Lamezia, tradito da uno scontrino il 20enne accusato delle intimidazioni

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Lamezia Terme – Ad incastrare Giuseppe Galluzzi, 20enne incensurato, colui che è considerato l’autore di alcuni degli atti intimidatori che hanno segnato Lamezia nell’ultimo mese, è stato uno scontrino. Uno scontrino cadutogli mentre tentava di incendiare un’automobile in un cortile di una concessionaria nel quartiere Capizzaglie. Il lavoro della scientifica e di intelligence della Polizia di Stato lametina hanno fatto il resto. Dallo scontrino, infatti, gli uomini della Polizia, guidati dal primo dirigente Antonio Borelli, e la squadra investigativa sono riusciti a risalire al negozio dove il 20enne ha comprato la felpa che utilizzava per incappucciarsi e compiere le intimidazioni. Visionando le telecamere di sicurezza del negozio cinese l’hanno individuato ed è cominciata la “caccia all’uomo”.

Il giovane avrebbe così compiuto altri passi falsi che hanno permesso di incastrarlo e hanno dato modo alla Polizia di mettere a posto tutti i tasselli. Come hanno ricostruito gli investigatori, Galluzzi utilizzava uno scooter per spostarsi e compiere le intimidazioni. E proprio in sella al suo scooter, dopo aver tentato di bruciare un’auto in centro, incurante delle telecamere di sicurezza, ha tolto il suo cappuccio e ha scoperto nuovamente il suo viso, coperto prima da una maschera. Altro passo falso è stato quello di aver lasciato nella sua abitazione gli indumenti sporchi di liquido infiammabile, risalenti al tentato incendio dell’auto della concessionaria. La stessa felpa con il cappuccio e le stesse scarpe che Galluzzi indossava quella sera e che, infatti, si vedono sporcarsi nei filmati delle telecamere di videosorveglianza della concessionaria, sono stati ritrovati poi durante la perquisizione dei poliziotti nella sua abitazione.

Dopo essere stato fermato nei pressi di un parco ed essere portato in caserma per un controllo, gli investigatori hanno ricostruito che il giovane avrebbe potuto nascondere i suoi “travestimenti” in un parco vicino la sua abitazione. E così è stato. Ripercorrendo il lungo fiume, infatti, gli investigatori hanno rinvenuto sia la maschera, utilizzata per nascondere il viso, che l’arma, una pistola calibro 9 con matricola punzonata. Nonostante le prime reticenze, il giovane, assistito dal suo legale, l’avvocato Gianluca Careri, ha ammesso le sue responsabilità. Galluzzi ha confessato i due tentati incendi ad automobili, i colpi di pistola contro l’agenzia di Poste Private e l’incendio della vela pubblicitaria in via dei Giardini.

Dopo essere stato fermato dalla Polizia su disposizione del pubblico ministero Giulia Scavello, il giovane incensurato ieri si è presentato davanti al Gip del Tribunale di Lamezia, Emma Sonni, per l’udienza di convalida, e si è avvalso della facoltà di non rispondere perché aveva già parlato davanti agli investigatori. Il giudice non ha convalidato il fermo perché non sussiste il pericolo di fuga ma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la reiterazione del reato e i gravi indizi di colpevolezza. Il giudice ha disposto, inoltre, la trasmissione degli atti alla DDA di Catanzaro. E’ al vaglio degli investigatori il coinvolgimento del giovane in altri atti intimidatori e, soprattutto, capire se dietro ci sia la regia delle cosche lametine.

 

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