Calabria: Triplice omicidio Cassano, nuovi particolari dalle indagini

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Cassano allo Jonio - Potrebbero essere stati attesi al loro rientro a casa le vittime del triplice omicidio di Cassano allo Jonio. Il particolare spiegherebbe, secondo gli inquirenti, la presenza del bambino di tre anni, nipote di Giuseppe Iannicelli, e della compagna marocchina di quest'ultimo. Il luogo dove è stata trovata la Fiat Punto con a bordo i tre corpi carbonizzati, infatti, si trova a poca distanza dall'abitazione di Iannicelli. Alcuni degli inquirenti hanno avanzato una prima ipotetica ricostruzione del delitto che però, al momento, non è ancora suffragata da riscontri. Iannicelli, la compagna ed il bimbo sono stati visti l'ultima volta in vita giovedì sera nella pizza centrale di Cassano allo Jonio. Non si esclude che i tre stessero rientrando a casa e, giunti proprio nei pressi del casolare dove sono stati trovati i corpi carbonizzati, sono rimasti vittime di un agguato. I killer avrebbero poi rinchiuso il corpo di Iannicelli nel bagagliaio dell'automobile e portato il mezzo vicino al casolare per incendiarlo. Poco prima di allontanarsi dal luogo dell'incendio dei corpi gli autori del delitto hanno lasciato sul cofano dell'automobile una moneta da 50 centesimi che, nel linguaggio della criminalità organizzata, significa che la vittima aveva uno "scarso valore".

Al vaglio degli investigatori c'è anche l'ipotesi che Iannicelli sia stato ucciso al termine di una discussione degenerata. Al momento, secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi, non è stato possibile accertare se le vittime fossero già morte nel momento dell'incendio e se siano stati raggiunti da colpi d'arma da fuoco perchè i corpi sono stati completamente consumati dalle fiamme. I magistrati della Dda di Catanzaro, che hanno aperto un fascicolo sul triplice delitto, hanno incontrato i colleghi della Procura di Castrovillari per fare il punto sulle iniziative investigative da intraprendere per giungere all'individuazione dei responsabili. Dopo le attività urgenti che sono state svolte dalla Procura di Castrovillari, le indagini successive saranno dirette dalla Dda di Catanzaro. Gli inquirenti sottolineano l'efferatezza del triplice delitto e ritengono che sia riconducibile ad ambienti della criminalità.

Mamma bimbo: "Hanno ucciso un angelo" 

"Perché lo hanno fatto? Perché hanno ucciso il mio Cocò che era angelo?". Sono queste le parole che continua a gridare nel carcere di Castrovillari Antonia Iannicelli, la mamma del piccolo Nicola Campolongo jr ucciso e bruciato a Cassano insieme con il nonno, Giuseppe Iannicelli, e alla compagna di quest'ultimo. La donna e il marito Nicola Campolongo hanno incontrato i loro familiari e le altre due figlie. A raccontare quanto successo in carcere è il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli. "E' una tragedia immane, un dolore infinito, che non si potrà - afferma Corbelli - mai dimenticare e cancellare. Bastava vedere oggi il padre del piccolo Nicola, la sua maschera di sofferenza, un ragazzo invecchiato di colpo che non riesce più a parlare. La giovanissima mamma del piccolo Cocò invece continua a piangere, a disperarsi, a chiedere perché gli hanno ucciso il suo bambino". 

REAZIONI

Gentile (Ncd): “Origine barbarie è traffico droga” 

"Quando si arriva ad uccidere in quel modo tre persone tra cui un bambino di soli 3 anni si entra nella barbarie e la barbarie di questa zona trae origine dalla droga e dai suoi criminali interessi". "C'è bisogno di una indignazione non virtuale - aggiunge Gentile - che coinvolga tutta la popolazione e che sia di reale appoggio all'azione della magistratura". Gentile elogia "il duro lavoro che compiono quotidianamente magistratura e forze dell' ordine in un territorio che ha la necessità di essere protetto. E' la droga il male assoluto che spinge criminali a bruciare tre persone tra cui due innocenti e che non lascia spazio a nessun deterrente 'etico': una volta i mafiosi risparmiavano almeno donne e bambini oggi sono solo bestie affamate di sangue e di soldi". "Ai ministri Alfano e Cancellieri - chiude - chiedo di non lasciare soli magistrati e forze dell'ordine che certo individueranno gli assassini ma che sono impegnati a sradicare il business criminale dello spaccio di stupefacenti".

Corbelli (Diritti Civili): "Chiede che madre bimbo torni libera"

"Chiedo ai giudici della Corte d'appello di Catanzaro di accogliere l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Antonia Iannicelli". "L'istanza è stata presentata il 9 gennaio scorso - ha aggiunto - e non capisco come mai i giudici non si sono ancora pronunciati. Antonia piange e chiede di poter ritornare subito a casa dalle sue altre due bambine. Ha detto che vuole andare via da Cassano, lontano da quella terra violenta, da quel luogo d'inferno che le ha distrutto la vita. Chiedo, per un fatto di giustizia e umanità, che la madre del piccolo Cocò venga mandata a casa, dove l'aspettano le altre due figlie di 4 e 5 anni. Chiedo che venga emesso quel provvedimento di scarcerazione che avrebbe dovuto già esserci quando per molti mesi Diritti Civili e gli avvocati della giovane donna hanno più volte chiesto".

Cgil: "Crudeltà, Governo attivi offensiva" 

"Il clima nel quale si è svolto ieri il Consiglio comunale straordinario di Cassano allo Jonio dopo la tragedia che ha colpito anche una donna ed un bambino di tre anni è iniziato con un lungo silenzio, gelido. Si è percepita con mano la solitudine delle istituzioni, delle forze politiche e sociali, dei cittadini, il senso di impotenza nel non essere riusciti a proteggere un bambino è stato ritenuto un fallimento di tutti". "Il clima di paura che serpeggia nel territorio, nella città di Cassano - prosegue il testo - è di quelli che portano alla progressiva rassegnazione, e quando i fari del clamore mediatico del tragico evento si spengono il rischio è che i cittadini avvertano lo sconforto e l'abbandono delle Stato e delle istituzioni. Siamo in presenza di una guerra di 'ndrangheta, ma vi è anche un salto che la criminalità ha effettuato decidendo di uccidere con il fuoco, simbolo di distruzione totale, una donna e bambino di tre anni, una vittima innocente, un orrore mai avvenuto in terra di Calabria. Chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Interni e della Difesa, ai Parlamentari calabresi di attivare una offensiva di fronte al crudele assassinio di un bambino che, come segnala anche il rapporto della Dia, è sintomo di una potenza militare, finanziaria e di controllo delle cosche criminali dell'area. Non basta più l'indignazione, pur importante, né le misure per ridurre l'allarme e le preoccupazioni dell'opinione pubblica. Lo Stato intervenga duramente inviando l'esercito, potenziando le forze dell'ordine e 'l'area investigativa' e colpendo mandanti ed esecutori di questo atroce delitto ma anche gli "affari e gli interessi economici" criminali". "Tutto ciò - conclude la nota - è premessa indispensabile per dare forza e coraggio alla società civile per sviluppare anche le politiche sociali e del lavoro. E' ora di dire basta. Il Governo raccolga quest'allarme".

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