Senza dover uscire di casa

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

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C’è chi ha seguito un Influencer per scegliere un vestito, chi  lo psicologo per un consiglio d’amore. Chi ascolta il Corona (Fabrizio) per le sue riflessioni sui personaggi e le vicende, chi si astiene perché considera questo emisfero virtuale delle eclatanti idiozie, chi segue i commenti dei giocatori di calcio sulle partite e chi trascorre le ore a prendere suggerimenti su come condire i panini o cucinare una merendina che fino al giorno prima aveva comprato. E chi segui il make-up di un giovane ragazzo che consiglia cosmetici. Ma poi a fine giornata, tutto questo cosa è servito? Per qualcuno risulta rilassante, o stacca dalla routine quotidiana, per qualcun altro è un argomento di discussione  con gli amici, per qualcun altro è pescare consigli di varia natura senza dover leggere o acquistare libri o riviste. E per qualcun altro e seguire i suggerimenti di un dottore senza dover uscire di casa. In tutti i casi è voler diventare o entrare nella sfera della non conoscenza o ignoranza. Per i giovani potrebbe sembrare molto normale questo iter, o per i più grandicelli un nuova forma di apprendimento. Ma è anche un modo da evitare per tutti quelli che sono cresciuti e abituati a leggere e sfogliare riviste per rimanere sempre sulla notizia. Ogni tanto si possono ascoltare i faccioni che ti inondano di nozioni, informazioni, consigli. Sempre diventa un modo come un altro di ingigantire la nostra non cultura.

Per Wittgeinstein” non è l’uomo ad essere formatore di mondo, ma il linguaggio. Difatti il significato diventa «la possibilità d’azione indicata dalla cosa, ciò che di essa possiamo fare». E siccome il mondo, è il luogo del con-esserci, il linguaggio basa la sua trascendenza nell’incontro con l’altro. Sarebbe preferibile seguire i programmi di approfondimento giornalistico o di cultura. Ma aggiungo che anche il cinema e la musica rientrano nelle argomentazioni da poter condividere. Per Wittgenstein, i limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo. Una definizione delle ricerche filosofiche delle parole che non hanno un significato nel senso di idea che le corrisponde. Ma ne hanno solo l’uso. Per il filosofo non può esistere un linguaggio privato. Per Heidegger è  l’esistenza dell’altro  a fondare la possibilità o anche solo di pensare un linguaggio.

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