Calabria: Scarcerato Salvatore Infantino, non aveva messo lui la bomba al sexy shop

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Reggio Calabria - Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’avvocato, Girolamo La Rosa, legale di Salvatore Infantino, il ventiseienne arrestato nei mesi scorsi perché ritenuto responsabile dell’ordigno esploso davanti ad un Sexy Shop a Gioia Tauro, ora rimesso in libertà.

“Il tribunale del riesame di Reggio Calabria, decidendo sull’appello proposto dai legali di fiducia Girolamo La Rosa e Renata Zito, ha rimesso in libertà il ventiseienne gioiese salvatore infantino. Infantino era stato tratto in arresto in quanto ritenuto responsabile dell’ordigno collocato nell’esercizio commerciale sexy shop, sito sulla centralissima via r. Margherita di Gioia Tauro. L’ordigno era stato fatto esplodere lo scorso 28 aprile 2013 ed aveva letteralmente distrutto il locale commerciale e causato danni di una certa entità sia alle autovetture parcheggiate nei pressi, sia alle abitazioni vicine. Il fatto aveva destato viva sensazione e clamore, anche per l’orario (intorno alle 23.30) in cui era esploso l’ordigno. Dopo alcuni mesi di indagine, veniva tratto in arresto l’Infantino, in quanto – si sosteneva – era stato riconosciuto dalla polizia dalle immagini ricavate dal sistema di video sorveglianza presenti nell’esercizio commerciale. In contestazione del riconoscimento effettuato – le immagini video erano di scarsa qualità ed il soggetto, oltre ad essere poco riconoscibile poiché indossava un cappellino, non veniva ripreso in viso – veniva avanzata un’istanza difensiva per la revoca della misura. Il gip del tribunale di palmi, tuttavia, rigettava tale istanza. Avverso tale rigetto era stato proposto appello al tribunale del riesame di Reggio Calabria. Dinanzi al tribunale la difesa ha dimostrato l’assoluta estraneità dell’indagato ai fatti contestati. Infatti la perizia antropometrica stilata, su incarico della difesa, dal dott. Maurizio Cusimano ha dimostrato come le fattezze fisiche del soggetto ripreso dalle immagini di video sorveglianza non coincidevano affatto con i tratti somatici dell’Infantino. Inoltre, con una serie di indagini difensive relative ai tabulati telefonici, veniva riscontrato l’alibi fornito dall’indagato nell’immediatezza dell’arresto. Alla luce degli elementi apportati dalla difesa ed a fronte di una così corposa produzione documentale, il tdl (dott. Leonardo presidente, dott. Foti e d.ssa Confortini a latere) riconosceva come la gravità indiziaria che aveva portato all’arresto dell’indagato, fosse stata ormai pienamente superata e condividendo le argomentazioni difensive disponeva l’immediata scarcerazione dell’Infantino”.

 

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