Favi (Pd): “A Lamezia chiusura carcere senza decreto Ministro”

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Lamezia Terme - "Non è la prima volta che l'amministrazione penitenziaria ci sorprende per una spending-review creativa, che si risolve a spese degli operatori, dei detenuti e delle loro famiglie e del territorio". E' quanto afferma, in una nota, Sandro Favi, responsabile carceri del Pd, in relazione alla decisione di chiudere la casa circondariale di Lamezia Terme. "Nonostante Lamezia Terme - prosegue Favi - sia stato confermato circondario di Tribunale, anche in sede di revisione delle circoscrizioni giudiziarie, inopinatamente il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con un blitz, ha ordinato la chiusura della casa circondariale, senza che sia stato adottato, a quanto ci risulta, il necessario decreto del ministro della Giustizia. Ora l'autorità penitenziaria locale pretenderebbe di gestire le conseguenze di quell'ordine, come se fosse dovuto ad indefinite ragioni superiori, a cui segue il solito rimpallo delle responsabilità, che impedisce di identificare l'attore della decisione. Ancor più sorprendente è la manifestata intenzione di utilizzare le strutture dell'istituto lametino come sede del provveditorato della Calabria per presunte ragioni di economia sulla locazione degli uffici a Catanzaro, sebbene il Comune abbia offerto immobili a sua disposizione in comodato gratuito a lunghissima scadenza (30 o 40 anni)". Per Favi "il carcere di Lamezia Terme, pur nelle sue ridotte dimensioni, era un istituto efficiente e funzionale alle esigenze della circoscrizione giudiziaria, già interessato da costosi interventi di adeguamento strutturale per l'uso detentivo e proiettato ad un trattamento rispettoso della vocazione rieducativa e al rispetto della dignità dei ristretti. Anche l'avvocatura del circondario lametino protesta, peraltro motivatamente, per la lesione dei diritti della difesa dei loro assistiti trasferiti dalla sede del Tribunale competente. Che dire poi del trasferimento in provincia del provveditorato regionale, che dovrebbe operare in stretto raccordo con la Regione e con gli altri organismi pubblici di interesse regionale? Ci sembra prospettarsi solo una ulteriore regressione burocratica del suo ruolo e della sua funzione". "Crediamo che il ministro Orlando - conclude Favi - debba valutare attentamente l'opportunità di ratificare questa scelta che non ci sembra sensata, ma dettata da una concitata gestione dell'emergenza, priva di una programmazione delle risorse e di una visione di sistema della realtà penitenziaria in terra di Calabria".

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