Dia: Cafiero de Raho, mafia più pericolosa quando è debole

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Reggio Calabria - "Cosa nostra è stata indubbiamente indebolita negli ultimi anni e quindi tende a reagire, soprattutto per recuperare la forza di intimidazione che ha sul territorio. Per fare questo, talvolta colpisce i diretti interessati: imprenditori, politici, locali e nazionali". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Cafiero de Raho, informa una nota, intervenendo a "Prima di tutto" su Radio 1 in merito alla relazione della Dia in Parlamento. "A volte, invece, come accaduto nel passato - ha aggiunto - adotta strategie del terrore. Quindi un'attenzione verso la recrudescenza della mafia è importante, vista l'azione di contrasto esercitata, che certamente l'ha resa più debole. E però, proprio quando è più debole, la mafia può essere più pericolosa. L'elemento fondamentale che caratterizza le organizzazioni criminali è la forza di intimidazione, che è basata sulla capacità di convincere, anche con la violenza, ma spesso non serve nemmeno, se in tutti vi è la certezza che quella violenza la si eserciterà laddove non si soddisfino tutte le richieste mafiose. Ma nel momento in cui la mafia, come adesso, è indebolita, nel momento i cui i capi sono tutti in carcere a vita, nel momento in cui tutti i gruppi che si riformano vengono tratti in arresto, in altre parole, laddove lo Stato si dimostra forte, più forte della mafia, ecco allora che la mafia perde la capacità di incidere sul territorio, perde quella forza fondamentale che è l'intimidazione". "E quindi - ha concluso Cafiero de Raho - deve recuperare questo connotato, perché altrimenti non può più condizionare quel territorio, non può più condizionare le elezioni, decidere gli appalti, intascare introiti delle estorsioni; non riesce più a svolgere l'attività criminale produttiva, in termini di potere e ricchezza, che aveva prima".

"Gli interessi della 'ndrangheta sono altrove, in Lombardia, in Liguria, in Piemonte, riproducendo le cosche e tutto l'apparato per gestire il consenso che si ha in Calabria ma la sua base è in provincia di Reggio". A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, intervenendo, è scritto in una nota, a "Prima di tutto", su Radio 1, in merito alla relazione della Dia al Parlamento. "E' un organo di vertice unitario - ha aggiunto - quello che, se si tornasse alla strategia delle stragi, dovrebbe essere compulsato e dare il consenso a un'operazione di questo tipo. Se fuori si è avuto un forte reinvestimento degli introiti della 'ndrangheta, è sul proprio territorio che essa detiene il potere e il controllo ai massimi livelli, che si può esprimere anche mediante condizionamento del voto, percorsi per acquisire appalti e avere rapporti con coloro che determinano la politica locale. In questo modo la 'ndrangheta riesce ad affermare e mantenere altissima la capacità di produrre ricchezza. La 'ndrangheta, attraverso il porto di Gioia Tauro riesce a importare tonnellate e tonnellate di cocaina. Negli ultimi anni ne abbiamo sequestrato 2 tonnellate ma è moltissima la quantità che riesce a entrare. La 'ndrangheta ne ricava una enorme quantità di denaro, che poi viene riammesso nel mercato, nell'ambito dell'economia legale, e produce nuova ricchezza, inquinando però l'economia stessa". "Ecco perché - ha concluso de Raho - invitiamo il governo a incentivare l'azione di contrasto alle mafie; perché cosi facendo si salva la nostra economia, almeno gran parte di essa. Da Roma in giù, i gruppi imprenditoriali non investono proprio perché hanno paura di queste organizzazioni: se riuscissimo a sconfiggerle, sicuramente riprenderebbe anche l'economia del Sud".

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