Lamezia ha quasi mezzo secolo

Scritto da  Pubblicato in Basilio Perugini

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Fra circa cinquanta mesi Lamezia compirà mezzo secolo di esistenza ed il bilancio è purtroppo negativo. Nonostante ciò si continua imperterriti ad imbastire sterili polemiche e non è fuori tema ricordare che “mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata”. La storia del secolo scorso ci insegna che ogni volta, in mezzo secolo, si sono verificati avvenimenti epocali che hanno influito in maniera determinante, talvolta negativamente e tal’altra positivamente,sulla nostra società e sulle nostre vite. E possiamo con certezza affermare che quando il popolo è stato unito e quando i governanti, in nome dell’interesse collettivo, hanno messo da parte i pregiudizi ed hanno valutato con oggettività le varie problematiche, i risultati sono sempre stati positivi. Basti pensare alla disastrosa situazione vissuta dalle generazioni che ci hanno preceduto alla fine della seconda guerra mondiale per verificare come la saggezza dei costituenti (cattolici, laici liberali e marxisti) abbia consentito di realizzare una democrazia moderna e di ricostruire, conseguentemente, la nostra Nazione. Per cinquant’anni la responsabilità principale di governo fu dei democristiani, che seppero condividerla saggiamente con le altre forze liberali e socialiste e che, ancor più saggiamente, non ignorarono le opposizioni, che furono rese partecipi delle scelte più importanti e di maggiore responsabilità. Ma gli uomini della “prima Repubblica” avevano tutti, dico tutti, un grande spessore intellettuale e culturale e grande senso dello Stato. Grandi discussioni, eccezionali ed anche drammatici confronti di idee e di opinioni, ineguagliabile capacità di sintesi.

In una parola sostanziale concordanza di intenti. I cinquanta mesi che mancano al giubileo di Lamezia sono pochi, ma anche tanti. Certamente non sufficienti a portare a compimento il progetto, ma abbastanza per redigerlo e per realizzarne alcune parti importanti e comunque propedeutiche per il compimento dell’opera. Se non ci si muove con rapidità per riguadagnare una sia pur piccola parte del tempo perduto; se non si guarda con concretezza ed oggettività alle reali problematiche della Città; se non si ha la forza di mettere da parte i pregiudizi, la mania di protagonismo e la smania di critica sterile; se non si attua, in sostanza, uno sforzo concretamente propositivo, si perderà anche quest’ultima occasione ed i protagonisti di questa vicenda saranno ricordati, se lo saranno, come affossatori di una grande speranza tradita.

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