a Nocera Terinese il 17 agosto del 1995. I due, all’epoca dei fatti, facevano parte di un “gruppo emergente” che tentava di affrancarsi dalla cosca “Bagalà” che aveva il predominio sui sui traffici illeciti dei comuni del litorale lametino sotto il diretto controllo della cosca Iannazzo di Lamezia Terme.
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La ricostruzione dell'omicidio attraverso le dichiarazioni del collaboratore Gennaro Pulice
A carico dei due, come si evince nell’ordinanza del Gip, gravi indizi di responsabilità per l’agguato, che fu teso all’allora 26enne Gennaro Curcio, davanti ad una rivendita di autoricambi a Nocera Terinese. Curcio, referente di Bagalà, perse la vita nell'agguato. La misura cautelare applicata ai due Gagliardi, sollecitata dal Procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Procuratore Elio Romano, mette a frutto le indagini condotte dalla locale Squadra Mobile. Indagini che hanno consentito di ricostruire il cruento fatto di sangue facendo piena luce sulle modalità di consumazione del delitto e sul contesto di ‘ndrangheta in cui si inquadrava. In particolare le attività investigative si sono sviluppate dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, che hanno costituito un riscontro fondamentale alle chiamate in correità di altro collaboratore di giustizia, Gianfranco Norberti che, per l’episodio in questione, aveva già riportato condanna definitiva.
L'omicidio di Gennaro Curcio realizzato dal gruppo degli "scissionisti"
Pulice si è autoaccusato di essere autore materiale dell’omicidio e le sue dichiarazioni hanno consentito quindi di delineare il quadro criminale in cui era maturato l’evento delittuoso nonché di definire le responsabilità degli odierni indagati, in particolare di Bruno Gagliardi, classe 74, come colui che aveva scortato il killer sul luogo del delitto, mentre il cugino ora 50enne che si era occupato della questione logistico-organizzativa. L’omicidio in definitiva, risulta realizzato dai componenti dell’accennato gruppo di “scissionisti” intenzionati a scalzare l’egemonia del gruppo “Bagalà” sulle estorsioni da essi gestite, in maniera esclusiva, nei Comuni di Falerna, Gizzeria e Nocera Terinese. Del gruppo in questione facevano parte, oltre a Gennaro Pulice e Gianfranco Norberti, ed agli odierni indagati Bruno Gagliardi classe 74 e Bruno Gagliardi classe 66, anche Giovanni La Polla, classe 64 e Salvatore Ruberto classe 66, entrambi questi ultimi rimasti uccisi in quella che viene ricordata come la “strage di Sambiase” che avvenne a Lamezia il 29 settembre del 1995. Una strage che fu la risposta immediata a parte delle cosche dominanti all’omicidio di Gennaro Curcio, con la quale si mise termine alle mire espansionistiche del gruppo emergente.
Bruno Gagliardi di 50 anni è stato rintracciato, con l’ausilio della Squadra Mobile di Novara, dove risiede da tempo, a Milano, presso una struttura sanitaria dove era ricoverato per accertamenti medici ed è stato trasferito nella Casa Circondariale San Vittore, mentre la notifica del provvedimento a Bruno Gagliardi, cl. 74 è stata effettuata presso la Casa Circondariale di Terni, dove è detenuto a seguito delle accuse per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Andromeda”, eseguita dalla Squadra Mobile di Catanzaro nel mese di maggio del 2015, e per l’omicidio di Vincenzo Torcasio e il contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio, episodio per il quale nel mese di febbraio, a seguito delle risultanze investigative anch’esse acquisite dalla Squadra Mobile, la Polizia di Stato gli ha notificato un ulteriore provvedimento restrittivo.
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